Ci sono almeno due motivi che hanno reso significativo il pomeriggio di ieri nella piccola chiesa della Disciplina della Croce, in vico Croce Sant’Agostino, nel cuore di Forcella: la prima vera uscita pubblica della Piccola orchestra di Forcella, formazione musicale di giovani e giovanissimi del quartiere, nata sulla falsariga di “Sanitansemble”, l’altro gruppo di virtuosi cresciuto su impulso di “Sanità onlus”. E il fatto che questi ragazzi tra gli 8 e i 12 anni si siano esibiti per la pace, commossi da quanto sta avvenendo in questi giorni in Ucraina: «Abbiamo nel cuore i nostri coetanei ucraini che adesso soffrono, tra le bombe o nella fuga dal paese. Troviamo davvero straziante pensare che accade in Europa, a pochi chilometri da noi» dice Luigi, 13 anni e un grosso violoncello tra le braccia.
Ed è stato toccante vederli esibirsi nella piccola chiesa, all’interno di un complesso ancora tutto da restaurare ma che mostra i suoi pregi al pubblico accorso: un bellissimo refettorio, un giardino interno di insospettabile fascino, un labirinto di sorprese da poco affidato alle cure dell’associazione “Manallart” che ravviverà il luogo con visite speciali e interventi di decoro. L’organizzazione dell’evento era del consorzio “L’altra Napoli” e della arciconfraternita della disciplina della Santa Croce, per cui ha parlato il presidente, Fabio Mangone: «Con questo concerto mettiamo insieme un messaggio di pace con la prima esibizione pubblica della Piccola orchestra di Forcella a cui abbiamo affidato un appartamento per la formazione, un modo per toglierli dai pericoli delle strade e avviarli all’arte, restituendo dignità alla zona». Mangone ha ricordato che il luogo è quello in cui avvenne la congiura dei Baroni, come mostra la splendida pala d’altare in cui è raffigurato Ferrante d’Aragona. La metafora è servita: «Stavolta è una congiura per la pace, quando diciamo no alla guerra pensiamo soprattutto ai bambini ed è da loro che inviamo il nostro appoggio alle popolazioni che vivono il conflitto».
Il motivo per cui i ragazzi non avevano mai suonato è che la “Piccola orchestra di Forcella” è nata nel 2019 e prima di uscire in pubblico ha vissuto due anni di emergenza sanitaria. I 40 bambini selezionati scalpitavano, non vedevano l’ora di misurarsi con gli spettatori. Ed eccoli, finalmente, in maglia bianca, ai loro posti per suonare, nel piccolo spazio storico, alla presenza di alcune autorità. C’era Maksym Kovalenko, console generale d’Ucraina a Napoli, poi, in rappresentanza del consiglio comunale, il vicesindaco Mia Filippone, da sempre impegnata nei temi del disagio giovanile: “Bella iniziativa, considerando che questo è un territorio provato di suo che però non si sottrae. La città intera a partire dalle sue zone più difficili si stanno mobilitando” ha detto la Filippone. «Napoli ha dato una dimostrazione di generosità, ad esempio è stata messa a disposizione la refezione gratuita per i giovani rifugiati». È arrivata anche Teresa Armato, assessore al Turismo della giunta Manfredi: «Il Comune sostiene con il cuore l’iniziativa perché nasce proprio dal cuore di Napoli, bello che l’orchestra, un nostro gioiello, voglia dedicare la serata al popolo ucraino» il suo commento.
«Ora inizia, sono emozionato e felice». Luigi, il piccolo violoncellista, aveva l’aria molto concentrata, come tutti i suoi colleghi. Perché la serata è da professionisti, subito dopo questo battesimo del fuoco la comitiva della pace si è spostata in un’altra chiesa per una nuova esibizione, stavolta nella Basilica di San Giorgio Martire. Qui è stato celebrato un “Concerto sinfonico” in cui è intervenuta anche l’altra formazione, quella ormai senior, “Sanitansemlbe”. Le due orchestre unite, dirette dal maestro Paolo Acunzo, insieme ai cori “Note Legali & Musique Esperance”, hanno eseguito tra gli altri brani l’inno dell’Ucraina come augurio per una immediata conclusione del conflitto. In programma anche “Pistacchio”, un brano del repertorio venezuelano, dato che il sistema educativo adottato per le orchestre si ispira ai metodi creati dal musicista di Caracas Josè Antonio Abreu; poi “Inno alla gioia” e “Imagine” di John Lennon. «Gli ex alunni sono diventati maestri» ha detto soddisfatto Maurizio Baratta, pianista e responsabile esecutivo delle formazioni, che ha seguito il progetto musicale dalla nascita. I ragazzi di Forcella sono infatti seguiti dai senior già impegnati in “Sanitansamble”.
«E ora trasmettono il loro sapere ad altri più giovani, mi sembra molto significativo». Applausi da parte di tutti, nel pubblico anche una delegazione ucraina che ha ringraziato dopo l’esecuzione dell’inno nazionale e che si è stretta attorno alla bandiera della pace che ieri Forcella, e poi la Sanità, hanno issato per loro.
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