Tangenziale di Napoli, l'ultima truffa: «Sbarra alzata, moneta bloccata e ricevuta fasulla»

Lo scontrino fasullo ricevuto dall'automobilista truffata
Lo scontrino fasullo ricevuto dall'automobilista truffata
di Gennaro Morra
Giovedì 8 Ottobre 2020, 17:29 - Ultimo agg. 19:29
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La Tangenziale di Napoli è probabilmente una delle strade su cui gli automobilisti subiscono più truffe e soprusi. Sul tema è diventata cult una scena del film di Luciano De Crescienzo, Così parlò Bellavista, in cui il duo comico Fatebenefratelli racconta al giudice di un tribunale di essersi sostituto al casellante, approfittando dello sciopero della categoria, e di aver intascato i pedaggi delle auto che passavano quasi a sua insaputa: «Abbiamo steso il braccio fuori per controllare se pioveva ancora e ci siamo ritrovati i soldi in mano» è la discutibile ricostruzione.

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Ma quelli erano gli anni Ottanta, quando ai caselli c’erano ancora gli addetti al prelievo. Oggi, invece, il sistema è automatizzato e le truffe sono più ingegnose, presentando anche aspetti misteriosi. Questo è quanto emerge dal racconto di un’automobilista di Casoria, che ieri è stata protagonista, suo malgrado, di un episodio spiacevole: «Oggi pomeriggio (ieri, ndr) ho preso la Tangenziale di Napoli in direzione Capodichino e chi vive a Napoli sa che a quell’uscita sul lato destro ci sono altre piste che portano ai caselli per far scorrere meglio il traffico nei momenti di punta – scrive Maria Rosaria sul suo profilo Facebook –.

Visto che c’erano molte macchine che mi precedevano, ho deciso di deviare verso le piste supplementari, dove ho trovato quattro auto davanti a me. Così mi sono messa in coda e ho notato che chi mi precedeva passava la barriera molto velocemente».

Arrivato il suo turno, la donna scopre la causa di tale celerità: «Ho notato che la sbarra stranamente era già aperta, ma comunque metto l’euro nell’apposito contenitore e non sento scendere la moneta e nemmeno il consueto “grazie” pronunciato dal dispositivo automatico. Invece, vedo una romena che mi fa segno con la mano di avanzare, come fosse un vigile». A questo punto Maria Rosaria ha la percezione che qualcosa non va: «Ma la zingara schiaccia un bottone e mi consegna una ricevuta, rassicurandomi che è tutto apposto. La macchina dietro mi bussa e così vado avanti, ma metto subito le quattro frecce e accosto sulla destra per leggere meglio quella ricevuta, scoprendo che segna un importo versato pari a zero».

Ovviamente, in quella situazione la donna non può tornare indietro e non le resta che chiamare le forze dell’ordine: «I carabinieri mi hanno passato la Polizia Stradale, che mi ha assicurata che sarebbero andati a controllare e si sono raccomandati di recarmi a un Punto Blu per pagare nuovamente l’importo». Una prassi che si adotta quando il sistema automatico non funziona e si vuole evitare di ricevere una multa a casa, ma in questa circostanza pare sia stata messa in piedi una truffa ben architettata: «In effetti, la rom ha coperto la fotocellula della sbarra, lasciandola sempre aperta – scrive ancora la donna –. Così, mentre abbassi il finestrino, prendi la moneta e la inserisci nel dispositivo, non ci fai caso che la sbarra non si è mai abbassata e che nel dispositivo la zingara ha messo un cartoncino per evitare la discesa dell’euro. E mentre tu passi, lei lo va a raccogliere frettolosamente prima che arrivi la macchina successiva». E a quel punto, se non ci si accorge dell’imbroglio, oltre ad aver subito il furto di un euro, l’automobilista potrebbe essere raggiunto a casa da una multa per mancato pagamento del pedaggio. Ma, se davvero siamo di fronte a una nuova truffa organizzata ai danni della Tangenziale di Napoli e degli automobilisti che la percorrono, c’è da chiedersi come sia possibile manomettere il sistema così facilmente e perché, attraverso le telecamere di sorveglianza, nessuno rilevi tale manomissione.

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