Vincenzo Di Lauro è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nella sua abitazione di piazza Zanardelli, residenza storica del clan. Ancora una volta a notificargli la misura cautelare, come le altre due precedenti volte, è stato il capitano dei carabinieri Salvatore De Falco. L'arresto di Vincenzo è, a tutti gli effetti, un colpo ferale all'organizzazione malavitosa fondata dal padre, Paolo, soprannominato «Ciruzzo 'o milionario».
Vincenzo Di Lauro, che sui libri paga del clan veniva indentificato con la sigla «F2», in quanto secondo figlio di Paolo e Luisa D'Avanzo, è stato arrestato complessivamente tre volte, durante la sua carriera criminale, ma aveva scontato la sua condanna e dal 2015 era un uomo libero. Secondo gli inquirenti è il figlio più operativo di Paolo Di Lauro, quello con la più grande capacità delinquenziale.
Dei sedici destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea (sostituto procuratore Lucio Giugliano) gli unici liberi erano proprio Vincenzo Di Lauro e Salvatore Frate, quest'ultimo ritenuto legato al gruppo camorristico della Vinella Grassi, i cosiddetti «girati». Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche i boss Cesare e Carmine Pagano, Raffaele Amato, oltre a Marco Di Lauro, nome in codice «F4» (quarto figlio di Paolo di Lauro), fratello di Vincenzo, detenuto al 41bis dopo l'eclatante arresto del 2 marzo 2019 a Napoli, dopo oltre 15 anni di latitanza (se ne erano perse le tracce dal 7 dicembre 2004).
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