Ucraina, a Napoli la manifestazione per la pace con Manfredi, Fico e Conte

Ucraina, a Napoli la manifestazione per la pace con Manfredi, Fico e Conte
di Emiliano Caliendo
Sabato 12 Marzo 2022, 15:37 - Ultimo agg. 13 Marzo, 09:10
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Il sole di Napoli come quello di Odessa, città costiera ucraina, dove fu composta la più famosa canzone napoletana nel mondo: “'O Sole Mio”. Le sue note risuonano nel soleggiato sabato mattina di piazza Municipio dove si è tenuta la manifestazione “Cities stand with Ukraine” organizzata dal Comune di Napoli, nata nell’ambito dell’iniziativa di Eurocities, organizzazione che comprende i sindaci delle principali città europee. Centinaia le persone presenti in piazza. Tante le realtà associative che hanno voluto manifestare la propria solidarietà al popolo ucraino e il loro anelito di pace tra cui Arci, Anpi e Acli. A fare gli onori di casa il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, insieme ai suoi assessori.

Dopo l’abbraccio al console ucraino Maksym Kovalenko, presente in piazza con la moglie e i suoi due figli, Manfredi, al momento fuori dalla cabina di regia della prefettura sull’emergenza umanitaria, ha chiesto «regole certe» sull’accoglienza: «Ci aspettiamo dal ministero degli Interni e dalla Regione indicazioni chiare sul fronte organizzativo.

Pensiamo al tema dell’accoglienza dei minori. Abbiamo tantissimi minorenni che stanno arrivando, molti dei quali non accompagnati. A ciò segue il tema dell’inserimento scolastico. Questi sono due aspetti critici che vanno definiti in tempi rapidi». 

Numerosi i militanti e i dirigenti del Partito democratico, tra gli altri il coordinatore metropolitano Marco Sarracino e la senatrice Valeria Valente. Folta anche la presenza in piazza della delegazione del Movimento 5 Stelle con i deputati Gilda Sportiello e Alessandro Amitrano ma soprattutto il presidente della Camera, Roberto Fico, e il leader del partito, Giuseppe Conte. «Dobbiamo riuscire a trovare una strada per la pace. In queste condizioni – propone Fico - ognuno deve rinunciare a qualcosa. Sono convinto serva un cessate il fuoco immediato e che Mosca debba riconoscere l’indipendenza e la costituzione di Kiev. E che Kiev inizi a fare un discorso di neutralità permanente rispetto alla Nato.  Poi potremo affrontare le questioni successive. Ma bisogna partire da dei tasselli che portino verso la pace». 

La terza carica dello Stato ha affrontato anche il tema sanzioni e caro energia: «Bisogna fermare in tutti i modi Putin con le sanzioni, che vanno inasprite e coordinate, per poi tornare a discutere ad un tavolo. Oggi non siamo in un’economia di guerra ma dobbiamo prepararci per il futuro, cercando di sciogliere una serie di nodi, in particolare europei, non ancora risolti. Per esempio, i piani energetici europei e nazionali fatti in un certo modo. Andavano fatti 20 anni fa e non sono stati portati a termine». Fico si riferisce ad un Energy Fund, idea ripresa dal capo del suo partito: «Dobbiamo varare un progetto europeo di Energy Fund - afferma Conte -, ovvero risorse finanziarie basate su debito comune per reagire tempestivamente ed una serie di strumenti per contrastare il caro energia. Sul piano interno lo Stato deve ergere una diga per proteggere famiglie e imprese sin da subito. Serve uno scostamento di bilancio, inutile farlo più in là quando i costi per gli interventi saranno aumentati». 

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Sulla guerra l’ex premier auspica che la posizione della Cina resti neutrale: «Siamo qui per esprimere il nostro sostegno e il nostro no a questa guerra assolutamente ingiusta e inaccettabile. Sicuramente in prospettiva questo è un conflitto che potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici complessivi, dobbiamo perciò augurarci che la Cina non si schieri e rimanga assolutamente neutrale. Dobbiamo continuare a dialogare perché la comunità internazionale deve essere compatta. Per questo è importante anche il ruolo della Cina, che andrà coinvolta nell’affermare i valori della democrazia e il principio dell’autodeterminazione di un popolo». 

L’evento si è concluso con il giro della piazza da parte dei cittadini e delle autorità istituzionali e politiche, srotolando un drappo rosso lungo almeno una quarantina di metri, volto a simboleggiare «il sangue versato inutilmente a causa della violenza, in questo caso di una guerra ignominiosa», dice Tina Licciardiello del circolo San Ferdinando del Partito Democratico. Tra i presenti anche il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, che ha ribadito la volontà del suo comune e di tutta l'isola d'Ischia di ospitare i rifugiati ucraini, anche tramite un accordo con i privati in particolare le strutture di Federalberghi.

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