Napoli, dalle vongole alle case vacanze la corsa dei prezzi è inarrestabile

Napoli, dalle vongole alle case vacanze la corsa dei prezzi è inarrestabile
di Valerio Iuliano
Venerdì 12 Agosto 2022, 08:48 - Ultimo agg. 13 Agosto, 11:15
4 Minuti di Lettura

La corsa dei prezzi non si ferma. A Napoli, nel mese di luglio, si registra un tasso di inflazione superiore dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente. E, nel confronto con luglio 2021, l'inflazione aumenta del 7,6 per cento. I valori di Napoli sono in linea con il resto d'Italia. L'incremento nell'ultimo mese è esattamente identico alla media nazionale, mentre l'inflazione su base annua è leggermente inferiore al resto d'Italia. Tuttavia, se ci si limita ad analizzare i dati singoli, si ricava la percezione di un fenomeno che, mese dopo mese, tende a impoverire sempre di più la popolazione e, nello stesso tempo, trascina gli esercenti in una spirale di aumenti potenzialmente dannosissima per tutte le categorie merceologiche.

Ma a luglio, dall'analisi dell'indice dei prezzi al consumo elaborato dall'Istat, emerge un elemento nuovo. Il divario più netto tra Napoli e il resto d'Italia si registra alla voce «servizi di alloggio». Nelle strutture ricettive partenopee il tasso di variazione su base mensile è del 18,4%, a fronte del 13,7 della Campania e del 12,7 nazionale. La voce «servizi di alloggio» comprende tutte le strutture adibite all'accoglienza, dagli alberghi ai bed and breakfast, fino alle case vacanza ed ai campeggi. L'incremento dei prezzi, dunque, non è da addebitare ad una sola tipologia di accoglienza, ma a tutte le imprese turistiche, anche se gli aumenti più elevati riguardano le piccole strutture. È indiscutibile che lo straordinario exploit del turismo a Napoli abbia contribuito a favorire gli aumenti, ma è comunque da sottolineare il divario tra il tasso di inflazione registrato in città e quello del resto d'Italia. Alla voce «servizi ricettivi e di ristorazione», per Napoli si ricava un +6,9%, superiore di mezzo punto al dato nazionale del 6,4%. Si conferma, dunque, una sostanziale impennata dei costi dei servizi legati alla filiera turistica. Il caro-vita, d'altronde, incide sensibilmente sulle aziende del settore, già fiaccate negli anni scorsi dagli effetti della pandemia.



Sul fronte dei beni di prima necessità, la tendenza che emerge dall'analisi dei tassi di inflazione è quella di una progressiva quanto inarrestabile impennata dei prezzi. Per i prodotti alimentari, si registra a Napoli un +10% su base annua, sostanzialmente identico ai dati nazionali. Singolare l'aumento di prodotti come i frutti di mare freschi, il cui costo è raddoppiato nelle ultime settimane, con le vongole veraci arrivate fino a 40 euro il chilo. Il caro-vita inquieta fortemente anche i commercianti. «Continua ad aumentare tutto, senza freni. I fornitori - spiega Massimo Di Porzio, leader della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi - ci dicono che devono alzare i prezzi perché a loro volta subiscono aumenti, ma così si innesta una spirale pericolosissima. Però la spesa maggiore è quella per l'energia, con le bollette di gas e luce più che raddoppiate, anche per il gran caldo che costringe ad avere sempre accesa l'aria condizionata e i frigoriferi, che nei pubblici esercizi sono tantissimi. Molti locali hanno deciso di chiudere per contenere i costi». Di Porzio invoca iniziative più efficaci da parte del governo per frenare l'impennata dei prezzi nei vari passaggi della filiera. L'eliminazione dell'Iva sugli alimentari e i prezzi calmierati per alcuni prodotti di prima necessità, come farina, olio e latte, sarebbero misure utili per determinare una minore pressione su tutti i mercati.

Sui rincari incide sempre il costo dei carburanti, che fa schizzare quello dei trasporti dei prodotti alimentari. Nell'indice dei prezzi di luglio, però, c'è anche un dato sorprendente. La benzina è diminuita dello 0,5 per cento, rispetto al mese precedente. Potrebbe essere il segnale di un'inversione di tendenza, ma nessuno è disposto a scommettere sulla frenata dell'inflazione. Il conto per le famiglie è già molto salato. L'inflazione calcolata su base annua ha determinato- secondo l'Unione nazionale consumatori- un costo aggiuntivo di oltre 2000 euro per una famiglia napoletana di 4 persone. E, se ci si limita a prendere in considerazione solo l'energia, l'aumento in un anno è di 690 euro, per le bollette della luce dei clienti del mercato libero.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA