Napoli zona arancione, palestre chiuse e bollette: «Pronti allo sciopero della fame»

Napoli zona arancione, palestre chiuse e bollette: «Pronti allo sciopero della fame»
di Oscar De Simone
Venerdì 26 Febbraio 2021, 18:00 - Ultimo agg. 20:19
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Le attività sportive sono interrotte da mesi ma le bollette continuano ad arrivare ai gestori delle palestre e delle sale fitness. Un problema non da poco se si pensa che i solidi messi da parte nelle ultime settimane di lavoro sono terminati e che, almeno per ora, non c'è alcuna prospettiva o progetto per la riapertura. Per questo motivo c'è chi, impossibilitato a fare fronte alle spese, ha dovuto gettare la spugna e chi invece pur continuando a resistere si trova sull'orlo della crisi. 

«Ci hanno ridotto alla fame – dichiara l'istruttore Arturo Iumiento – e senza la possibilità di guardare al futuro.

Non c'è speranza e non vediamo luce in fondo al tunnel. Prima si pensava a una riapertura ma ora l'idea sembra essere definitivamente tramontata. Così però non possiamo andare avanti anche perché le bollette continuano ad arrivare e noi non sappiamo più come farvi fronte. Arrivano centinaia di euro tra acqua, luce, telefono e Tari per rifiuti che materialmente non produciamo da mesi. Tutto questo è inaccettabile e per questo stiamo riflettendo se mettere un atto uno sciopero della fame davanti Montecitorio. Forse questo sarebbe l'unico modo per far sapere a tutti che ci siamo e non possiamo continuare a vivere di aria». 

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Una situazione di estrema difficoltà insomma, aggravata anche dalla crisi che coinvolge tutte quelle figure professionali che gravitavano nell'orbita delle palestre. Una serie di professionisti che da tempo non ricevono ristori e che non lavorando, rischiano di finire in strada. «Il nostro lavoro – afferma il collaboratore sportivo Gennaro De Francesco – è stato del tutto cancellato. Da mesi non abbiamo più una professione e non riusciamo a sbarcare il lunario. Ci proviamo cercando di fare lezioni all'aperto ma anche in questo caso non riusciamo a trovare clienti. La gente ormai ha paura di avvicinare persone sconosciute e quindi nessuno riesce a darci fiducia. Siamo allo stremo e senza speranze. Chiediamo un aiuto subito prima che centinaia di persone finiscano irrimediabilmente in strada senza speranza e senza futuro». 

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