Croci sulle spalle, striscioni e grida di dolore. La protesta dei commercianti e degli imprenditori campani - rappresentanti di almeno 15 categorie - è stata forte e senza mezzi termini. Le croci, infatti, hanno voluto rappresentare le incombenze e le spese che in questo anno e mezzo di pandemia non sono mai diminuite nonostante l'assenza di lavoro. Una situazione insostenibile con cui adesso bisogna fare i conti. Per questo motivo commercianti e imprenditori hanno chiesto a gran voce al prefetto di Napoli e al governo una riapertura in sicurezza che possa rilanciare l'economia e restituire dignità e fiducia a centinaia di famiglie in difficoltà.
«Le croci rappresentano il peso di 395 giorni di chiusura che hanno messo in ginocchio gli imprenditori - afferma il presidente di Confesercenti Napoli Vincenzo Schiavo - Abbiamo bisogno di risposte e per questo oggi faremo una raccolta firme per chiedere le tanto desiderate riaperture. Dobbiamo dare risposte concrete a questa gente che porta sulle proprie spalle un peso insostenibile. È diventato difficile pagare le tasse, l'Iva o i fitti e così non si può andare avanti. Oggi noi rappresentiamo questo dolore e porteremo le istanze dei commercianti al prefetto che speriamo possa darci una mano una volta per tutte».
Nessun aiuto o sostegno insomma, ma solo la possibilità di tornare a lavorare. Queste in sostanza le richieste degli operatori in piazza. «C'è anche chi ha preferito chiudere - affermano in piazza - perché senza clienti è impossibile pensare di mantenere aperta la propria attività. Non vogliamo ristori o cose del genere, vogliamo solo lavorare.