Napoli, il parco fantasma nel cuore Vomero: «Uno scandalo senza precedenti»

Napoli, il parco fantasma nel cuore Vomero: «Uno scandalo senza precedenti»
di Antonio Folle
Giovedì 4 Giugno 2020, 18:54
3 Minuti di Lettura
Un parco da oltre 14.000 metri quadrati in una delle strade panoramiche più belle della città, un orto urbano che sarebbe servito ad avvicinare i giovani e i giovanissimi alla natura, la rifunzionalizzazione di una antica palazzina da destinare a cineforum e a luogo di cultura per tutto il quartiere, un finanziamento di due milioni di euro per lavori completati quasi al 90%. Tutto sparito nel nulla, perso nei meandri della burocrazia farraginosa e troppo spesso inconcludente della città. Il progetto del parco dell'ex gasometro di viale Raffaello - progetto risalente ad oltre venti anni fa - doveva fare da volano di sviluppo per una zona che, negli ultimi anni, ha subito una notevole depressione dal punto di vista del degrado urbano. Un progetto che è stato più volte annunciato come in dirittura d'arrivo ma che a tutt'oggi è inesorabilmente fermo.

LEGGI ANCHE Riapertura, la villa Floridiana riapre a metà: «Una presa in giro, è tutto chiuso»

La natura, intanto, ha fatto il suo corso. La fittissima vegetazione si è praticamente impadronita nuovamente di tutti gli spazi che sono stati sbancati e organizzati per essere uno dei parchi più grandi e attrezzati della città. Un enorme lavoro che ha comportato una spesa non indifferente e per la quale i cittadini chiedono a gran voce chiarezza anche nell'ottica dei nuovi fondi che, a questo punto, dovrebbero essere stanziati per rimettere il parco nella condizione di poter accogliere i cittadini. Nessun problema di autorizzazioni si nasconderebbe dietro l'apertura del parco progettato nei primi anni del 2000. Un vero e proprio giallo alla risoluzione del quale poco hanno contribuito i continui cambi di assessori al Verde operati dal sindaco de Magistris. 
 
 

«Si tratta di una situazione decisamente poco chiara - ha affermato la consigliera regionale Maria Muscarà - per la quale andremo fino in fondo. Nelle prossime ore faremo un accesso agli atti per cercare di capire come mai a distanza di così tanti anni e dopo così tanti annunci di apertura questa struttura sia ancora chiusa. Da quattro anni c'è una situazione di abbandono totale e questo mette a repentaglio quello che è già stato costruito». 
 


La vicenda del parco dell'ex gasometro di viale Raffaello è finita più volte nel mirino delle cronache grazie anche all'impegno della sezione cittadina del WWF che ha più volte sollevato polemiche sulla questione. Gli ambientalisti, però, oltre a sollevare dubbi sulla corretta gestione del problema hanno sottolineato come in città manchi una visione d'insieme sulla gestione dell'immenso patrimonio verde.

«In questa fase storica - ha dichiarato Franco Marino, vicepresidente del WWF Napoli - non ci preoccupa il solo problema relativo ai ritardi sull'apertura di questa struttura. La natura, come si può vedere anche solo affacciandosi, si è ripresa i suoi spazi. Quello che ci preoccupa è che ad oggi non esiste alcun modello di gestione dei parchi pubblici napoletani. Siamo in attesa da anni di un regolamento comunale che individui per ciascun parco le esatte modalità di gestione del verde, l'unico strumento che potrebbe contribuire a risolvere le problematiche del degrado e della cattiva gestione dei fondi pubblici destinati al verde della nostra città».

Di un vero e proprio "sogno negato" ha parlato, invece, la consigliera della V Municipalità Stefania Sannino: «Questi 14.000 metri quadrati di passeggiata verde - dice l'esponente del quinto parlamentino - rappresenterebbero una importante valvola di sfogo per tutti quei cittadini che, in questa fase di post-Covid, non possono andare al mare e non possono accedere ad altre aree di svago. Per questo in commissione avevo fatto presente la necessità di riprendere il discorso relativo al parco dell'ex gasometro. Dalla delibera 2019 del Comune di Napoli in poi non si è saputo più niente riguardo a questa struttura nonostante diversi appelli e fin anche un ordine del giorno della nostra Municipalità che chiedeva in via ufficiale spiegazioni al Comune».  
© RIPRODUZIONE RISERVATA