Tentato suicidio al liceo Mercalli, in bagno una scritta col sangue: «Sorry»

Tentato suicidio al liceo Mercalli, in bagno una scritta col sangue: «Sorry»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 6 Dicembre 2017, 10:01
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Si è chiuso in bagno durante l'ora di inglese, i compagni pensavano che lo avesse fatto perché non aveva voglia di seguire la lezione ma le sue intenzioni purtroppo erano ben altre. Un'azione premeditata la sua: il coltello con cui ha provato a togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi lo aveva portato da casa, nascosto nello zaino, e anche il breve biglietto con cui si congedava da parenti e amici era già scritto.

Liceo Mercalli: sono da poco passate le nove quando il ragazzo, sedici anni, iscritto al quarto anno nell'istituto scientifico di via Andrea d'Isernia, chiede alla professoressa di lasciare l'aula: «Ho bisogno di andare in bagno, torno subito». La lezione di inglese intanto prosegue. Dopo circa un quarto d'ora anche altri due ragazzi hanno bisogno di andare in bagno, una richiesta che richiama l'attenzione della docente su quell'assenza un po' troppo lunga: «Ma il vostro compagno non è ancora tornato? Raggiungetelo e ditegli di fare presto». Gli studenti obbediscono, entrano in bagno e bussano all'unica porta chiusa: «Ci ha risposto subito, ha detto occupato. Era lì da quasi mezz'ora, è vero, ma non ci siamo preoccupati più di tanto, abbiamo pensato che volesse saltare l'ora di inglese, ogni tanto può succedere, ci si attarda un po' per non tornare in classe». È al cambio dell'ora che l'insegnante, quella di italiano, decide di andare in bagno a recuperare il ragazzo. Bussa e ribussa lo studente risponde a fatica, con una voce flebile, ma non apre la porta, forse perché ha già perso molto sangue e non ha più la forza di farlo o forse perché ha deciso di andare avanti e portare a termine il suo drammatico piano.

A questo punto scatta l'allarme in istituto: la docente corre in presidenza, allerta subito il bidello, chiama a raccolta tutto il personale e in pochi minuti la porta viene buttata giù mentre, contemporaneamente, qualcuno chiama l'ambulanza che raggiunge la scuola in poco meno di dieci minuti. Da qui la corsa in ospedale: il ragazzo viene trasportato al Loreto Mare dove i medici riscontrano numerose ferite da arma da taglio, ai polsi ma anche su gambe e addome, che chiudono con circa quaranta punti di sutura. Non solo. I sanitari riscontrano sul corpo di quel sedicenne vecchie cicatrici che il ragazzo potrebbe essersi procurato da solo usando, probabilmente, sempre un coltello.
 
Sulla parete del bagno una frase, «sorry», scusatemi, scritta con il suo stesso sangue nell'ultimo disperato tentativo di farsi perdonare, forse dagli amici, dagli insegnanti, dai genitori, se il suo piano fosse andato in porto. Per fortuna così non è stato: il giovane si è ripreso quasi subito benché avesse perso molto sangue.

Sgomento e incredulità tra i compagni di classe che lo descrivono «taciturno e con poca voglia di socializzare, quasi sempre chiuso in se stesso». «È uscito anche dai gruppi che condividiamo su whatsapp con le insegnanti e ha bloccato tanti di noi senza alcun motivo - raccontano ancora i ragazzi - non parla mai con nessuno.

Bullismo? Prevaricazione? Ci mancherebbe, neanche per idea. Anzi il contrario. Abbiamo sempre cercato di coinvolgerlo in tutto quello che facciamo, difficilmente ci siamo riusciti». Sveglio, intelligente e molto bravo a scuola: «L'anno scorso prendeva anche otto e nove - raccontano ancora gli studenti - adesso non più. Era peggiorato, sia dal punto di vista del profitto che del comportamento. La verità è che è sempre stato un po' strano, nelle ultime settimane anche di più. Sì, i genitori erano separati. Ma che cosa c'entra?».

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