Video hot sul web, la battaglia di Flavia: «Io come Tiziana, violentata a 12 anni»

Video hot sul web, la battaglia di Flavia: «Io come Tiziana, violentata a 12 anni»
di Viviana Lanza
Domenica 31 Marzo 2019, 09:30 - Ultimo agg. 16:02
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Nel 2006 era una bambina, non aveva ancora compiuto 13 anni e da poco era tornata a vivere con la nonna dopo essere stata per un certo periodo in collegio, in seguito alla separazione dei suoi genitori. «Frequentavo la seconda media e ogni mattina, prima di andare a scuola, mi fermavo in un bar vicino a casa per la colazione. Fu lì che conobbi quell'uomo che si mostrava premuroso, a volte mi dava un passaggio. Ero bambina, non pensavo in maniera maliziosa, scambiai le sue attenzioni per pura gentilezza e iniziai a rispondere alle sue domande quando mi chiedeva di me, della mia famiglia, di dove abitavo, e così via. Mai avrei immaginato che tutte quelle informazioni le avrebbe usate per ricattarmi e costringermi ad assecondare le sue perversioni». Comincia così il racconto di Flavia, nome di fantasia per proteggere la privacy della ragazza che oggi ha 25 anni e ha testimoniato al processo contro l'uomo che avrebbe abusato di lei per quasi 10 anni.
 
Quinta sezione penale. L'udienza si svolge a porte chiuse. Flavia siede sul banco dei testimoni, è il momento del suo esame. Fa fatica a parlare quando il racconto degli abusi passa per i dettagli più intimi. Si fa forza, risponde alle domande di giudice, pm, avvocati. In aula le vengono mostrate anche le foto sequestrate nel pc dell'imputato, le commenta non senza imbarazzo e peso emotivo. Nel processo Flavia è parte civile, assistita dagli avvocati Giovanna Cacciapuoti e Susy Liberti. Quando esce dall'aula accetta di raccontare la sua storia.

«Lo faccio per chi leggendo può immedesimarsi e trovare la forza di denunciare. Io l'ho fatto tardi, ma adesso mi sento come liberata. Ho ancora da risolvere i miei problemi, ma già essere qui per me vuol dire tanto. Nessuno in famiglia sa della mia storia, nemmeno la mia migliore amica. Le pressioni ricevute da bambina mi hanno reso una persona introversa, ho l'ansia perenne e tante paure che spero piano piano di superare». L'ottimismo si alterna ai pensieri bui. «Per sottrarmi a quell'uomo ho pensato di tutto, anche di fare i bagagli e fuggire, cambiare città e vita ma poi sarei stata comunque sola e avrei dovuto allontanarmi anche da mia nonna. Ho pensato persino di fare una pazzia e togliermi la vita quando due anni fa minacciò di mettere in internet le foto e i video che mi aveva fatto da bambina. A quel punto ho detto basta, lo denuncio. Non ce la facevo più ad andare ancora da lui».

Flavia torna indietro nel tempo. Ha dodici anni e fame di affetto. L'uomo che la ferma in strada ha 35 anni, dice di essere un poliziotto (fingendo, si accerterà poi) e un padre e le fa credere di comprendere le difficoltà della bambina, conquistando così la sua fiducia. La porta a casa sua con la scusa di qualche regalino o delle scarpe dismesse della figlia che vorrebbe donarle e che sono proprio quelle che Flavia ha sempre desiderato. Così cominciano gli abusi. Lui convince Flavia a spogliarsi e compiere atti sessuali, farsi fotografare o filmare, e guardare foto e video di altre ragazze, un po' più grandi di lei ma comunque giovanissime. «All'inizio non mi rendevo conto, con il tempo poi ho capito e non sapevo come liberarmi. Mi costringeva a non parlarne a nessuno, minacciando di far arrestare mia nonna o di rispedirmi in collegio. Non mi ha mai picchiata ma in un'occasione mi mostrò una pistola e in un'altra un coltello. Ho sempre avuto paura». Flavia racconta quasi dieci anni di incontri con quest'uomo, incontri che lei, crescendo e diventando sempre più consapevole, cercava di diradare trascorrendo dei periodi a casa di parenti fuori Napoli, lontano da Bagnoli. Fino a quando due anni fa, a un rifiuto di lei, lui minaccia di mettere online le foto dei loro approcci raccontando a tutti il segreto. «Sapevo della storia di Tiziana Cantone - racconta Flavia - e a quel punto ho pensato che era il momento di dire basta, e ho denunciato. Ora se lo incrocio per strada mi guarda ma non mi avvicina più. E io sono pronta a recuperare la mia vita, per tornare libera».
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