Napoli, protesta di Ncc e bus turistici davanti alla Regione Campania: «Abbiamo bisogno di
lavorare»

Sit-in davanti di Ncc e Bus turistici
Sit-in davanti di Ncc e Bus turistici
di Emma Onorato
Giovedì 17 Febbraio 2022, 14:56 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 14:27
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Tre ruote tricolore posizionate ai piedi di Palazzo Santa Lucia, come simbolo della crisi di un intero comparto messo in ginocchio dalla pandemia. Così, con un sit-in organizzato dinanzi la Regione Campania, continua la protesta delle categorie Nnc, Acncc e Bus turistici. Anche Confesercenti Federnoleggio Campania ha aderito alla manifestazione insieme alle altre sigle associative «la protesta continua e stamattina a Napoli, Roma, Milano, Torino, Palermo - Campobasso e Catania - i noleggiatori si fermano sotto alle Regioni,  sotto a quel pezzo di Stato che governa il territorio perché hanno bisogno di ricevere delle risposte», dichiara Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno.

Poi aggiunge: «Hanno bisogno di poter avere delle opportunità, ovvero hanno bisogno di lavorare e chiedono al governo di poter avere supporto ed aiuto.

Chiedono di poter avere sostegno. Hanno grande difficoltà, la moratoria l’hanno rifiutata, non l’hanno attivata. Questi signori hanno l’obbligo di pagare il leasing per il loro autobus, ma il turismo non c’è. Ci auguriamo che la Regione possa dare supporto a questa categoria. Il trasporto della nostra Campania può anche essere coadiuvato dal privato e ci auguriamo che la Regione ci possa ascoltare».

Un comparto che si sente abbandonato dalle istituzioni, ma che al contempo sembra determinato a rivendicare il diritto al lavoro. «Avevo un lavoro, adesso cosa faccio?» è una delle domande ricorrenti che affligge i lavoratori del settore; titolari che al momento non vedono un futuro per le loro famiglie e si chiedono come potranno continuare a lavorare senza turismo. E intanto aumenta il peso delle spese legate a mutui, leasing e finanziamenti che, sommate a quelle del carburante e delle utenze, diventano insostenibili.

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«Siamo stanchi - esordisce il vicepresidente dell'Associazione Bus turistici Campania, Michele Bianco - Purtroppo è come se fossimo fermi dal 2019 perché per noi la stagione turistica termina ad ottobre-novembre e riparte nei mesi di aprile e maggio». E anche se «non ci hanno mai chiusi è come se non fossimo mai ripartiti perché noi lavoriamo prettamente con il settore turistico straniero e locale». Si preme affinché il governo li supporti con lo sblocco dei fondi o attraverso dei congrui ristori perché «abbiamo avuto dei piccoli sostegni ma non adeguati». Una realtà che ancora cerca di medicarsi le ferite causate dalla pandemia, ma che purtroppo si ritrova a fare i conti anche con il problema della mancata manodopera perché «non abbiamo più autisti e non è facile trovare dei professionisti» in linea con questo tipo di professione. 

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