Napoli, alle scuole per i “No vax” ora è record di iscrizioni: «Qui niente mascherina»

Napoli, alle scuole per i “No vax” ora è record di iscrizioni: «Qui niente mascherina»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 6 Dicembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 25 Marzo, 15:51
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«Io ad esempio la mascherina non la metto, noi siamo per la massima libertà e se suo figlio non vuole indossarla è liberissimo di farlo se fa lezione con noi». Manuela è indicata come la referente di un progetto di homeschooling che si sta promuovendo a Napoli nelle ultime settimane. Il programma è pubblicizzato sul sito “difendersiora.it”, qui si può entrare nel vivo di tutta la galassia no vax o no Green pass, che rimanda anche ad un canale Telegram dove il certificato di vaccinazione è definito «Marchio verde» e si prospettano tutta una serie di iniziative legali contro l’obbligo di esibire il Green pass sui mezzi pubblici o nelle scuole. Manuela, rispondendo al telefono, crede probabilmente di parlare con un genitore no vax che, per aggirare gli obblighi, vuole iscrivere suo figlio ad un programma di scuole fai da te. Il progetto è previsto «per bimbi non vaccinati dai 5 agli 11 anni».

Costo - è scritto in una locandina sul sito web - è di 40 euro mensili e «a Napoli avremo la disponibilità del Chiostro di San Gregorio Armeno, grazie alle suore di San Patrizia». Quando Manuela comprende che invece siamo giornalisti che chiedono informazioni, spiega di doversi «confrontare con una collega» per rilasciare ulteriori dichiarazioni e chiarisce di essere vaccinata. Eppure l’homeschooling esiste da anni e prevede che siano gli stessi genitori a farsi garanti dell’istruzione dei propri figli senza mandarli a scuola. Ora però è la contingenza della pandemia, dell’obbligo vaccinale e delle mascherine in classe a generare una vera e propria caccia a scuole improvvisate, spesso organizzate nelle mura domestiche. Un mondo frastagliato che se ora ha attirato l’attenzione da parte di famiglie no vax o che comunque non intendono vaccinare i propri ragazzi, ha riscosso già successo a partire dal 2017 quando furono introdotte ulteriori vaccinazioni obbligatorie per iscrivere i figli a scuola.

Ma tra chi si interessa di istruzione parentale ci sono anche genitori che, dopo un anno ad osservare i propri bambini davanti ad uno schermo a seguire le lezioni da remoto, hanno solo interesse di non privarli di frequentare altri compagni. Non solo no vax, anche se ora sono la maggioranza. 

Il programma pubblicizzato sul web è onnicomprensivo. Viene spiegato che chi non ha intenzione di iscrivere i propri figli a scuola può essere assistito da un legale dell’associazione, l’Icca Onlus. «Un avvocato - è scritto - curerà i rapporti con il dirigente scolastico di riferimento ed il sindaco competente a vigilare. Docenti qualificati seguiranno la formazione degli allievi sino alla fine dell’anno scolastico ed al sostenimento dell’esame di idoneità all’anno successivo». Proprio a causa del boom di studenti ritirati dalle scuole e dirottati dai genitori all’istruzione parentale, lo scorso anno il ministero dell’Istruzione ha provato meglio a disciplinare questa pratica.

«A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione - ha chiarito il Miur - il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo. La scuola che riceve la domanda di istruzione parentale è tenuta a vigilare sull’adempimento dell’obbligo scolastico dell’alunno. A controllare non è competente soltanto il dirigente della scuola, ma anche il sindaco». In questo caso l’obiettivo degli organizzatori è esplicito e conferma anche il boom di richieste. «C’è il crescente interesse di diversi genitori, per le nostre proposte di home and outdoor education, in modo sussidiario, rispetto alle scuole che impongono patenti vaccinali. La nostra idea di fare scuola attraverso il gioco nasce dalle riflessioni qualificate dello psicologo ungherese Laszlo Polgar». 

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E in effetti l’idea formativa di queste scuole parentali si basano proprio sul gioco. «La didattica di tutte le materie - viene spiegato - ruoterà intorno all’insegnamento degli scacchi come veicolo sufficiente, se integrato da saperi collaterali, alla sana ed equilibrata crescita della mente e del corpo di ogni bambino». La frequenza alle lezioni è di quattro ore al giorno, «sabato compreso» viene specificato. Se gli insegnamenti non sortiscono effetti i referenti prevedono anche il rimborso: modello soddisfatti o rimborsati. «Al termine dell’anno scolastico - viene precisato - nel caso di mancato superamento dell’esame di idoneità alla classe successiva, Icca Onlus restituirà tutte le rette versate dal genitore». Le iscrizioni sono accettate fino al prossimo 6 gennaio e, parlando con Manuela, sono in tanti che si stanno interessando al progetto.

A promuovere l’homeschooling c’è anche un personaggio conosciutissimo della Disco-Napoli degli anni ‘90: Simona Sessa. Showgirl del programma cult Telegaribaldi, ex performer di burlesque nei locali campani e di tutta Italia, attrice e scrittrice. Oggi Simona promuove invece programmi di istruzione parentale e non solo. Al telefono si definisce «free vax», mentre sul proprio sito web «naturalmentesani.it» illustra le sue idee. «Sono una professionista dell’estetica, della bellezza e del mondo olistico. Da anni mi dedico con successo all’estetica (sono specializzata anche in quella maschile) e aiuto a essere più belli e curati». Non solo, ma aggiunge che «come hobby faccio la giornalista indipendente ed attivista, la vlogger come missione per aiutare la gente e per informare su come migliorare la propria salute e la propria vita. Oggi purtroppo per fare il giornalismo vero bisogna non lavorare per giornali o media per poter esprimere la verità. Se no si diventa uffici stampa di chi ci paga e la libertà di espressione non potrà mai essere garantita». Simona racconta al telefono che fa da insegnante di suo figlio di 11 anni e di aver messo in piedi un programma di homeschooling con altri genitori.

Se nelle ultime settimane il ricorso all’homeschooling è dovuto soprattutto ad aggirare le regole su vaccini, Green pass e mascherine, ci sono anche genitori che da anni provvedono all’istruzione dei propri figli, ma non perché sono no vax. È il caso ad esempio di Stefania D’Andrea che con i suoi tre figli di nove, sette e due anni, provvede lei stessa a fare da maestra. «È una scelta di vita», spiega la donna che ha creato su Facebook due gruppi che illustrano l’esperienza agli altri genitori. Stefania abita a Scampia e con suo marito ha deciso di non mandare i suoi bimbi in una scuola perché «il sistema scolastico è obsoleto, riempie le teste solo di nozioni e non abitua il bimbo al pensiero».

Non c’entrano vaccini e Green pass. «In questi giorni in tanti mi stanno chiedendo informazioni - spiega Stefania - e io le fornisco, ma sono quasi sempre genitori no vax che non vogliono vaccinare i propri figli. L’istruzione parentale è invece qualcosa di più serio ed è un modo differente di far crescere i propri bambini, non può essere una scorciatoia»

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