«Violento e recidivo: il sedicenne aggressore di Marechiaro affascinato dal padre capoclan»

«Violento e recidivo: il sedicenne aggressore di Marechiaro affascinato dal padre capoclan»
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 19 Maggio 2022, 12:01 - Ultimo agg. 20 Maggio, 12:36
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Affascinato dalla figura paterna e dal mondo criminale nel quale è cresciuto e si è mosso. Riottoso ai consigli della madre, capace di allontanarsi dalla comunità di recupero nella quale era stato collocato. È questo il quadro degli inquirenti sul ragazzino di 16 anni finito in cella per il duplice tentato omicidio consumato a Posillipo, la scorsa domenica.

È stato il gip del Tribunale dei minori di Napoli Paola Brunese a firmare gli arresti del minore, disponendo la sua permanenza in cella. Un provvedimendo adottato, sulla scorta delle indagini degli uomini della Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, sotto il coordinamento del pm Emilia Galante Sorrentino, alla luce delle testimonianze raccolte subito dopo le coltellate inferte sugli scogli di Marechiaro ai due sedicenni.

E proprio mentre il gip firmava l'arresto dell'aggressore, si è discusso di emergenza minorile nel corso del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, coordinato dal prefetto Claudio Palomba. A porte chiuse, a Palazzo di governo, si è discusso di emergenza giovanile, tanto che da Napoli parte un progetto che potrebbe essere esteso sull'intero territorio nazionale: al vaglio la possibilità di revocare il reddito di cittadinanza, e altre misure di sostegno sociale, a quei genitori i cui figli risultino inadempienti all'obbligo scolastico.



A Napoli e provincia - qualora la proposta andasse in porto - riguarderebbe più di 160mila famiglie, tante quante sono quelle che beneficiano della misura di sostegno introdotta con l'arrivo dei grillini al Governo. Un numero di famiglie superiore a quelle che complessivamente beneficiano della stessa misura in Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino e Val d'Aosta. Un bel pezzo di nord. L'idea è stata messa sul tavolo del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza convocato ieri in Prefettura, per fare il punto sugli ultimi episodi di violenza e disagio giovanile registrati nell'area metropolitana napoletana. Una escalation di violenza, con protagonisti minori già avvezzi all'uso delle armi, che richiede misure che vadano oltre quelle di polizia. La misura va nella direzione del contrasto al fenomeno della dispersione scolastica (particolarmente diffuso in Campania, con la regione al terzo posto nella speciale graduatoria nazionale).

Ma è evidente che l'obiettivo va oltre, e mira a porre un argine ai casi devianza giovanile sempre più frequenti nel capoluogo partenopeo come testimoniano le cronache più recenti. Di qui l'idea di privare di sussidi (oltre al reddito di cittadinanza, anche altre misure minori incluse nel piano sociale di zona) quei genitori che non mandano i figli a scuola. In tal senso - informa la Prefettura - presto sarà programmato un incontro per definire - di concerto con l'Inps - le modalità operative per procedere alla revoca delle indennità. Ma la portata della misura potrebbe non fermarsi qui: una volta definita, infatti, potrebbe riguardare anche un'altra categoria di soggetti responsabili di illeciti, quali i parcheggiatori abusivi.

Si tratta di aree di intervento che sono allo studio, alla luce della particolare attenzione del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nei confronti del caso Napoli. Sotto i riflettori del Viminale, grazie a una particolare cabina di regìa allestita in Prefettura a Napoli, la necessità di contrastare le occupazioni abusive delle case pubbliche, ma anche il dilagante fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Poi, negli ultimi mesi, la storia delle armi e della recrudescenza criminale per mano dei più giovani. Ha scritto il gip di Napoli, a proposito del 16enne figlio del boss, dopo i fatti di Marechiaro: «Non si stacca mai dal coltello, lo usa anche per andare in spiaggia», a dimostrazione dell'esigenza di intervenire sui fenomeni di devianza minorile.
 

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