Vaccini a Napoli, l’Asl paga il fitto per gli stand anti-Covid alla Mostra d'Oltremare

Vaccini a Napoli, l’Asl paga il fitto per gli stand anti-Covid alla Mostra d'Oltremare
di Ettore Mautone
Giovedì 6 Maggio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 8 Maggio, 10:05
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Quanto costa la poderosa macchina vaccinale messa in campo dalla Asl Napoli 1? Sono in tanti a porsi questo interrogativo alla luce dei complessi allestimenti degli hub dislocati in vari punti della città e del personale medico, infermieristico, amministrativo e di supporto impiegato massicciamente nelle sedute giornaliere che oggi viaggiano a una media superiore alle 10 mila punture ogni 24 ore. 

Partiamo dalla sedi: la Asl Napoli 1 paga un canone mensile di 20 mila euro all’ente Mostra d’Oltremare Spa, società privata partecipata per il 20,6 per cento dalla Regione Campania, per il 66,3 per cento dal Comune di Napoli (che ha piena agibilità nella nomina degli organi amministrativi di vertice), con quote minoritarie affidate nel 2004 e fino al 2050 alla Camera di commercio e alla ex Provincia di Napoli assorbita dall’ente Città metropolitana. «Quando fu scelta la Mostra come principale hub della città - sottolinea il manager della Asl Ciro Verdoliva chiesi a titolo gratuito l’uso della sede ma purtroppo la risposta fu a titolo oneroso».

«La Mostra essendo una società privata ha chiesto un canone all’Asl che serve per sostenere l’apertura di uno dei padiglioni - replicano a stretto giro il presidente dell’Ente Mostra d’Oltremare Remo Minopoli e la consigliera delegata Maria Caputo - senza considerare che nell’ultimo anno la Mostra ha visto fermarsi completamente le sue attività.

Una cifra che va a copertura dei costi e non un modo per arricchirsi. È solo un ristoro delle spese vive che l’azienda sostiene per dare in concessione i padiglioni. L’afflusso di centinaia di persone in Mostra, ogni giorno, prevede una vigilanza continua, oltre al fatto che spesso dagli uffici della Mostra rispondiamo al telefono per dare indicazioni a chi ne ha bisogno». 

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Un costo di pari importo, sempre 20mila euro mensili, la Asl lo sostiene anche per l’utilizzo del punto vaccinale allestito alla Stazione Marittima, anche in questo caso versando all’Ente Porto, che è una società privata, un canone di affitto. Del tutto gratuito, compresi i parcheggi, è invece l’uso dell’hangar Avio 2 di Atitech (la società di manutenzione degli aerei) concesso dal patron Gianni Lettieri. Allo stesso modo non comportano oneri o canoni da versare il punto vaccinale allestito al Museo Madre, quello messo in funzione nella ex Fagianeria del Real Bosco di Capodimonte, il punto di erogazione aziendale messo a disposizione da Eav (anche il personale di supporto è a loro carico). 

Lo stesso per quello che è in corso di allestimento a Palazzo Salerno a Piazza Plebiscito reso disponibile dall’Esercito italiano (sarà attivo a breve con personale a loro carico). Messi nel conto i costi delle sedi ci sono poi quelli del personale. Gran parte delle attività dei medici viene svolta da dipendenti della Asl, soprattutto dei distretti con qualche ospedaliero, ricorrendo al regime dello straordinario al di fuori dell’orario di lavoro per circa 40 euro l’ora. Costi dimezzati per gli infermieri (molti sono stati messi a disposizione dalla Protezione civile) e per gli amministrativi. Costi ne assorbono anche i medici di famiglia, pagati però 6 euro per la prima dose e 4 per la seconda, qualcosa in più per le domiciliari. Anche con le farmacie è stato siglato un accordo (per ora al palo) con costi unitari di circa 16 euro a puntura. Ci sono poi da mettere in conto i costi degli allestimenti per il fitto delle strutture mobili e dei box che si raggiungono i 400-500 mila euro negli hub di maggiori dimensioni. Vanno aggiunte infine le spese dei truck mobili. 

Una macchina costosa ma efficiente: fatti salvi i disagi delle file in alcuni casi evitabili, al netto di assembramenti da gestire senz’altro meglio, hub di piccole, medie e grandi dimensioni rappresentano però il fulcro di una macchina vaccinale che a Napoli sta funzionando. Ci sono da potenziare le vaccinazioni di prossimità, certo e bisogna allargare la rete toccando anche altri quartieri ma sono davvero tante le persone che in città si stanno vaccinando ogni giorno e Napoli non è certo una città facile. L’indisciplina di chi minaccia per avere il vaccino che più gli aggrada, i ripetuti tentativi di aggirare le norme, la difficoltà a rispettare le distanze nelle file sono gli inconvenienti di una organizzazione complessa che, soprattutto all’interno degli hub vaccinali, è sembrata in molti casi impeccabile da migliorare soprattutto nel compito di reclutare semmai coloro i quali non si sono mai fatti avanti per prenotare la puntura. La vaccinazione è volontaria ma sono tante le ragioni per cui la vaccinazione potrebbe non arrivare a tutti. Medici di base, farmacisti e specialisti del territorio sono preziosi proprio per questo. 

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