Napoli, scoperta la cricca
delle case popolari occupate:
il capo è un agente municipale

Napoli, scoperta la cricca delle case popolari occupate: il capo è un agente municipale
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 6 Agosto 2018, 08:24 - Ultimo agg. 11:29
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C'è sempre lui quando hai bisogno di una mano. Non si sottrae, vuoi se hai bisogno di un cambio di residenza, di una nuova intestazione, di un «riciclo intestato», di una voltura, vuoi se ti serve solo un consiglio, una sorta di consulenza privata. C'è sempre lui quando bisogna rendere morbido un controllo amministrativo, quando c'è da rendere spuntata l'arma delle verifiche sul territorio. Lui, un agente della polizia municipale, al centro di una rete di complici - una sorta di cricca del lavoro sporco - in grado di fare il bello e il cattivo tempo all'ombra delle case popolari, sia quelle riconducibili al Comune di Napoli sia quelle che fanno riferimento all'Iacp (sotto la gestione della Regione).

Un'inchiesta condotta dai carabinieri per conto della Procura di Napoli, si punta a verificare l'esistenza di un vero e proprio tariffario: fino a 500 euro per una voltura, vero e proprio passepartout per conservare una casa dello Stato, grazie ad esempio all'inserimento di un minore nel proprio stato di famiglia, potendo contare comunque su verifiche posticce e a pagamento. Case popolari, si torna a indagare, dunque, anche se in questa storia non c'entra la camorra, non c'entrano i clan e la loro capacità di distribuire case pubbliche agli affiliati. No, qui c'entrano impiegati e pubblici ufficiali. E c'è un prezzo per ogni servizio, specie quando si mette mano allo stato di famiglia di un nucleo residente in una casa popolare: dalle trecento alle cinquecento euro, almeno a giudicare da quanto emerso dalle indagini dei carabinieri su alcune pratiche ritenute sospette. Ne sono decine finite agli atti, in uno scenario che punta a fare chiarezza su presunte manomissioni.

Due le zone su cui la «cricca» delle case popolari si è mossa con una certa disinvoltura negli ultimi anni: rione Traiano e Secondigliano (la zona chiamata 167, nei pressi degli uffici dell'Asl). È in questi spaccati metropolitani che l'agente finito nel mirino delle indagini ha dato il meglio di sé: lavoretti in cambio di soldi, sia per garantire «volture», che consentono a chi è abusivo di inserirsi in un domicilio; ma anche per rendere spuntata l'arma dei controlli. Poi c'è il capitolo «consigli». Lui e i suoi presunti complici sanno come monetizzare le proprie conoscenze.

 

È così che agli atti finisce una sorta di consulenza prezzolata, un insieme di «dritte» giuste offerte in cambio di soldi. E lui non si tira indietro. C'è una coppia che vorrebbe entrare in un appartamento di edilizia popolare? C'è il tentativo di mettere a segno un'occupazione silenziosa, sotto traccia? Eccolo che spunta lui, che - in cambio dei consigli giusti - si fa versare fino a duecento euro, solo per dare inizio al rapporto. Poi si fanno avanti altri «clienti», sul tavolo ancora soldi e richieste di chiarimenti. Guai a modificare il proprio stato di famiglia per almeno cinque anni - insiste al cospetto di una donna - solo in questo modo è possibile rivendicare i propri diritti. Ma non sempre fila tutto liscio, almeno a giudicare dalle denunce indirizzate - tra gli altri target - anche al Mattino: non sembra che lo schema soldi in cambio di favori risulti sempre accomodante, buono ad accontentare i propri «clienti». Ed è in questo scenario che sono scattate le indagini, con tanto di verifiche su tutta la sfera di relazioni della presunta cricca delle case popolari.

IL CASO IACP
Amicizie ovunque, solidi contatti con impiegati degli uffici comunali di Napoli o con quelli dell'istituto Iacp, almeno a voler studiare le mosse degli inquirenti negli ultimi mesi. È toccato ai carabinieri acquisire documentazioni, mettere le mani su pratiche ritenute buone a sostenere le accuse a carico del gruppetto di faccendieri. Inchiesta coordinata dal pool che indaga sui reati contro la pubblica amministrazione, il quadro sembra chiaro. Sono diversi i filoni di indagine che puntano a mettere a fuoco la sfera di influenza del gruppetto che fa capo a uno o più agenti di polizia municipale. Riflettori puntati anche su tutto ciò che ruota attorno alle intestazioni di locali commerciali. È un'altra procedura che viene disciplinata dalla presenza di un tariffario: in questo caso, stando ad alcune segnalazioni fatte anche a questa redazione, bisogna consegnare una tangente da duecento euro nelle mani giuste per spingere in avanti il proprio incartamento. Un'intera galassia passata al setaccio dei militari, che puntano in questi giorni ad acquisire riscontri a partire dallo spulcio di alcune pratiche legate alla gestione dell'edilizia pubblica. In parallelo, sono stati identificati i «clienti» che in questi mesi si sono rivolti al gruppetto che fa capo al pubblico ufficiale, nel tentativo di congelare dichiarazioni da portare agli atti nel corso di un eventuale processo. Indagine che spazia dal rione Traiano a Secondigliano, dagli uffici comunali a quelli dell'Iacp, in una ricostruzione che prende le mosse da una sorta di tariffario: dalle duecento alle cinquecento euro per l'intervento giusto, una sorta di tassa per realizzare una volta per tutte il sogno di una casa (a dispetto di graduatorie e liste di attesa).
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