Terme di Agnano addio, ​il Comune di Napoli prova a venderle

Terme di Agnano addio, il Comune di Napoli prova a venderle
di Paolo Barbuto
Mercoledì 15 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16 Giugno, 18:20
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Da anni le terme di Agnano erano agonizzanti, da qualche mese non esistono più. Al personale è stato dato il benservito, ai cittadini viene negato ogni servizio, le antiche terme di proprietà del Comune di Napoli, sono avviate verso una lenta e inesorabile agonia. Palazzo San Giacomo sta tentando da anni di liberarsene, ma di compratori all’orizzonte non ce ne sono. All’orizzonte, invece, c’è la conclusione di una lunga battaglia legale con il gruppo di aziende che ottenne nel 2016 la gestione trentennale e che oggi chiede al Comune di rientrare di un investimento andato male. 

Cedimenti, cumuli d’immondizia, vegetazione che aggredisce il cemento e lo inghiotte, l’ingresso nelle terme è da brividi. Poi riesci in qualche modo ad arrivare sul fondo della struttura e ti imbatti nel piccolo miracolo di tenacia degli imprenditori che hanno preso la gestione delle piscine e sono riusciti a trasformare quel luogo in un piccolo paradiso di attenzione e di comfort. Ma per arrivare a quel paradiso bisogna prima attraversare l’inferno: «Se non provvedessimo noi a tagliare le erbacce dal parcheggio le persone dovrebbero attraversare una giungla per arrivare qui», dice con amarezza uno dei soci del parco benessere, Vincenzo Vanacore

Il colpo di grazia alle terme è arrivato nell’ultimo inverno.

Qualcuno ha deciso di liberarsi dei vecchi archivi ed è andato a depositare tonnellate di carte, molte con dati estremamente sensibili, dinanzi alla storica struttura ottocentesca che si sta sgretolando. Tutt’intorno al palazzo dell’albergo sono distribuite con ineffabile precisione piccole discariche nelle quali sono stati accatastati mobili, letti, divani, apparecchiature mediche. Tutto gettato a caso davanti alla terme, per renderle definitivamente una discarica. 

L’assessore Pier Paolo Baretta che cerca disperatamente di liberare il Comune dal peso inutile delle Terme, ha cercato di tornare alla carica dell’Inail. Lo fece già nel 2019 l’ex vicesindaco Enrico Panini. L’Istituto romano ha avuto dal Governo la possibilità di acquistare stazioni termali in crisi. Il primo approccio del 2019 si concluse con un nulla di fatto, quello attuale viene definito dallo stesso assessore Baretta come «interlocutorio. Dovremo vederci ancora per capire quali sono le possibilità». In realtà l’Inail aveva a disposizione fondi per salvare le terme in crisi d’Italia solo per un tempo ristretto. Quel tempo sarebbe scaduto quindi bisognerebbe chiedere una proroga solo per questo drammatico «caso Napoli», e il percorso sembra difficile.

Le terme, però, vanno ad ogni costo vendute, lo chiarisce lo stesso Baretta il quale approfitta dell’occasione per chiarire che «il Comune è pronto ad ascoltare proposte da tutti, anche da imprenditori privati». Insomma le terme di Napoli non saranno più di Napoli. Del resto se questo è il modo in cui vengono gestite, lasciandole marcire, è meglio che non appartengano più alla città.

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A rendere più complessa la questione della vendita c’è anche una ruvida questione legale che vede contrapposto lo stesso Comune e la rete d’imprese che nel 2016 firmò un accordo per la gestione e il restyling delle terme di Agnano.

Un paio di anni dopo la firma dell’accordo, salutata con il consueto esagerato entusiasmo dall’amministrazione locale, qualcosa è andato storto e l’accordo è saltato. Oggi si attende la decisione di un arbitrato. I gestori sostengono che la struttura era stata presentata in maniera diversa, più facilmente gestibile, rispetto alla realtà dei fatti. Il Comune risponde che tutto era chiaro fin dall’inizio e che non c’è stata voglia di investire. Alla fine tutto si risolve in una questione economica: i gestori sostengono di avere diritto a un ristoro da 40 milioni per gli affari previsti e andati in fumo, il Comune chiede 8 milioni per i mancati interventi che erano previsti nell’accordo.

In autunno ci sarà la decisione del giudice arbitro, nel frattempo ad Agnano continueranno l’agonia e i crolli. Dopo duemila anni Napoli è stata capace di distruggere le sue terme, un primato del quale avremmo volentieri fatto a meno. 

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