Napoli, violenza agli chalet di Mergellina, rivolta dei titolari: «Serve un presidio fisso»

Da Ciro a Chiquitos: nelle mani dei teppisti, occorrono controlli

Titolari degli chalet di Mergellina
Titolari degli chalet di Mergellina
di Gennaro Di Biase
Martedì 14 Marzo 2023, 08:47 - Ultimo agg. 17:35
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Mergellina «terra di nessuno», come la definiscono i titolari degli chalet, che chiedono «più controlli» e propongono «la pedonalizzazione come in via Partenope». È a partire da queste premesse e da questa congestione di corpi e lamiere, che la zona fra via Caracciolo e largo Sermoneta si è trasformata, a partire dal Covid, in un altro tipo di crocevia fatto di violenza, sparatorie e caos. Qui arriva di tutto, nelle notti dei weekend: giovani dalle periferie o dalla provincia. La Napoli dei rioni qui incontra la Napoli delle colline. E incontra i turisti.

Nei weekend qui c'è un Far West affacciato sul mare. Ancora si piangono le vittime dei rodei di scooter e auto in corsa, per cui il Comune ha installato dei dossi, mentre non è debellato il problema delle auto in seconda o terza fila. A ogni ora. I gestori degli chalet, attività spesso "mordi e fuggi" che pure fanno affari d'oro anche in funzione della sosta selvaggia, si sentono, non a torto, protagonisti di un lungomare di serie b. «Mergellina era la piazza più bella della città - commenta il titolare di Chiquitos, Giovanni Tedesco - Ma a partire dalla chiusura al traffico di via Partenope si è completamente congestionata. Lì c'è il salotto buono e qui il caos più totale. Si è creata una congestione sulla vendita di alcolici, anche a causa della chiusura delle discoteche avvenuta durante la pandemia. Le soluzioni sono i controlli e la pedonalizzazione. Alcuni bus percorrono via Mergellina in senso contrario al flusso di marcia. La sosta selvaggia purtroppo non si può eliminare alle condizioni attuali. Gli chalet sono locali da consumazione veloce, e noi non possiamo cacciare i clienti. Non ne abbiamo il diritto».

Antonio Basile, titolare dello Chalet Primavera, non la pensa in maniera troppo diversa: «Serve più sorveglianza, ma non in serata. E controlli di notte, quando si blocca tutto. Dove si crea la movida, anche i poliziotti fanno fatica: sono soli in mezzo a mille persone. Va riordinata tutta la gestione della zona. Noi siamo penalizzati in quanto ristorante: Mergellina, che è sempre stato il regno della quiete, ha iniziato a portare una brutta nomea. La gente pensa che ci sia troppo caos di sera e quindi non viene più a mangiare. Le dico solo che alle 23 ormai chiudiamo. Servono controlli, educazione commerciale e serenità».

Il marciapiede è distrutto e il decoro arranca.

La varietà dell'affresco sociale di Mergellina si percepisce dagli stereo delle auto in coda: neomelodici, trap, cantautori, musica dance: è il lungomare post-moderno, in cui la città dei vicoli incontra a ogni ora la città dei salotti. Se da queste parti arriva di tutto è perché «Mergellina è terra di nessuno», argomenta Antonio Siciliano, titolare del Bar Napoli.

Il suo locale offre cucina anche a tarda notte, ed è un punto di riferimento per target necessariamente variegati. «Mergellina è il ritrovo di tutte le zone non solo di Napoli, ma anche dell'hinterland: arrivano clienti di tutti i tipi. La società in città si è mixata molto: il figlio del professionista difficilmente si distingue da chi arriva da altre zone in cui è diffusa la delinquenza. Sulla sosta selvaggia, per fortuna non sono il sindaco. Si parla dei parcheggi sotterranei: potrebbero limitare il fenomeno. Chiediamo più sicurezza a gran voce ormai da tanti anni. La persona perbene che vuole vivere la città è spaventata. Le circostanze ovviamente non le conosco, ma eventi come quello di sabato notte, quando a giudicare dalle modalità c'è stato un vero e proprio agguato di camorra a ridosso dei chioschi, fanno paura alla gente: se è successo sul lungomare, vuol dire che tutta la città può essere preda di questi episodi».

Ultimo, ma affatto secondario, il commento di Antonio De Martino, titolare dello Chalet Ciro: «Per colpa di qualche delinquente rischiamo di coprirci di vergogna: potrebbe addirittura scapparci il morto, così da far perdere alla città il boom turistico - osserva - Sono qui da mezzo secolo, e i visitatori che sto vedendo da un anno non li ho mai visti. Oggi lavoriamo tutti i giorni. Prima le cose non stavano così. Il boom di visite è stata una vittoria per la città: serve più sicurezza per evitare che i turisti cambino meta». Tra le tante cose che rappresenta, Mergellina rischia di diventare anche un'occasione persa. Speriamo di no».

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