Napoli, l'anno record delle aggressioni: il 64 per cento in più, minori nel mirino

Napoli, l'anno record delle aggressioni: il 64 per cento in più, minori nel mirino
di Melina Chiapparino
Martedì 26 Luglio 2022, 23:55 - Ultimo agg. 28 Luglio, 08:05
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«Napoli non è mai stata così violenta». Queste parole non si riferiscono alle lotte intestine di camorra e neanche agli scenari criminali che, da sempre, cercano di prendere il sopravvento sulla parte sana del capoluogo partenopeo. Stavolta, si tratta di «aggressioni e raid brutali che avvengono, sempre più spesso, tra giovanissimi che non hanno nulla a che fare con il mondo criminale» spiega Emilio Bellinfante, primario del pronto soccorso e della Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza all’ospedale Vecchio Pellegrini, nel cuore della Pignasecca, spesso teatro di episodi di violenza. 

Le aggressioni avvenute nel centro storico di Napoli, sono più che raddoppiate rispetto all’anno scorso, eppure l’aspetto maggiormente inquietante dell’impennata di questi atti di violenza non riguarda solo il numero degli episodi, ma anche le loro modalità, sempre più feroci e aggressive. «Domenica notte, abbiamo operato d’urgenza il 15enne napoletano che è stato ferito gravemente all’addome, ma quello che ci ha sorpreso in modo particolare, e sta avvenendo sempre più spesso, è stata la ferocia con la quale sono stati inflitti i colpi» continua il primario che, insieme alle equipe di sanitari che ha operato il minore, ha riscontrato «la violenza di colpi sferrati ripetutamente e profondamente».

L’allarme, lanciato dai medici del Vecchio Pellegrini, poggia su una statistica precisa che rendiconta sia l’impennata delle vicende di sangue che coinvolgono, come vittime, giovanissimi e minori, sia le percentuali significative di episodi gravi.

«Nel 2022, a partire dal primo gennaio fino al 25 luglio, abbiamo assistito 727 vittime di aggressioni, di cui poco più di 100 con prognosi critiche, maggiori di 30 giorni e con quasi 200 ricoverati al di sotto dei 20 anni» racconta Bellinfante che sottolinea un aumento del 64% del numero di episodi violenti, comparato alla stessa finestra temporale nel 2021. Dunque, considerando solo i dati di una porzione di città circoscritta al centro storico, la media è di più di 3 vittime di aggressioni al giorno. «Le fasce orarie con maggiore incidenza di questi episodi sono quelle notturne» aggiunge il primario che ha accertato come «il 47% delle violenze avvengano dopo la mezzanotte e coinvolgano, nella maggior parte dei casi, vittime di sesso maschile».

Le zone da considerare più a rischio, tenendo conto della quantità di aggressioni che avvengono in questi luoghi, sono l’area dei Decumani, Porta Capuana e i vicoletti che circondano l’università “Orientale” ma, più in generale, tutto il centro storico e la zona della stazione centrale, in piazza Garibaldi. «Anche le armi utilizzate dimostrano una facilità e una scaltrezza nel ferire che, prima, non si evidenziava così sfacciatamente» spiega ancora Bellinfante, riferendosi all’utilizzo «di coltellini, taglierini e lamette ma anche e soprattutto, di bottiglie e oggetti contundenti oppure dotati di punta, sebbene non manchino episodi anomali come due casi di utilizzo di forbici molto taglienti». È ancor più scioccante, venire a conoscenza delle modalità e dei motivi che spesso provocano questi episodi. 

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«Ultimamente, abbiamo notato una crudeltà e una ferocia che, prima, si riscontravano difficilmente tra gente comune e ragazzini, sia nella brutalità delle azioni che nella loro pericolosità, laddove vengono danneggiate parti vitali» aggiunge il medico. Sulla totalità dei dati, è chiaro che sono comprese le vittime di scippi, rapine e microcriminalità, anche questi fenomeni sono in netto aumento, così come le risse tra stranieri ma, è allarmante la presenza massiccia di aggressioni tra giovani «spesso causate da futili motivi come uno sguardo di troppo o qualche incomprensione fomentata sui social». «Dopo il lockdown da Covid c’è stato un aumento preoccupante dei suicidi e ora, invece, è come se l’aggressività e la frustrazione represse, si stiano rivolgendo verso l’esterno» spiega Bellinfante che non ha potuto fare a meno di notare il collegamento tra l’emotività dei giovanissimi e il loro bisogno di veicolarla sui social. 

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«Spesso le aggressioni nascono prima con scontri verbali sui social e, poi, diventano vere e proprie violenze fisiche, spesso anche filmate con il rischio di emulazione» racconta ancora il primario che sta constatando un aumento anche di episodi violenti tra ragazzine e che nel presidio, ha attivato da marzo il “codice rosa” per le violenze di genere. «Questa violenza è un problema sociale, i nostri giovani hanno bisogni di azioni culturali e educative, dobbiamo fare tutti rete altrimenti i dati allarmanti di oggi, non potranno che peggiorare» conclude Bellinfante. 

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