Stupro nella stazione della Circum, sul web minacce agli indagati: «Evitate di uscire di casa»

Stupro nella stazione della Circum, sul web minacce agli indagati: «Evitate di uscire di casa»
di Viviana Lanza
Sabato 30 Marzo 2019, 08:00 - Ultimo agg. 11:51
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Il reato contestato è grave e odioso e il provvedimento di scarcerazione deciso dai giudici del Riesame nei giorni scorsi, mentre le indagini sono ancora in corso e si è in attesa del deposito delle motivazioni, ha causato nell'opinione pubblica una reazione istintiva che sta alimentando l'odio sui social. I profili Facebook dei tre giovani indagati per lo stupro avvenuto in un ascensore della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano sono stati visitati da centinaia di persone che hanno lasciato commenti durissimi, offese, addirittura minacce: «Fossi in te non uscirei più di casa» e più esplicite minacce di morte. I messaggi aggressivi sono stati rivolti anche all'indirizzo degli avvocati del collegio di difesa degli indagati.
 
Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino sono chiusi nel silenzio, dopo aver trascorso tre settimane in cella ed essere tornati liberi nei giorni scorsi su decisione del Riesame. Antonio Borrelli, il terzo indagato, è ancora in carcere, in attesa della sua istanza al Riesame e spera in una scarcerazione anche per lui. E dopo l'Associazione nazionale magistrati, anche la Camera penale di Napoli presieduta dall'avvocato Ermanno Carnevale è intervenuta su ciò che sta accadendo attorno a questa brutta storia su cui indaga la Procura. I penalisti denunciano «l'inaccettabile comportamento di autorevoli esponenti del governo che, attraverso il ricorso a messaggi avulsi da ogni considerazione articolata e destinati a raggiungere il più vasto numero di cittadini, in un clima di perenne campagna elettorale e di facile caccia al voto, denota un irresponsabile uso della giustizia quale strumento di creazione del consenso». La giunta della Camera penale ha dunque firmato una nota per esprimere «piena solidarietà ai magistrati del Riesame di Napoli e ai colleghi», e «stigmatizzare comportamenti che paiono dimentichi dei più elementari principi di civiltà giuridica posti a presidio dei diritti di libertà dei cittadini, del diritto di difesa e del doveroso rispetto da osservarsi nei confronti della giurisdizione». Gli avvocati puntano l'accento sul clima sociale e sul rischio di «ingenerare un diffuso sentimento di sfiducia nella Giustizia e nelle decisioni della magistratura, oltre a una generale insofferenza nei confronti dell'esercizio delle prerogative difensive».
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