Turismo, la sfida del lusso: a Napoli boom di investimenti

Turismo, la sfida del lusso: a Napoli boom di investimenti
di Gennaro Di Biase
Giovedì 26 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17:04
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Il mondo del turismo di lusso scommette su Napoli. La città è pronta a raccogliere nuovi importanti investimenti milionari da leader nel settore della ricezione di massimo profilo, che sono in arrivo proprio nel nucleo centrale del primo distretto tra piazza Municipio, Molo Beverello, Galleria Umberto I e Teatro San Carlo. Il centro vivo e verace di Napoli, però, è pronto alla sfida? I dissesti non mancano nel cuore del cuore di Partenope, come raccontiamo quotidianamente su queste pagine. Tra cantieri, lavori a rilento, impalcature che resistono da anni, clochard, degrado e turismo tradizionalmente votato allo street food. «Speriamo che questi investimenti siano una spinta per accelerare i restyling», è la speranza di Federalberghi. 

Livelli di occupazione camere intorno all’80% già da aprile, dati dei flussi aeroportuali che nelle ultime settimane hanno superato i numeri pre-Covid.

La riattivazione, da parte di Gesac, del volo giornaliero Napoli-New York da maggio. Gli investimenti sulle tratte dell’Est per i tanti turisti che stanno arrivando (e questa è una novità assoluta) anche dall’Estonia o dalla Bulgaria. È un boom di visitatori onnivoro, questo che caratterizza la stagione primavera-estate 2022 in città. Un fiume di presenze cui corrispondono non solo centinaia di b&b e musei strapieni, ma anche strade e vicoli traboccanti, dai Decumani fino a Toledo e Plebiscito. Spesso il centro di Napoli è un teatro del caos, di odori di fritture, street food, rifiuti generati a una velocità maggiore di quella dello svuotamento dei cestini. Villaggi di homeless intorno ai monumenti. E impalcature eterne: l’arco della Umberto I in via Toledo, la facciata laterale del San Carlo, il belvedere di via Console, o i cantieri al Molo Beverello. Senza parlare dei problemi dei servizi di trasporto (per la metro di linea 1 si aspettano 15 minuti di media in banchina). La vivacità è parte integrante della «Napoli experience» ambita dai viaggiatori, ma per garantire risposte adeguate agli investimenti, e dunque alle spese sostenute dai turisti extralusso, serve uno sprint sul rilancio, un salto di qualità sul decoro. 

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Investimenti della Marriott International in via Verdi, vigilanza notturna privata da luglio per risanare la Umberto I. Le premesse per il salto di qualità del turismo napoletano stanno arrivando. Anche Federalberghi, che nei mesi scorsi stilò un «decalogo» delle criticità, si augura che l’arrivo in città dell’extralusso possa aiutare i restyling. «La presenza di brand internazionali che investono in città è un segnale di attenzione, ma anche di sviluppo del nostro turismo - dice Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli - Fino ad oggi le grandi catene sembravano guardare un po’ ad altre città, ma Napoli sta conquistando posizioni come meta turistica, sia leisure che business, riprendendo un discorso di crescita che era stato bruscamente interrotto con l’avvento della pandemia. Questi investimenti possono anche modificare il profilo medio del turista in arrivo. Un profilo con una capacità di spesa più ampia ma anche con aspettative di servizi più elevati. Speriamo che tutto questo sia uno stimolo per la nostra amministrazione per migliorare soprattutto trasporti, pulizia e sicurezza. Basti pensare alla Galleria Umberto I, oggetto di tante giuste lamentele, o ai porticati del San Carlo che necessiterebbero di maggiore cura». 

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Napoli capitale del turismo nei numeri e nella domanda, ma non nei servizi, che non brillano neppure negli snodi cruciali delle aree di arrivo e partenza, giocoforza frequentate da visitatori di ogni target. I cantieri della metro appena usciti dallo scalo Capodichino, lo scenario di piazza Garibaldi, dove la metro è nuova ma il degrado si è già ampiamente impadronito della zona. «Da me arrivano tanti turisti diretti alla Circumvesuviana - spiega Salvatore Russo dell’Hotel Colombo in via Nolana - che in arrivo dalla stazione. Vanno migliorati sicurezza e le strade sono spesso sporche. La stazione è nuova, ma il primo biglietto della città, tra extracomunitari, clochard e rifiuti, non è all’altezza. Ed è un peccato». «Non solo Chiaia, ma tutta la città non è pronta per un livello di turismo top - spiega Pietro Fusella Chiaja Hotel de Charme in via Chiaia - Questo è un momento delicato per l’identità di Napoli, che inizia ad essere percepita come location ambita da un target di lusso. Ma non c’è nulla di lussuoso, al momento, se non in pochissime realtà. Il bello della non globalizzazione di Napoli attira, ma il disordine resta. Sono tante le criticità: la Umberto I, uno dei pochi luoghi potenzialmente di lusso, è malridotto. La pavimentazione della zona è distrutta, la gente inciampa di continuo. La pulizia lascia a desiderare: una al giorno non basta in una città dell’arte. E nel pomeriggio le strade diventano invivibili, con le carte dello street food e dello shopping. L’arredo urbano è devastato. L’occasione dell’arrivo di brand del lusso non va sprecata per sistemare queste situazioni di degrado». 

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