Napoli, allarme a Chiaia: nelle case occupate i bunker videosorvegliati per latitanti di camorra

Napoli, allarme a Chiaia: nelle case occupate i bunker videosorvegliati per latitanti di camorra
di Leandro Del Gaudio
Sabato 22 Ottobre 2022, 22:59 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:25
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Un sistema di telecamere a circuito chiuso, roba di ultima generazione. Un occhio sempre acceso su tutto ciò che circola nei paraggi, consentendo di agire in modo tempestivo, qualora sul monitor dovessero spuntare esponenti delle forze dell’ordine. Un sistema di videocontrollo, in una zona ritenuta a prova di blitz, al punto tale che - da queste parti - c’è chi ha imparato a mimetizzarsi, a sfruttare le caratteristiche del territorio, del contesto, forte della complicità di una parte di popolazione che vi abita da anni. Parliamo dell’ormai famigerato civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone, al centro di indagini della magistratura e ai primi posti dell’agenda amministrativa in materia di ordine pubblico (a partire dall’attenzione riservata da Prefettura e Procura). Un caso di cui si sa tanto, grazie alla determinazione del parroco locale, don Michele Pezzella, che non ha avuto esitazione ad alzare la voce contro il fenomeno delle occupazioni abusive (a partire dal dramma di una signora sfrattata a novanta anni con tutti i suoi ricordi), ma anche grazie alle indagini condotte dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli e al lavoro di inchiesta del Mattino. 

Ed è proprio dallo scavo di atti e fascicoli giudiziari che spunta fuori un altro aspetto destinato ad essere affrontato nei prossimi giorni, sia sotto il profilo investigativo sia sotto il profilo dell’ordine pubblico. È il caso dei latitanti che si sono trasferiti in questa struttura. Parliamo di soggetti in odore di camorra (accusati di rapine e droga), che hanno usato il Palazzo ex demanio di Pizzofalcone (oggi del Comune), come un covo della propria latitanza. Una vicenda che fa leva su alcuni accertamenti condotti nei mesi scorsi, subito dopo l’arresto di un soggetto accusato di rapine di Rolex. Siamo allo scorso gennaio, quando viene stanato un soggetto ricercato da alcuni mesi.

Viene arrestato sui tetti della chiesa locale, la parrocchia Immacolata a Pizzofalcone, dopo un tentativo di fuga abbastanza rocambolesco. 

Non sfugge però agli inquirenti un dato legato proprio alle tracce lasciate dal personaggio finito in manette: il latitante era scappato da una delle abitazioni occupate dagli abusivi nell’ex struttura del Demanio, oggi patrimonio del Comune. Il latitante si nascondeva lì. E non era l’unico, sembra di capire. Non è il solo caso, quello del rapinarolex. In questi giorni, le forze dell’ordine hanno dispiegato un controllo capillare sulle case occupate abusivamente (ne sono circa una quarantina), nell’ormai famigerato Palazzo di via Egiziaca a Pizzofalcone. E sono apparsi evidenti alcuni aspetti tutt’altro che secondari. Tra questi, spuntano le telecamere: sono piazzate all’esterno degli appartamenti occupati, ovviamente senza alcuna autorizzazione comunale. Sono puntate all’ingresso delle scale, ma c’è anche chi riesce a visionare giorno e notte l’ingresso dell’intero stabile. 

Video

Un faro sempre acceso, a scanso di equivoci, che fa il paio anche con altre anomalie rinvenute nel corso degli ultimi mesi: è il caso di alcune finte aperture o corridoi ricavati all’interno di alcuni locali, che hanno consentito la fuga di soggetti ricercati, al momento dei blitz delle forze dell’ordine. Uno scenario complesso, dove è opportuno fare delle distinzioni: questo giornale è notoriamente impegnato al rispetto della dignità dei più deboli, dei meno abbienti, di chi - specie tra donne e bambini - non riesce a sostenere l’acquisto o l’affitto di una abitazione. Ma è anche da sempre impegnato nel rispetto dei diritti di chi non ha voce ed è vittima di ogni genere di prevaricazione, come quella consumata ai danni di persone anziane che si sono viste espropriare le case nelle quali hanno trascorso una vita intera. Una vicenda che ora attende risposte in materia di ordine pubblico, ma anche sotto il profilo investigativo, a proposito della strana storia di case comunali, occupate illegalmente: poi diventate covo per soggetti ricercati dalle forze dell’ordine.

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