«Voglio parlare con i miei figli» e spara contro la casa della moglie

«Voglio parlare con i miei figli» e spara contro la casa della moglie
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 30 Aprile 2018, 07:15
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Si è presentato sotto l'abitazione della moglie chiedendo di farsi aprire la porta. Ma dall'appartamento nel quale vivono la consorte e i due figli minorenni una voce gli ha risposto: «Vattene». A quel punto l'uomo, un 49enne residente a San Giovanni a Teduccio, è andato via. Scomparso. Dopo qualche ora, però, stando ad alcuni testimoni, è ritornato impugnando una pistola. E ha fatto fuoco, esplodendo ben 13 colpi contro le finestre della madre dei suoi figli.

Ennesimo caso di violenza domestica. Ma - questa volta - ci sono di mezzo una pistola e le pallottole che avrebbero potuto fare una strage.

I carabinieri indagano su questo caso che nasconde ancora molti lati oscuri. Il fatto è accaduto in via Pazzigno sabato pomeriggio. È qui che l'uomo si era recato chiedendo di poter vedere i propri figli. Di fronte al netto diniego della moglie sarebbe scattata la vendetta.

Dopo meno di un'ora il 49enne sarebbe infatti tornato all'ingresso della palazzina, armato di pistola. E, preso da una irrefrenabile rabbia, si sarebbe scatenato svuotando l'intero caricatore: i proiettili non hanno fortunatamente provocato né vittime né danni alle cose.
 
Ai primi fragori dell'arma qualcuno ha pensato bene di allertare le forze dell'ordine: dalla centrale operativa dei carabinieri è stato così diramata la nota che ha portato due gazzelle dei militari dell'Arma sul posto. Ma quel punto il misterioso pistolero si era già dileguato.

Interrogati alcuni testimoni che al momento delle esplosioni si trovavano sul posto, e ascoltata la moglie, i sospetti si sono concentrati sull'uomo che - a quanto pare - da tempo si trova al centro di un contenzioso giudiziario matrimoniale, il cui esito potrebbe determinare l'allontanamento dai figli e il loro affidamento alla coniuge.
Tredici colpi di pistola. E il panico tra i residenti. «Abbiamo pensato che stessero sparando a qualcuno - dice un testimone - e ci siamo rintanati in casa». Altri hanno ipotizzato che quelle esplosioni in successione potessero essere ricondotte a un raid armato. «Credevamo che stessero facendo una stesa, dice Angelo C, 30enne del posto. Solo dopo abbiamo realizzato tutto: qualcuno dice di aver visto il marito della signora che abita al terzo piano da sola, con i suoi due figli, estrarre un'arma e fare fuoco».

L'episodio avvenuto nel quartiere di San Giovanni a Teduccio si inquadre nell'ambito dei casi - oramai sempre più frequenti - di violenze contro le donne e connessi a cause di separazione o divorzio.

La posizione dell'uomo è adesso al vaglio degli investigatori. Prima di poter procedere almeno con una denuncia, i carabinieri cercano di ricostruire l'esatta dinamica e - soprattutto - l'identità dell'uomo che, armato di una semi-aautomatica - ha sparato ben 13 colpi sotto quell'abitazione. Sembra comunaue esclusa la matrice camorristica dell'agguato.

La zona teatro del raid è comunque una di quelle in cui si registra un'altissima concentrazione di criminalità organizzata. Se la versione dei fatti dovesse essere confermata, e se il caso fosse riconducibile comunque ad un contesto familiare e privato, per lo sparatore potrebbe scattare una denubncia in stato di libertà per porto abusivo di arma da fuoco. Massima attenzione viene in queste ore dedicata alla moglie dell'uomo, che è stata ascoltata e che - a breve - potrebbe essere convocata di nuovo in caserma.
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