«Spie» e telefonini, le prove nelle foto: è boom di ricorsi ai test di Medicina

«Spie» e telefonini, le prove nelle foto: è boom di ricorsi ai test di Medicina
di Mariagiovanna Capone
Domenica 24 Settembre 2017, 09:33 - Ultimo agg. 09:37
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Ora che la bomba è esplosa, si sta generando una reazione a catena. Decine le segnalazioni di irregolarità durante i test di ingresso alla facoltà di Medicina, tutte concentrate all'Università Federico II. Moltissime documentate da prove fotografiche, altre su ricordi vivissimi rimasti impressi nella memoria degli altri candidati e riemersi dopo aver letto dell'inchiesta della Procura di Napoli. Almeno cinquanta candidati della famigerata aula A03, in particolare, si sono già organizzati e con l'aiuto di un avvocato stanno preparando un ricorso perché «non siamo stati messi nelle condizioni di fare il test con la calma e la tutela di cui avevamo diritto».


Il loro racconto è dettagliato e puntuale, e ai legali è stato fornito un consistente numero di foto che mostrano tutte le irregolarità avvenute e contestate alla commissione. «I cellulari non sono stati ritirati all'entrata dell'aula e non sono stati utilizzati strumenti per individuare oggetti tecnologici, come invece accade prima delle prove della Seconda Università. Le borse erano a portata di mano e dentro poteva esserci qualsiasi strumento come un cellulare o tablet da poter utilizzare». E molti il cellulare l'hanno preso eccome, come testimoniato da uno dei numerosi scatti in possesso dei ricorsisti. «Il fatto più eclatante, segnalato alla commissione, è stato però quello dei tre in coda alla fila che hanno estratto una penna e continuato a segnare domande sul foglio. Ma è accaduto molto altro, anche di più grave, che per ora preferiamo non dichiarare pubblicamente: è contenuto nel ricorso che presenteremo».


E il «molto altro» se lo lasciano sfuggire i candidati di altre aule. «Prima dell'inizio della prova, davanti ai bagni, c'erano persone che passavano foglietti a candidati che li aspettavano. Questi ultimi hanno iniziato a segnare sulle braccia dei numeri coprendoli con la maglietta a maniche lunghe. Una volta dentro, prima che iniziasse la prova, li hanno trascritti sul banco e sono riuscito a leggerli alla fine dei test.
Mi sono confidato sul gruppo su Facebook e molti altri avevano notato la stessa cosa, alcuni avevano segnato gli stessi numeri». La sequenza (che il testimone ricorda perfettamente) potrebbe essere l'algoritmo utile per calcolare le risposte esatte ai test che secondo la Procura avrebbe offerto agli aspiranti medici la chiave per superare la prova a pieni voti. E poi ci sono i vari casi di test con punteggi inferiori rispetto a quelli previsti. Quando martedì il Cineca ha pubblicato i punteggi in forma anonima nell'area riservata ai candidati sul sito di UniversItaly, erano connessi al codice a barre. «Avevo segnato il codice e rispetto al punteggio che mi aspettavo, mancano circa 30 punti», confessa un candidato.

 


«Aspettarmi un valore sui 70 e ritrovarmene uno sui 40 mi ha sconvolto, poi approfondendo la lettura ho avuto la certezza che quel compito non era il mio». Il candidato si basa infatti sulle due domande di cultura generale. «Le avevo indovinate entrambe, eppure mi sono stati assegnati 1,1 punti: cioè una giusta e una errata. Ora, o il calcolatore commette errori di lettura, oppure il mio foglio è stato assegnato a qualcun altro. E se venerdì prossimo quando uscirà il punteggio connesso alla scheda anagrafica, avrò la certezza che quella prova non è la mia, penso di rivolgermi a un avvocato fornendo informazioni tali da poter identificare il mio test».
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