Napoliboxe, sfratto alla palestra: «Senza di noi solo droga»

E Manfredi convoca un tavolo di conciliazione per individuare possibili soluzioni

Lino Silvestri con i suoi giovani pugili
Lino Silvestri con i suoi giovani pugili
di Giuliana Covella
Martedì 7 Marzo 2023, 07:05 - Ultimo agg. 8 Marzo, 07:25
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«Se chiude questa palestra, verrà negata una chance ai tanti minori a rischio che vengono da noi ogni giorno». Lino Silvestri non si arrende di fronte ai sigilli che, ieri, hanno apposto ai cancelli della Napoliboxe, una seconda casa per centinaia di ragazzi che al civico 10 di vico Sottomonte ai Ventaglieri avevano la possibilità di coltivare il loro talento nel pugilato. Il Comune - proprietario dell'immobile - ha dovuto far sgomberare i locali dando seguito ad un'ordinanza del 2016 per una morosità di fitti arrivata a 2milioni di euro. Ma Silvestri, figlio di Geppino, storico fondatore della Fulgor e talent di campioni come Patrizio Oliva e Elio Cotena, non ci sta: «Senza di noi qui ci saranno solo armi e droga, è bene che il sindaco lo sappia. Ho sempre pagato quanto previsto dal contratto, togliendo ragazzi dalla strada e respingendo le minacce dei clan a cui abbiamo sempre dato fastidio». Tantissimi i ragazzi «da educare allo sport», insiste il maestro, «solo uno su dieci può permettersi la retta». «Mi vengono affidati minori difficili che arrivano anche dalla provincia, alcuni dei quali diventano campioni. Invece ieri mi sono visto assediare da polizia, municipale e vigili del fuoco. Il risultato è stato che abbiamo dovuto negare l'accesso a tutti coloro che avrebbero dovuto allenarsi, facendoli spostare in un centro sociale di via Mezzocannone».

 

Fino al 2021 c'erano un garage abbandonato pieno di carcasse di auto e «pistole con matricole abrase», poi la sede dell'azienda idrica, di una nota catena di distribuzione e infine la Napoliboxe, come ricorda Lino: «Avevo 20 milioni in banca, li investii subito in questo luogo, firmando cambiali e caricandomi sin dall'inizio anche di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il Comune in seguito a un bando mi assegnò il piano di sotto come autorimessa e quello di sopra come palestra, stabilendo un canone agevolato di 500 euro mensili». L'associazione sportiva dilettantistica andò avanti fino al 2016, «quando qualcuno in Consiglio comunale decise di bloccarci le attività, ma noi rispondemmo adeguando i locali alla normativa vigente in materia di sicurezza». Ma è nel 2019 che «la Napoli servizi ha sopravvalutato questi spazi e il fitto è passato da 500 a 10mila e 80 euro. In modo retroattivo hanno calcolato il nuovo mensile dal primo giorno in cui siamo entrati qui, così siamo arrivati ad essere morosi di 2 milioni di euro. Da allora non siamo stati regolarizzati e a metà febbraio ci hanno notificato un atto per consegnare le chiavi. Forse il sindaco crede che io abbia la palestra a via Chiaia o a Posillipo. Allora lo invito a venire in vico Sottomonte ai Ventaglieri, un vicolo di armi, droga e finora di boxe che aiuta i ragazzi».

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Non si è fatta attendere la risposta del Comune, che «si dichiara pronto a trovare insieme possibili soluzioni» come si legge in una nota: «Si precisa che per l'Amministrazione vi era l'obbligo di dare esecuzione all'ordinanza di sgombero 17 emessa il 22 febbraio 2016 nei confronti della Napoliboxe per il rilascio dei locali di proprietà comunale ai Ventaglieri. Il Tar Campania con sentenza 4917/2022 ha poi rigettato l'impugnativa dell'associazione lasciando intatta l'efficacia dell'ordinanza del 2016. Alcuni locali - prosegue la nota - come accertato dalla polizia locale, sono stati adibiti ad attività non autorizzate. Nei giorni scorsi il sindaco Gaetano Manfredi ha convocato un tavolo apposito per monitorare le singole vicende di sgomberi e individuare con tutti gli organismi competenti le possibili soluzioni di conciliazione che da una parte rispondano agli obblighi di legge per l'Amministrazione comunale e dall'altra salvaguardino le attività sociali svolte sui singoli territori a favore di giovani e fasce deboli». 

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