Boscoreale. Un quartiere super controllato, con vedette in punti strategici e pusher pronti alla vendita di droga. Così il rione Piano Napoli di Boscoreale appariva fino a qualche giorno fa su Google Street View, il portale che permette di passeggiare in maniera virtuale in tutto il mondo, anche negli scavi di Pompei, e negli Stati Uniti addirittura all'interno dei centri commerciali.
Le immagini sono state aggiornate da poco, ma in precedenza il quartiere di edilizia popolare di via Settetermini – nel Comune di Boscoreale, a poche centinaia di metri da Torre Annunziata – sul web era semplicemente una piazza di spaccio di stupefacenti, attiva chiaramente anche in pieno giorno.
Un quartiere bunker. La Google-car, però, si è tranquillamente addentrata nel labirinto di stradine, tra le palazzine del rione costruito in gran fretta dopo il sisma dell'80 per accogliere i terremotati di Napoli. E la sua telecamera ha catturato frame eloquenti. Accedendo dal lato nord del quartiere, tra gli alberi spunta uno dei pusher in attesa dei clienti: camicia chiara e pantaloncini di jeans, è appoggiato ad un muretto, nei pressi di una rampa di scale del perimetro del quartiere. Guarda, curioso, quell'auto: non è un cliente, non si avvicina, fa finta di nulla. Basta proseguire nel giro, ed ecco che la Google-car viene addirittura seguita. C'è una giovane vedetta in scooter, senza casco. Pantaloni bianchi e t-shirt blu, il ragazzino «accompagna» con lo sguardo l'auto per alcune decine di metri, scruta la telecamera montata sul tettuccio, cerca di capire se si tratta delle «guardie» o di un visitatore innocuo.
Dopo qualche frame, scompare: forse ha capito che si tratta solo del motore di ricerca più diffuso al mondo, il logo Google era abbastanza visibile sulla vettura. Le indagini delle forze dell'ordine e i racconti di molti pentiti hanno dimostrato che nel giro dello spaccio, al Piano Napoli, si entra da bambini. Tra gli 8 e i 12 anni si comincia a fare le vedette, fino ai 14-15 i ragazzini vengono utilizzati per spostare droga senza essere notati, e poi si entra ancora minorenni nello spaccio vero e proprio. I «grandi», intanto, fanno i conti, pagano gli stipendi, gestiscono i grossi quantitativi di droga, distribuiscono le dosi ai pusher di strada, hanno le armi per difendersi. Si guadagna dai 150 euro in su a settimana per coprire un turno di «lavoro», con i bonus per chi vendeva più droga. Hashish, marijuana, cocaina, crack, ma anche pasticche e «amnèsia»: al Piano Napoli si trova praticamente di tutto, tanto da meritare l'appellativo di Scampia del Vesuviano.
Ma il giro sulla Google-car prosegue. Si svolta a sinistra, poi a destra, e ancora a sinistra. Ecco che l'automobile è nel cuore del quartiere, costeggia a destra e a sinistra le palazzine rosse, tra cancellate, piccoli locali e catenacci. C'è gente al balcone che osserva, persone sedute lungo i muretti, qualcuno forse attende il «carico». Ad un incrocio ecco il gruppo più folto. Si tratta di tre pusher, vestiti di nero, che hanno avvistato la vettura e le vanno incontro. I pochi fotogrammi spiegano come gli spacciatori si avvicinino alla vettura e poi capiscono che non è un cliente, bensì un innocuo visitatore «curioso». Il racconto virtuale al Piano Napoli finisce pochi clic dopo con il solito venditore abusivo di cozze: anche lui è protagonista fisso del rione.