Napoli Servizi, buco di 7,5 milioni
mai riscossi i crediti con il Comune

Napoli Servizi, buco di 7,5 milioni mai riscossi i crediti con il Comune
di Pierluigi Frattasi
Mercoledì 13 Febbraio 2019, 09:01
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Bufera sulla NapoliServizi. Il collegio dei sindaci boccia il bilancio 2017: «C’è un buco di 7,5 milioni di euro. Parere negativo». Soldi che la multiservice vanta nei confronti del Comune, ma che in parte non sarebbero nemmeno iscritti nel bilancio di Palazzo San Giacomo. Per l’organo di supervisione contabile, l’amministratore unico della NapoliServizi, Andrea De Giacomo, avrebbe dovuto presentare un decreto ingiuntivo all’amministrazione per rientrare delle somme, ma non l’avrebbe fatto. Il problema è che l’autorizzazione per recuperare i soldi dai creditori, secondo lo statuto della NapoliServizi, la deve dare proprio la proprietà. Intanto, l’assemblea dei soci non ha approvato il bilancio, arrivato col parere sospeso della società esterna di revisione contabile EY, ed è stata riconvocata martedì prossimo. Entro quella data, il Comune dovrà far sapere se intende pagare o meno i 7,5 milioni e in che modo. Una differenza non di poco conto, considerato che il bilancio 2017 della NapoliServizi si è chiuso con un «risultato netto accertato positivo di 517 euro» e che il Municipio è in pre-dissesto.

IL BUCO
Nel mirino ci finisce il «mancato riscontro alla circolarizzazione delle poste creditorie tra Comune e NapoliServizi». Secondo il collegio «il progetto di bilancio è gravato da incertezze circa due poste creditorie che, nel complesso, quotano 7.620.000 euro su un patrimonio netto dichiarato di 10.301.753 euro». Si tratta di due crediti che NapoliServizi vanta verso il Comune. Il primo relativo al contributo in conto esercizio 2011, da 4,3 milioni, un aiuto che Palazzo San Giacomo erogò a favore della società. Il secondo al contributo per la stabilizzazione di 60 Lsu per 3 milioni e 370mila euro.

LA STANGATA
«Considerato l’insieme dei fatti rilevati – scrive il collegio sindacale composto da Alessandro Sacrestano (presidente), Liliana Speranza e Francesco Vallefuoco - e le modalità e i tempi con cui essi si sono succeduti, in assenza di certezze sulla recuperabilità delle due poste creditorie discusse e l’impossibilità espressa dal revisore ad esprimere un giudizio sul bilancio, il collegio esprime parere negativo all’approvazione del bilancio».

I RILIEVI
Il primo caso è anche il più difficile. Nel 2011, il Comune iscrisse nel bilancio un contributo per la NapoliServizi che doveva essere dato in 10 rate da 850mila euro. Pagato effettivamente dal 2013 a gennaio 2017. Sulla questione, però, è intervenuto il Mef (Ministero delle Finanze) che ha sollevato perplessità sulla modalità di iscrizione del debito nel bilancio comunale (che sarebbe invece iscritto bene nel bilancio NapoliServizi). Secondo il Mef, infatti, il Comune avrebbe dovuto registrarlo tutto nel 2011, non spalmarlo su 10 anni. All’appello mancano le ultime 5 rate. Per il collegio, il Comune non è in grado di onorarle e il credito quindi sarebbe inesigibile. Martedì si saprà se l’Ente metterà i soldi. L’altra questione riguarda i 60 Lsu, assunti da NapoliServizi con un contributo della Regione da 3,6 milioni per 3 anni. La Regione, però, secondo NapoliServizi, avrebbe asseverato il credito al Comune.

LA CONVENZIONE
I sindaci, poi, contestano anche le modalità del rinnovo della convenzione tra Comune e NapoliServizi, «sottoscritta in forza di una delibera di giunta in luogo di una del Consiglio comunale». 
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