Napoli senza skatepark: atleti orfani
di impianto a pochi mesi dalle Olimpiadi

Napoli senza skatepark: atleti orfani di impianto a pochi mesi dalle Olimpiadi
di Alessandro Bottone
Giovedì 12 Dicembre 2019, 15:11 - Ultimo agg. 15:42
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L'area nord di piazza Garibaldi a Napoli è stata inaugurata pochi giorni fa. Un volto nuovo dopo anni di attesa e degrado. Aiuole, alberelli, nuovi punti luce. Realizzate anche l’agorà e aree per lo svago con un campetto da basket, uno da calcio e delle giostre.
 

In fondo alla piazza, verso corso Garibaldi, è stata posizionata la «pista di skateboard», così come l'ha definita il sindaco, Luigi de Magistris, in un post su Instagram. Una definizione assolutamente sbagliata secondo Massimo Calviati, presidente di Tresessanta, una associazione fondata nel 2014 con l'obiettivo di valorizzare la disciplina legata allo skate e di creare una comunità di giovani, e non, legati dalla passione per questo sport. Secondo Calviati lo spazio costruito in piazza Garibaldi non è adeguato all'utilizzo da parte degli skater non solo per le ridotte dimensioni a disposizione per far “scivolare” il monopattino sul cemento ma anche per il fatto che la discesa sia dal centro verso l'esterno della pista, tra l’altro delimitata da dissuasori in metallo. Insomma poco spazio utile per le cosiddette “evoluzioni” che rappresentano il cuore di questa attività seguita da tantissimi napoletani e campani.

A Napoli non esiste al momento un vero e proprio skatepark. Una “mancanza” che stona di fronte a un appuntamento internazionale di fondamentale importanza, le Olimpiadi che si svolgeranno a Tokyo nel 2020. Quattro anni fa, infatti, lo skateboarding è stato riconosciuto tra le nuove discipline inserite nel programma dei prossimi giochi olimpici. Un traguardo importante come lo ha definito la FISR, Federazione Italiana Sport Rotellistici, che detta anche i parametri per l'omologazione degli impianti adeguati a diverse discipline. Gli skater napoletani, quindi, sono costretti ad allenarsi per strada, lasciando spazio all’improvvisazione, prendendo come riferimento gli adulti o comunque chi pratica lo sport da più anni. Molti si incontrano tra i grattacieli della «City», altri preferiscono la Galleria Umberto, il Rione Alto oppure lo spazio sottostante la rampa a Capodichino.
 
 

Eppure non era mancata una occasione, alla terza città d'Italia per numero di abitanti, di avere un impianto vero e proprio. Il progetto era stato presentato, qualche anno fa, proprio da Calviati a Palazzo San Giacomo: si trattava di una idea progettuale per gli spazi pubblici del Centro Direzionale di Napoli di competenza del Comune di Napoli. Un marchio importante avrebbe messo a disposizione la cifra utile per l'installazione di rampe e di tutto il necessario per creare uno skatepark. Una serie di installazioni perfettamente integrabili nello scenario della cittadella. Nonostante gli incontri e i sopralluoghi, come spiega il presidente di Tresessanta, non è stato fatto nulla e, scaduto il termine, lo sponsor ha ritirato la sua disponibilità a coprire le spese per l’opera. Altri sopralluoghi, seppur informali, erano stati svolti anche a Ponticelli, nella periferia est della città, con l’idea di recuperare un grosso spazio totalmente degradato per costruire le rampe sfruttando l’asperità del terreno.

La realizzazione di un impianto con tutti i crismi ha sicuramente costi importanti ma il problema non è sicuramente legato alla reperibilità di fondi e nemmeno alla disponibilità di spazi. Uno skatepark sarebbe innanzitutto un’area di aggregazione per tanti appassionati e rappresenterebbe un primo passo per creare un “polo” di crescita per chi guarda a questa disciplina non solo come un momento di puro svago e divertimento ma anche per i tanti che vorrebbero praticarla in maniera continua. Nonostante il sogno di molti cittadini, Napoli non si è ancora attrezzata per chi intende praticare lo skateboarding come un vero e proprio sport al pari di tutti gli altri.
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