Napoli, racket sui cantieri del superbonus: «Pagate o vi facciamo saltare in aria»

Napoli, racket sui cantieri del superbonus: «Pagate o vi facciamo saltare in aria»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 15 Ottobre 2021, 23:55 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 08:15
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Vanno porta a porta, puntano ai lavori del bonus casa. Pizzo vecchia maniera, di quello violento, predatorio: «Dov’è il capo? Chi è che conduce il cantiere? Mettetevi apposto, altrimenti da domani è meglio che non vi presentate... conosciamo tutto dell’azienda, vi facciamo saltare in aria...». Stesso refrain di sempre, con la differenza che - dopo i mesi della pandemia -, le richieste di estorsione sono letteralmente esplose. Da un lato la città che riparte, dall’altro l’iter del superbonus 110 che si è semplificato di molto rispetto agli esordi: la città ritrova il ritmo di sempre, tanti lavori nei condomìni cittadini, ma c’è un boom di richieste estorsive. Un fenomeno attestato in queste settimane dal leader di Sos impresa Luigi Cuomo, ieri mattina ricevuto dai carabinieri del comando provinciale, in un incontro che ha un obiettivo fin troppo chiaro: offrire un contributo alle indagini, portare segnalazioni, denunce e anche semplici suggestioni raccolte in questo primo periodo dell’anno. 

Spiega al Mattino Luigi Cuomo: «C’è un indiscutibile aumento di richieste estorsive, almeno a giudicare dalle segnalazioni che ci sono giunte. Abbiamo registrato due modi di imporre il racket sul nostro territorio: quello vecchio stile, violento e predatorio, che corrisponde alla classica “bussata di porta”, con l’avvertimento nei cantieri, che punta a monetizzare subito. Poi c’è un secondo modo di imporre il pizzo, che passa attraverso il racket delle forniture, con un boom di prezzi delle materie prime che è letteralmente esploso. Hanno il monopolio, impongono prezzi e materie prime». Ma torniamo al racket sul bonus 110. Si tratta di uno strumento che si è semplificato a partire dallo scorso marzo, dando di fatto il via a tanti cantieri, al centro e in periferia. Si tratta di finanziamenti che vengono scaricati sullo Stato dalle ditte edili, quanto basta a spingere le organizzazioni criminali a non avere indugi. Conoscono le regole, sanno che il peso della eventuale tangente non si abbatte su una bottega artigianale o su un ristorante, ma finisce con l’interessare i finaziamenti messi a disposizione dallo Stato. Un motivo in più per non avere esitazioni. È successo a Fuorigrotta e a San Giovanni a Teduccio, puntando sempre alla gestione di interi edifici ingabbiati da impalcature e tubi Innocenti. Vicende su cui sono allertati i carabinieri del comando provinciale e gli uomini della Mobile, in uno scenario in cui si cerca di ricostruire quanto emerso dalle rispettive segnalazioni.

Sono diverse le verifiche disposte in questo periodo, che fanno leva su immagini di videocamere e quanto emerso da attività di appostamento. Siamo all’inizio, ma il quadro sembra chiaro. Un tempo si puntava ai cantieri per le opere pubbliche, sulle grandi opere, oggi lo scenario è cambiato. C’è chi ha il controllo delle strategie degli amministratori di condominio, c’è chi nota l’allestimento delle impalcatura e si presenta con tutto il carico della propria arroganza. Soprusi all’insegna dello stesso ritornello: «Qua ci siamo noi... mettetevi apposto... se non lo fate non potete andare avanti con il lavoro». Posti differenti, quartieri lontani gli uni dagli altri, ma c’è sempre la stessa logica. Quanto basta a spingere qualcuno a chiedere aiuto. 

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Spiega Cuomo di Sos racket: «Da anni rappresentiamo sul territorio un presidio, vogliamo continuare a farlo proprio in questo periodo, anche alla luce degli alert che arrivano dal territorio». Da Pianura al centro storico, il messaggio è sempre lo stesso, sembra di capire: «Verifichiamo tutto, prima di rivolgerci ai carabinieri o alla polizia. Sappiamo che non basta una segnalazione, abbiamo fatto visure camerali e preso informazioni, prima di riportare tutto agli inquirenti. È un lavoro che ti costringe ad essere attento, perfino nei confronti di chi chiede di aderire alla nostra associazione senza averne i requisiti». Ma a chi sta subendo richieste estorsive, in questo periodo, cosa dicono i vertici di Sos impresa? «Di raccogliere ogni informazione e di portarla a noi, che abbiamo un protocollo con le forze dell’ordine». E non è tutto. Si punta ad incentivare l’allestimento di sistemi di videosorveglianza, fosse anche a tutela di un edificio condominiale di periferia, per raccogliere elementi utili a mettere a fuoco incursioni e soprusi di chi - in questo periodo - ha accettato a migliorare case e arredi urbani, sfruttando le possibilità del superbonus 110. 

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