C’è una squadra che ancora prima di scendere in campo ha già vinto. È quella dei giovani trapiantati napoletani, che sotto un sole d’estate hanno corso, sudato e segnato ai Colli Aminei in nome di una causa per la quale i loro genitori si battono da anni, riuniti in un’associazione che ha scelto per nome un messaggio: «Donare è vita».
Hanno tra i 12 e i 18 anni i ragazzi che si ritrovano in un sabato di settembre sul rettangolo di erba sintetica messo a disposizione dall’Oratorio Karol in una giornata organizzata dall’associazione e patrocinata dal Centro regionale trapianti, diretto da Antonio Corcione.
Anche nella fase più acuta della pandemia il Centro regionale trapianti non si è mai fermato. «Grazie a questo impegno e ad una sensibilità crescente sul fronte delle donazioni, nel 2020 in Campania abbiamo fatto, tra adolescenti e adulti, 23 trapianti di cuore. Uno dei risultati migliori in Italia», sottolinea Petraio.
Sono tanti i giovani campani che grazie ad un dono hanno potuto riprendere in mano la propria vita. Ma oggi a battere più forte che mai è il cuore delle mamme e dei papà che li vedono finalmente ridere e giocare. Diana Sacco, mamma di Ilaria, 14 anni da compiere a gennaio, racconta una resistenza lunga oltre due anni. «Mia figlia è stata trapiantata a febbraio 2020, proprio mentre stava arrivando il Covid. Così, dopo aver trascorso in ospedale 380 giorni, 270 dei quali col cuore artificiale, è stata reclusa per un altro anno, in quanto soggetto fragile. Oggi è la sua prima uscita, per lei è come tornare a vivere. Due giorni fa è tornata a scuola e oggi è emozionatissima per aver rivisto i suoi amici trapiantati. Vederli correre all’aperto e incontrarci tutti fuori dall’ospedale è un’emozione unica», confessa commossa mamma Diana.
Un piccolo grande passo verso la normalità che in epoca di pandemia ha un valore duplice. «Sono tempi ancora più difficili per chi ha subito un trapianto, questa è la prima manifestazione che facciamo da quando c’è il Covid. Un momento di condivisione e di gioia che rafforza il messaggio. Già essere qui è una vittoria», osserva Barbara Leone, referente della Formazione per il Centro regionale trapianti, spiegando il senso di una festa della speranza organizzata in memoria di Adele, che ha donato i propri organi, e di Giovanni, morto a 12 anni per infezione da Covid mentre attendeva un secondo trapianto.
«Ma oggi celebriamo la vita. Non a caso, il nostro slogan è “Scegli la vita”», sottolineano Andrea Petraio e Barbara Leone. Non a caso, mentre i ragazzi si contendono il pallone sul campo di erba sintetica, nel piazzale dei Padri rogazionisti altri giovani trapiantati cantano e suonano con la collaborazione della scuola Musicapnea. Un inno alla vita al quale si sono aggiunti nel corso della giornata il comico Ciro Giustiniani, il sassofonista Daniele Sepe, la band emergente “Agosto sulla luna”, finalista a Sanremo Rock, e il cantautore Renato Maggio.