Tre ruote tricolore posizionate ai piedi di Palazzo Santa Lucia, come simbolo della crisi di un intero comparto messo in ginocchio dalla pandemia. Così, con un sit-in organizzato dinanzi la Regione Campania, continua la protesta delle categorie Nnc, Acncc e Bus turistici. Anche Confesercenti Federnoleggio Campania ha aderito alla manifestazione insieme alle altre sigle associative «la protesta continua e stamattina a Napoli, Roma, Milano, Torino, Palermo - Campobasso e Catania - i noleggiatori si fermano sotto alle Regioni, sotto a quel pezzo di Stato che governa il territorio perché hanno bisogno di ricevere delle risposte», dichiara Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno.
Poi aggiunge: «Hanno bisogno di poter avere delle opportunità, ovvero hanno bisogno di lavorare e chiedono al governo di poter avere supporto ed aiuto.
Un comparto che si sente abbandonato dalle istituzioni, ma che al contempo sembra determinato a rivendicare il diritto al lavoro. «Avevo un lavoro, adesso cosa faccio?» è una delle domande ricorrenti che affligge i lavoratori del settore; titolari che al momento non vedono un futuro per le loro famiglie e si chiedono come potranno continuare a lavorare senza turismo. E intanto aumenta il peso delle spese legate a mutui, leasing e finanziamenti che, sommate a quelle del carburante e delle utenze, diventano insostenibili.
«Siamo stanchi - esordisce il vicepresidente dell'Associazione Bus turistici Campania, Michele Bianco - Purtroppo è come se fossimo fermi dal 2019 perché per noi la stagione turistica termina ad ottobre-novembre e riparte nei mesi di aprile e maggio». E anche se «non ci hanno mai chiusi è come se non fossimo mai ripartiti perché noi lavoriamo prettamente con il settore turistico straniero e locale». Si preme affinché il governo li supporti con lo sblocco dei fondi o attraverso dei congrui ristori perché «abbiamo avuto dei piccoli sostegni ma non adeguati». Una realtà che ancora cerca di medicarsi le ferite causate dalla pandemia, ma che purtroppo si ritrova a fare i conti anche con il problema della mancata manodopera perché «non abbiamo più autisti e non è facile trovare dei professionisti» in linea con questo tipo di professione.