Violenza nella stazione della Circum, tutte le falle: «Video in ritardo e medici ignorati»

Violenza nella stazione della Circum, tutte le falle: «Video in ritardo e medici ignorati»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 6 Aprile 2019, 08:30 - Ultimo agg. 13:17
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Nodi da sciogliere, censure del Riesame, probabile ricorso della Procura. Partita aperta secondo gli inquirenti, in un terreno di confronto tra i giudici del Riesame da un lato, Procura e gip dall'altro, che non ha lesinato momenti aspri. A leggere le venti pagine di motivazioni della scarcerazione di Borrelli non mancano rilievi da parte del Riesame nei confronti del modo in cui è stato presentato e valutato in primissima battuta il caso della Circum. Sono due i punti su cui il Riesame batte con maggiore insistenza: la mancanza di riferimenti alla cartella clinica del centro di salute mentale di Torre del Greco, che era stata acquisita dalla Mobile il giorno dopo il presunto stupro e che avrebbe potuto spingere a una valutazione diversa dagli arresti dei tre ragazzi; e la mancata trasmissione al gip dei filmati della videosorveglianza all'interno della Circum, dai quali - insistono i giudici emergono le contraddizioni del racconto della 24enne, oltre all'assoluta mancanza di drammaticità, a differenza di quanto riversato nella denuncia dalla parte offesa. Sono i punti deboli di questa storia. Motivazioni firmate dai giudici Pepe, Foschini e Calabrese (che si sono avvicendati nella valutazione dei tre casi anche con il collega Purcaro), vediamo quali sono i rilievi del Riesame.
 
Pesanti censure sono state rivolte nei confronti dello psicologo e della dottoressa Asl che hanno in cura da tre anni la ragazza. Scrive oggi il Riesame, a proposito dello psicologo: «Deve censurarsi la superficialità delle informazioni fornite dallo psicologo della ragazza, che ne ha sinteticamente attestato la capacità di orientarsi nello spazio e nel tempo, senza però in alcun modo confrontarsi con i complessi dati clinici rinvenibili nella cartella conservata presso il distretto di salute mentale dell'Asl, verosimilmente in quel momento non ancora noti agli stessi inquirenti». È il sei marzo, da qualche ora sono stati arrestati i tre di San Giorgio a Cremano, ma i due medici non ritengono opportuno indicare che da tre anni la ragazza di Portici è in cura per gravi disturbi psichici, riconducibili alla sfera dei rapporti sessuali. Riferimenti precisi al diario clinico della 24enne - insistono i giudici - avrebbero consentito al gip che ha convalidato il fermo una valutazione più approfondita di una materia tanto problematica. E ce n'è anche per la dottoressa: «Solo leggermente più dettagliata è stata la deposizione alla Squadra mobile dal medico del centro di salute mentale che da anni ha avuto in cura la ragazza». Come replica la Procura sul punto? Nessuna dichiarazione formale, anche se tutti ricordano che il tempo per la convalida di un fermo di tre incensurati è ristretto, tanto da costringere gli stessi investigatori - in un primissimo approccio - a ricevere sommarie informazioni sulle condizioni della vittima, sulla sua capacità di discernimento nello spazio e nel tempo. Durissima la censura anche nei confronti del Centro Dafne del Cardarelli, dove la ragazza viene ascoltata il 22 marzo, nello stesso giorno in cui viene scarcerato il primo dei tre: «Dal documento del centro non è possibile comprendere l'identità dei sanitari che lo hanno redatto (firme poco leggibili), il referto appare privo di validità scientifica e sembra confondere l'ambito dell'accertamento medico con quello invece riservato all'autorità giudiziaria». Anche in questo caso non è stata presa in considerazione la documentazione presente nel Distretto di salute mentale, limitando l'incontro alla descrizione dell'evento all'interno della Circum, per altro già «usurata» dalla ripetizione dello stesso racconto.

Ma un altro punto critico verso la prima fase delle indagini e verso le conclusioni cui giungono pm e gip riguarda i video. Sia la trasmissione dei video, sia l'analisi dei filmati. Come è noto, a determinare la scarcerazione dei tre della Circum sono le immagini ricavate all'interno della Circum, che svelerebbero - secondo i giudici - l'assoluta normalità della scena, priva di coazione e di drammaticità, oltre ad esaltare le contraddizioni della ragazza a proposito di una spinta in ascensore che oggettivamente non avviene (dal video si vede uno dei tre che ha la mano sulla spalla di lei e ne indirizza il cammino). Dunque? Scrivono i giudici: «Documenti acquisiti il 5 marzo dalla polizia (il giorno della presunta violenza), non messi a disposizione del gip della cautela, visionati dalla Squadra Mobile e oggetto dell'annotazione allegata all'informativa dell'8 marzo scorso e depositata in pari data al pm; a questo tribunale del Riesame è stata però trasmessa una ridotta selezione di immagini in fotocopia, del tutto illeggibili e tali da non consentire il controllo giudiziario sull'esattezza della sommaria descrizione annotata dalla polizia giudiziaria». Anche in questo caso - riflettono gli inquirenti - è il fattore tempo ad aver impedito di trasmettere i filmati al gip per una valutazione più ampia. Cosa accadrà ora? Il Riesame suggerisce di sottoporre la ragazza a una perizia psichiatrica per una diagnosi scientificamente valida, mentre la Procura si appresta a fare ricorso, in vista di un probabile processo.
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