Napoli: a scuola con il tirapugni, arrivano i metal detector

Controlli dei carabinieri nell'istituto Giustino Fortunato dopo il pestaggio di un quindicenne

I carabinieri nell'istituto Giustino Fortunato
I carabinieri nell'istituto Giustino Fortunato
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 31 Maggio 2023, 00:01 - Ultimo agg. 1 Giugno, 07:10
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Metal detector e cani antidroga. Non siamo all’esterno di uno stadio, in occasione di un match di cartello, ma all’interno di una scuola del Vomero. È appena suonata la campanella dell’inizio delle lezioni, qui nell’istituto alberghiero Giustino Fortunato, che si sono materializzati i carabinieri della compagnia locale. Sensibilità verso gli studenti, compostezza, ma anche rigore. Tutto si è svolto in piena sintonia con i vertici della direzione della scuola di vico Acitillo, in un’ottica in cui controlli e deterrenza vanno portati avanti accanto a una proficua ricerca di dialogo. 

Ma torniamo a ieri mattina.

Cani antidroga e metal detector, curiosità e apprensione da parte degli studenti, tutto avviene senza clamorosi colpi di scena. Non è la prima volta che i carabinieri guidati dal maggiore Luca Leccese visitano in questi giorni la scuola vomerese, alla luce di quanto avvenuto alcune settimane fa in prossimità dello stesso istituto della zona collinare: un ragazzino di appena 15 anni è stato picchiato da un branco di coetanei. È stato colpito al volto con un tirapugni, in un’aggressione che - secondo quanto sta emergendo - ha tutte le caratteristiche di un raid organizzato.

I controlli con il metal detector

Ma torniamo alla visita di ieri mattina. Siamo di fronte a una frontiera decisamente avanzata in materia di contrasto al bullismo e a ogni genere di violenza consumata da giovanissimi. Come più volte invocato in questi anni dall’ormai ex presidente del Tribunale Giancarlo Posteraro, è partita un’azione di monitoraggio discreta ma incisiva in alcuni contesti scolastici. Non si escludono controlli a campione anche in altri istituti, sempre con l’obiettivo di colpire l’ultima frontiera del disagio giovanile, che passa attraverso l’uso di coltelli, spranghe e tirapugni. E sono anche i numeri a parlare chiaro. Negli ultimi mesi, il sequestro di armi - specie nelle fasce giovanili -, è decisamente aumentato. Quanto basta a studiare strategie di contrasto capaci di coniugare il dialogo con gli interventi operativi. 

Ed è in questo senso, che questa mattina i carabinieri del maggiore Leccese torneranno nella scuola, per affrontare temi urgenti e attuali: cyberbullismo, violenza giovanile, confini tra mondo reale e mondo virtuale, droga. Problemi che vanno discussi al netto del lavoro svolto tra i banchi, in una scuola che va considerata sempre e comunque una eccellenza a a proposito dell’offerta formativa che viene erogata sul territorio. Ed è proprio in questo senso che questa mattina verranno forniti consigli ai ragazzi, ma soprattutto verranno ascoltate le storie degli stessi studenti. Le loro vite al centro di tutto. Stesso modello di approccio verrà poi adottato anche in altre scuole, nel tentativo di non lasciare spazi di incomprensione sul tavolo formativo. 

Ma torniamo alle indagini sull’ultimo episodio di violenza avvenuto all’ombra della scuola Giustino Fortunato. Siamo allo scorso 15 maggio, quando si consuma un brutto fatto di cronaca, che vedrebbe protagonisti alcuni alunni della scuola di vico Acitillo. Un quindicenne ha la peggio. Circondato e picchiato, volto tumefatto di botte. Colpi di tirapugni. In questi giorni sono stati ascoltati alcuni testimoni, a partire dai ragazzi che sono riusciti - coraggiosamente - a sedare la lite. Stando a quanto sta emergendo in questi giorni, sembra che il raid fosse stato organizzato nel corso del fine settimana precedente all’aggressione. Inchiesta che fa leva sulle testimonianze dei ragazzi dell’istituto, ma anche su quanto emerso da alcune chat recuperate in questi giorni dai carabinieri. Sta venendo fuori un quadro a tinte fosche, con un evidente desiderio di vendetta da parte di gruppetti di studenti nei confronti di altri coetanei. Uno scenario nel quale ora si attendono le conclusioni degli inquirenti della Procura minorile, che proverà a ricostruire ogni responsabilità di un assalto tanto violento. 

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