Napoli, terrore a Fuorigrotta: ucciso il nipote del boss, torna l’incubo faida

Napoli, terrore a Fuorigrotta: ucciso il nipote del boss, torna l’incubo faida
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 12 Novembre 2021, 00:01 - Ultimo agg. 18:22
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Ancora un omicidio, e altro sangue su Napoli. L’altra sera a Fuorigrotta è stato ucciso Andrea Merolla, 30enne incensurato e nipote di un boss della zona. Il sicario, che è arrivato a bordo di uno scooter, lo ha freddato poco dopo le 22 mentre usciva da un bar. Prosegue la sfida della criminalità organizzata ad uno Stato che appare debole a fronteggiare l’ondata di violenza che senza sosta investe la terza città d’Italia. Un’emergenza che sembra anche sottovalutata da chi, invece, è chiamato a dare risposte ferme e soprattutto rapide per contrastare questa escalation.

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Riavvolgiamo il nastro di quest’ultima tragedia e raccontiamo la dinamica dell’esecuzione compiuta in una zona che anche alle dieci di sera è sempre frequentatissima. Manca poco alle 22,30 quando Andrea Merolla - che per i terminali delle forze dell’ordine nel suo passato ha soltanto una segnalazione per rissa e nessun precedente sia associativo che riconducibile a droga o ad altri simili gravi reati - esce dal bar Troncone che si trova tra via Caio Duilio e piazza Lala per dirigersi a casa.

A due passi c’è un distributore di carburanti, ed è lì che la vittima ha parcheggiato la sua auto; ma non ha il tempo neanche di salire a bordo, perché sui suoi passi incrocia un uomo che gli punta la pistola contro e inizia a far fuoco. Molti colpi, almeno cinque, vengono esplosi, e la vittima viene centrata in più punti vitali.

Il 30enne tenta una disperata fuga per mettersi al riparo, lo fa correndo verso una delle pompe del distributore di benzina ma il killer è spietato, lo segue e finisce il suo lavoro sparando altri proiettili. Il fragore dei colpi viene avvertito da tanta gente, e dal bar escono alcune persone che trasportano in una corsa disperata Merolla al vicino ospedale San Paolo. Ma quei colpi micidiali non lasceranno scampo al 30enne: a un’ora dal ricovero il cuore dell’uomo cessa di battere. 

Delitto di chiaro stampo camorristico. Ora per cercare di ricostruire movente, autori ed eventuali mandanti di questo omicidio che riaccende i riflettori sui pericoli che si corrono vivendo a Fuorigrotta sono gli agenti della Squadra mobile. Già visionati gli impianti di videosorveglianza stradale e quelli di diversi negozi della zona. Ascoltate già anche alcune persone che si trovavano in zona, ma - come sempre - in questi casi la paura fa perdere a tutti la parola e la memoria. Le domande restano ancora tante. Perché uccidere un 30enne che, almeno fino al suo ultimo giorno di vita, era rimasto estraneo a indagini e processi di camorra? Chi era Andrea Merolla per meritarsi la più inappellabile e dura delle condanne che la camorra emette? Chi lo voleva morto, e perché? Certo, resta quell’ombra legata ad una parentela che pesa negli ambienti della criminalità organizzata: Merolla era il nipote del boss Vitale Troncone, nome di peso nelle gerarchie malavitose della zona occidentale. Ma è ipotizzabile che l’omicidio commesso mercoledì sera sia inquadrabile in una vendetta trasversale per colpire suo zio?

E allora ancora una volta non si possono fare, al momento, che supposizioni. Senza però mai perdere di vista il quadro, lo scenario che agita anche Fuorigrotta e tutta l’area occidentale di Napoli.  Anche qui da mesi è in corso una guerra strisciante e senza esclusione di colpi tra due gruppi che si contendono il controllo del territorio, un territorio che fa gola ai clan e offre tante possibilità di guadagni illeciti. La droga, certo, ma non solo. Fuorigrotta, quartiere a tradizionale vocazione commerciale, è una piccola cassaforte da penetrare attraverso le estorsioni: il racket e lo spaccio qui fanno fruttare vagonate di soldi alla camorra.

Gli investigatori non escludono che possa essersi trattato di un agguato maturato nell’ambito di una faida interna ai Troncone, visto che i sicari sono entrati in azione in una delle zone di Fuorigrotta ritenute riconducibili al gruppo. Va comunque ricordato che nel quartiere si stanno registrando varie fibrillazioni con altri gruppi malavitosi. Viene altresì ritenuto plausibile anche che ad agire possano essere stati organizzazioni più strutturate, localizzate nella zona della cosiddetta Torretta, dove ha la sua base il clan Frizziero.

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