Napoli, il ponte dei suicidi: reti e recinzioni per fermare la catena di tragedie al Virgiliano

Napoli, il ponte dei suicidi: reti e recinzioni per fermare la catena di tragedie al Virgiliano
di Paolo Barbuto
Giovedì 23 Settembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 24 Settembre, 17:36
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L’ultima tragedia è avvenuta domenica scorsa, nel giorno di San Gennaro: una persona ha deciso di togliersi la vita e l’ha fatto lanciandosi nel vuoto dal ponte di Viale Virgilio, quello che conduce verso il parco Virgiliano. Non scenderemo in nessun particolare, non diremo nemmeno se era un uomo o una donna perché il dolore di certe tragedie non va amplificato sulle colonne dei giornali. Però quello di domenica scorsa è il quarto tragico evento nel giro di tre mesi, impossibile far finta di nulla ed evitare di parlare del fenomeno che sta diventando incontrollabile. Proprio nel tentativo di arginare le tragedie, si è mossa la questura di Napoli.

Subito dopo l’ultimo suicidio, quello del giorno di San Gennaro, è stata inviata al Comune di Napoli una nota da parte della Questura: bisogna alzare una barriera davanti ai marmi di quel ponte, è necessario rendere difficile lo scavalcamento a chi si ritrova cattivi pensieri nella testa. La questione è stata, purtroppo, ampiamente studiata dagli esperti: chi decide d’improvviso di compiere un gesto fatale, agisce d’impeto, scavalca e si getta nel vuoto.

Se, però, sulla strada delle sue intenzioni suicide la persona trova un ostacolo difficile da sormontare, allora c’è una possibilità che cambi idea. Ecco perché piazzare quelle recinzioni può trasformarsi in un modo per evitare future tragedie.

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Pienamente giustificato dalla necessità di fare in fretta, il Comune ha aderito alla richiesta con materiale d’emergenza. Sul ponte, ieri mattina, è stata mandata una squadra di operai della NapoliServizi che ha piazzato, di fianco ai marmi delle balaustre, un po’ du quei ferri che abitualmente si usano per recintare palazzi malmessi o cantieri lungo la strada. Le strutture sono state avvolte nella plastica rossa da cantiere, legate alla balaustra con il filo di ferro e circondate anche da nastro di plastica rosso e bianco che segnala lavori in corso.
Si tratta di una soluzione esteticamente inguardabile ma se servirà ad evitare altre tragedie andrà benissimo così com’è.

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Plaude all’iniziativa il presidente municipale Francesco de Giovanni che da sempre presta attenzione massima alle vicende di quella zona: per lunghi anni è stato in lotta contro la devastazione degli alberi e la mancata manutenzione delle strade, da qualche settimana anche lui si trova disperatamente a fare i conti con la sequenza di suicidi che sta travolgendo il ponte: «Sono entusiasta di quel che si sta facendo. Si tratta di un modo per evitare l’emulazione, per fermare chi ha intenzione di togliersi la vita. Ovviamente nell’emergenza di oggi va benissimo la soluzione adottata da Palazzo San Giacomo. Mi permetto, però, sommessamente, di chiedere che fin d’ora si pensi a progettare qualcosa che abbia le stesse determinanti funzioni ma che sia più gradevole da vedere. Chiarisco ancora una volta che ritengo fondamentali le recinzioni messe in queste ore, ma mi permetto di chiedere che si pensi alla possibilità di creare in futuro qualcosa che non offenda la vista».

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Non c’è, ovviamente, nemmeno un’ipotesi per la realizzazione di una cancellata da sistemare in forma definitiva. Anche se l’ipotesi di far partire un progetto potrebbe finalmente comprendere anche un restyling del ponte che da anni è in bilico, perde pezzi e, in certi tratti, è pericolossissimo, soprattutto per i bambini. Ci sono porzioni di colonnette di marmo che, estirpate da vandali, lasciano spazi verso il vuoto attraverso i quali un piccino può facilmente passare, ci sono parti di intonaci ed elementi decorativi che il tempo ha spaccato e sono mezze cadenti sia verso l’interno che verso l’esterno, con rischi evidenti per chi transita sulla sottostante Discesa Coroglio. Insomma, quel ponte chiedeva attenzione da anni. Adesso, per scongiurare altre tragedie, l’attenzione dovrà necessariamente essere altissima.

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