L'ultima rapina lo scorso 29 novembre. Pochi minuti prima delle tredici sei persone armate di lupara e mazze da baseball, bloccano all'interno del bar clienti e dipendenti. Per cinque minuti, i banditi malmenano dipendenti troppo lenti nel consegnare soldi, sigarette e gratta e vinci. Poi sono scappati via con un bottino di 15mila euro. «Durante questa ultima rapina dice Maurizio Invigorito - mio nipote che si era rifugiato nel deposito blindato, da dove ha visto tutto grazie alle 20 telecamere installate, ha chiamato il 113. Una volante della polizia è arrivata dopo un'ora e trentasei minuti. Non entro nel merito del ritardo, ho troppa stima per la polizia e i carabinieri di Afragola, ma qui in città sappiamo che sia la caserma che il commissariato hanno numeri di organico indecenti per un territorio asfissiato dai clan. Ora conclude il tabaccaio più rapinato di Napoli e provincia siamo ad un punto di non ritorno».
È dunque emergenza criminalità nell'area a nord di Napoli. Mentre tra Casoria e il quartiere napoletano di San Pietro a Patierno, divisi solo da una strada, i clan con le recenti stese e relative ritorsioni, si preparano una nuova faida, Afragola fa i conti con una micro criminalità feroce e spietata, inedita negli ultimi dieci anni. In poco meno di due settimane almeno quattro clamorosi episodi di criminalità. Il primo l'assalto al bancomat della filiale della Cariparma- Credit-Agricole da parte di una banda di professionisti che hanno agito con un camion dotato di gru. L'azione, se pure alle tre del mattino, si è protratta per una decina di minuti con rumori assordanti. Eppure solo quando i malviventi si sono resi conto di aver fallito il colpo se ne sono andati, indisturbati. Due giorni dopo la dodicesima rapina al bar tabacchi di Maurizio Invigorito, seguito solo dopo due ore da un altro assalto ad una tabaccheria di Via De Gasperi. Ieri notte, c'è stata la classica spaccata con furto in un negozio di abbigliamento, sempre in Via Amendola, una delle principali arterie di Afragola, bene illuminata. I ladri, dopo aver sfondato con l'auto la vetrina, hanno fatto incetta di capi di abbigliamento. Il titolare ha postato su face book un lapidario commento: «Buongiorno? Io non so se questo possa definirsi buon giorno. Lavoro, sacrifici, amore per ciò che si fa a cosa serve? Deluso e sempre più deluso della società in cui si vive. Che dio vi maledica».