Napoliboxe, lo sfratto e il calvario degli impianti sportivi: class action contro il Comune di Napoli

Lettera di diffida al sindaco, all'assessore allo sport e al presidente della Regione Campania

Napoliboxe, lo sfratto e il calvario degli impianti sportivi
Napoliboxe, lo sfratto e il calvario degli impianti sportivi
Martedì 7 Marzo 2023, 20:26
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Il caso della paventata chiusura della palestra di boxe gestita dalla famiglia Silvestri è soltanto l’ultimo esempio negativo che testimonia la precarietà degli impianti sportivi napoletani. «Ogni giorno riceviamo in associazione tantissime segnalazioni da parte di genitori disperati, che non riescono a far praticare sport ai propri  figli perché vi sono  contenziosi  legati alle concessioni agli assegnatari. Molte associazioni sportive – precisa Carlo Claps, presidente di Aidacon consumatori - si sono  impegnate al massimo, investendo centinaia di migliaia di euro per cercare di restare aperti e consentire lo svolgimento di  attività sportive  per  migliaia di giovani napoletani ma dopo tanti sacrifici, il Comune  da loro il benservito. È necessario, quindi, che si giunga concordemente ad una soluzione equa, che tenga conto della storia delle associazioni sportive, dei sacrifici umani ed economici da esse sostenuti, che consideri anche  le esimenti a favore dei concessionari, anche al fine di favorire, con la riassegnazione alle associazioni già assegnatarie, nel più breve tempo possibile, la ripresa delle attività sportive». 

 

Pertanto l'Aidacon, prendendo ulteriore spunto dalla storia della palestra di boxe di Silvestri, ha deciso di avviare un’azione nei confronti del Comune di Napoli, inviando una lettera di diffida ad adempiere al sindaco, all'assessore allo sport del Comune, al presidente della Regione Campania: in mancanza di risposte concrete partirà una vera e propria class action contro la pubblica amministrazione.

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A tal proposito, Aidacon ha ricordato quanto affermato recentemente dal  Consiglio di Stato: «È consentito ai titolari di interessi giuridicamente rilevanti ed omogenei, e a una pluralità di utenti e consumatori, di agire in giudizio, proponendo una class action, nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici, i quali nello svolgimento delle proprie attività, abbiano leso i loro interessi». 

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