Napoli, torna a risplendere la facciata della chiesa del Gesù Nuovo

Restauro promosso dai Gesuiti

La chiesa del Gesù Nuovo a Napoli
La chiesa del Gesù Nuovo a Napoli
di Alessio Liberini
Lunedì 13 Marzo 2023, 19:18
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Dopo appena 14 mesi di lavori, la facciata principale della Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli torna a risplendere in tutta la sua bellezza grazie al restauro promosso dai Gesuiti (Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù). I ponteggi, che per quasi un anno hanno coperto la maestosa facciata, sono ormai spariti svelando a cittadini e turisti lo storico fascino delle bugne a punta di diamante, riportate alle tonalità originarie del loro piperno. L’intenso lavoro di ripulitura e restauro, diretto dall’architetto Pasquale Raffa, oltre al caratteristico bugnato ha interessato anche gli elementi marmorei di fregio, il fronte sinistro della chiesa ed i finestroni.

 

L’intervento, realizzato in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti a Paesaggio del comune di Napoli, è stato presentato questa mattina con una conferenza stampa, moderata dal teologo gesuita padre Jean-Paul Hernandez, a cui hanno preso parte il vescovo ausiliare di Napoli, monsignor Francesco Beneduce, padre Roberto Del Riccio, provinciale della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù, il nuovo parroco e nuovo superiore della comunità dei padri gesuiti del Gesù Nuovo, padre Guglielmo Pireddu e i funzionari di zona per la Soprintendenza: architetto Elisa Di Crescenzo, il coordinatore e responsabile dei lavori: ingegnere Gianfranco Bidello ed il direttore dei lavori: architetto Pasquale Raffa.

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I lavori, partiti nel dicembre 2021, sono stati eseguiti attraverso interventi mirati volti al superamento delle condizioni di degrado in cui versava la facciata dell'immobile, costruito prima della chiesa stessa nel lontano 1470.

Dalle scritte vandaliche, realizzate da ignoti teppisti, passando per i segni del tempo scanditi sulle superfici in piperno, fino agli errori commessi nei precedenti restauri, l’ultimo di cui si ha traccia risale addirittura agli anni Ottanta.

«La nostra prima attività – racconta il coordinatore e responsabile dei lavori, l’ingegnere Gianfranco Bidello – è stata quella di eliminare tutti gli strati di lavorazioni, anche di tinteggiatura sul bugnato, e di incrostazioni dovute agli agenti atmosferici: fino a qualche anno fa la stessa piazza del Gesù era ancora aperta al traffico cittadino».

«Per comprendere l’importanza dell’intervento – precisa Bidello - basta confrontare le fotografie della facciata a dicembre del 2021 con come è ora. Si nota subito come sia cambiato il colore dell’intera facciata. Sulle pietre di piperno è scomparso il giallo, dovuto al paraloid presente sulla struttura, ed è comparsa questa tonalità grigio-azzurrina. Mentre per quanto riguarda i marmi siamo intervenuti in modo radicale eliminando tutti i trattamenti sbagliati degli anni precedenti».

Tornando a svelare un'opera dal prezioso valore storico e culturale per l’intera città partenopea. La chiesa del Gesù Nuovo rappresenta, infatti, agli occhi dei turisti che raggiungono il capoluogo campano da ogni dove una via d’accesso privilegiata per immergersi nelle infinite bellezze del centro storico cittadino. Per i residenti, invece, è da sempre una delle chiese più amate di Napoli. Apprezzata sia dai devoti quanto dai semplici curiosi, stimolati dalle tante storie e miti che si raccontano sulla facciata della chiesa ed in particolare sui segni presenti sulle priamidi che compongono il celebre bugnato. Leggende che però, come osserva il teologo gesuita padre Jean-Paul Hernandez, sono con ogni probabilità infondate.

«Il bugnato – chiarisce padre Jean-Paul Hernandez - con la sua forma piramidale evoca subito delle connessioni simboliche, forse anche esoteriche, ma in realtà è un modo per prendere tutta l’energia solare, come facevano già al tempo con le piramidi. Questo ha fatto pensare ad alcuni che qui c’era una sorta di messaggio esoterico ma in realtà, molto probabilmente, si tratta semplicemente dei segni lasciati dagli scalpellini delle diverse maestranze che per consegnare il loro lavoro lasciavano il segno, ne esistono tanti esempi anche nelle opere architettoniche medievali. Sembra un po’ azzardato pensare che ci sia un messaggio segreto o musicale visto che queste bugne sono state negli anni anche spostate».

Al di là dei miti, il lodevole lavoro di restauro punta, come spiega padre Guglielmo Pireddu, «a recuperare un simbolo per la città e per la Chiesa tutta: restituire e riconsegnare alla vista i colori originari della facciata, ingrigita dal tempo, significa ri-colorare il nostro futuro».

«Tra le decorazioni che hanno ripreso vita – osserva il neo-parroco – è stato restaurato il melograno, antico simbolo biblico di fecondità e di vita eterna. Nella spiritualità dei Padri della Chiesa è simbolo dell’Eucarestia e della Chiesa.  Questo il messaggio: oltre la facciata si potrà gustare quel frutto della Terra promessa che è l’Eucarestia, apertura a nuova vita per la nostra città, per la nostra Chiesa».

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