Vivere nel ghetto: 21 famiglie abbandonate nell'ex motel Agip di Secondigliano

Alcuni interni devastati nell'ex motel Agip di Secondigliano
Alcuni interni devastati nell'ex motel Agip di Secondigliano
di Antonio Folle
Giovedì 18 Aprile 2019, 14:30 - Ultimo agg. 19 Aprile, 09:44
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Gli interni spettrali dell'ex motel Agip di Secondigliano, struttura dove vivono attualmente 21 famiglie, non hanno niente da invidiare agli interni dell'Overlook Hotel, partorito dalla mente di Stephen King e reso celebre dalla trasposizione cinematografica di Stanley Kubrik nel film horror "Shining". A due passi dal corso Secondigliano, una delle strade più frequentate della città, circa 60 persone vivono in indicibili condizioni di degrado umano e ambientale. L'ex motel Agip, di proprietà del Comune di Napoli, fu utilizzato negli anni '80 per accogliere gli sfollati del terremoto che devastò il capoluogo partenopeo. In seguito è stato occupato abusivamente da alcune famiglie che hanno preso possesso degli spazi fino a quando, nel 2016, sono stati trasferite nei nuovi alloggi di edilizia popolare. 

All'interno sono rimasti alcuni degli occupanti originari - non rientrati nelle graduatorie per l'assegnazione delle case popolari - e altre famiglie, tra cui alcune famiglie di etnia rom, che hanno occupato successivamente gli spazi lasciati vuoti dai precedenti occupanti. Tra le persone che oggi vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie, diversi anziani, bambini e anche alcuni disabili. Qualche mese fa il Comune di Napoli ha promesso agli occupanti una sistemazione alternativa, annunciando l'utilizzo di alcuni prefabbricati - una soluzione simile a quella adottata per i rom sgomberati dal campo nomadi di Scampia - prospettando però la non veloce risoluzione del problema a causa delle difficoltà a reperire suoli adatti.
 
 

Una opzione, quella dei containers, che i residenti dell'ex motel hanno accolto con favore: «Tutto pur di andar via da questo posto maledetto - spiegano - dove viviamo praticamente dimenticati da tutti e a contatto con topi, rifiuti di ogni tipo, amianto e con il rischio che la struttura ci crolli in testa da un momento all'altro. L'ultimo contatto che abbiamo avuto con il Comune - spiegano gli occupanti - è stato quello con i vigili urbani, qualche mese fa, quando sono venuti a verbalizzare la nostra presenza e a notificarci nuovamente lo sgombero. Qui ci sono bambini e persone anziane, se viviamo in queste condizioni è perchè non sappiamo dove andare e perchè non possiamo permetterci un alloggio. Anzichè notificare sgomberi il Comune ci dia una mano a far vivere dignitosamente i nostri figli che sono costretti a desiderare anche solo un piccolo spazio dove giocare con i loro amici».

I primi due piani del motel risultano essere attualmente occupati mentre i due piani superiori e il tetto sono completamente inagibili, con quintali di rifiuti di ogni genere ammassati alla rinfusa, porte sradicate dai tossicodipendenti che utilizzano la struttura come "appoggio", tubi di amianto pericolosamente esposti e calcinacci. Ancora peggiori le condizioni del resto dell'ex motel, utilizzato come discarica abusiva di rifiuti e dove, nel corso degli anni, si sono accumulate diverse tonnellate di rifiuti di ogni tipo, a cominciare dagli scarti di lavorazioni industriali depositati qui nottetempo.

«Abbiamo cercato di impedire l'ingresso a chi viene a scaricare qui - spiegano i residenti - installando una catena per chiudere l'ingresso. La catena è stata spezzata più volte dai furgoni che vengono qui di notte, depositano i rifiuti e vanno via indisturbati. Il retro della struttura è utilizzato anche dai tossicodipendenti che vengono a drogarsi in tutta tranquillità. Per questo siamo costretti a tenere i nostri figli chiusi in casa».
 

Ancora più gravi, se possibile, le condizioni dei sotterranei. Da oltre due anni dalle tubature fuoriescono enormi quantità d'acqua. Una vera e propria cascata che, oltre a sprecare migliaia e migliaia di litri d'acqua ogni giorno, mette a serio rischio la tenuta delle fondamenta dell'edificio. I vigili del fuoco, allertati dagli occupanti della struttura, non hanno potuto far altro che consigliare ai residenti di rivolgersi al Comune di Napoli, proprietario legittimo della struttura e deputato a intervenire. Comune che, secondo quanto affermano i residenti, si sarebbe limitato a intimare nuovamente lo sgombero e a interrompere la fornitura idrica, lasciando così gli appartamenti senz'acqua.

«Siamo pronti a portare questa vertenza su tutti i tavoli - spiega il presidente dell'associazione Ex Don Pietro Ioia - anche a rischiare il carcere, se necessario. E' indegno che nel 2019 ci siano famiglie costrette a vivere in queste condizioni. Il Comune è perfettamente a conoscenza di questa situazione, ma non ha fatto niente per aiutare questi esseri umani che vivono costantemente con il rischio di vedersi crollare addosso questo edificio fatiscente. Non ci fermeremo alla semplice protesta - prosegue - ma se non saremo ascoltati siamo disposti anche a scendere in piazza e a paralizzare la città».
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