Natale a Napoli, le luci di Rosario dedicate a infermieri e lavoratori precari: «Sono i nostri eroi»

Natale a Napoli, le luci di Rosario dedicate a infermieri e lavoratori precari: «Sono i nostri eroi»
di Alessio Liberini
Venerdì 24 Dicembre 2021, 14:00 - Ultimo agg. 25 Dicembre, 11:01
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«Un ringraziamento speciale in onore dei nostri eroi: medici infermieri e operatori sanitari. Rosario il custode» si legge su un cartellone posto vicino un pupazzo di neve – fatto con dei bicchieri di plastica – vestito da infermiera intenta a procedere per effettuare un tampone. Al suo fianco un altro pupazzo di neve, vestito da dottore, regge un qr code di un green pass. Mentre, in lontananza, si scorge la sagoma di un angelo intento a procedere per effettuare una vaccinazione, indossa una mascherina con un arcobaleno: «Andrà tutto bene».

Non siamo in un ipotetico ospedale per pupazzi di neve, realizzati con plastica riciclata, ma bensì in un palazzo dei Colli Aminei a Napoli dove il custode del condominio “Largo delle Mimose” anche per quest’anno ha allietato le circa 80 famiglie dello stabile montando, ed in parte realizzando, delle particolarissime installazioni natalizie dedicate ai fatti più cruenti dell’anno che ci sta per lasciare. 

Si chiama Rosario Tripodi ha 50 anni e da ben 24 fa il custode, anche se per molti condomini – nel tempo – è diventato un vero e proprio familiare. Tanto che nel 2018 l’hanno candidato al premio come “Miglior portiere dell’anno”, naturalmente vinto. Un attestato che costudisce in bella mostra proprio nella sua guardiola. Ma per capire il perché di questo premio, ampiamente meritato, basta affacciarsi nel androne del suo condominio. Dove in questi giorni, e fino alla prima parte di gennaio, compare un vero e proprio villaggio natalizio, molto particolare. A differenza delle classiche luci, per le festività, Rosario ha scelto, infatti, per quest’anno, di dedicare le installazioni a chi il Natale lo trascorrerà con meno serenità rispetto a lui: come i lavoratori precari ed i medici che, anche in queste ore, proseguono a combattere per vincere la battaglia più grande. Insieme a loro, da buon tifoso azzurro, il custode ha dedicato anche un ampio angolo tutto al calcio Napoli. Con un trenino che - «facciamo gli scongiuri» dice Rosario - porterebbe dei calciatori azzurri verso lo scudetto. Di fronte allo speciale convoglio appare, come un angelo che li osserva in lontananza, un pupazzo di Maradona con tanto di aureola. «Diego – spiega - purtroppo è un anno che ci ha lasciato perciò abbiamo fatto una corona con il numero 10 per ricordarlo.

Cerchiamo di non dimenticare nessuno». 

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«Il Natale per me è una cosa familiare, bisogna essere solidali verso le persone – racconta il custode mentre i suoi occhi brillano come le luci delle istallazioni - . Qua (in questo condominio ndr) c’è chi è solo, ci sono persone anziane su qui io cerco di informarmi se vanno a casa dei figli o se saranno sole a casa per le feste. Natale per me? Io guardo prima gli altri e poi, ovviamente, il mio lo faccio con la famiglia, con i miei bambini».

Rosario, come la maggioranza della popolazione, è vicino agli infermieri impegnati nella lotta al Covid ed è naturalmente favorevole al vaccino. «Anche perché – racconta lo stesso con un ghigno di tristezza – qui in questo condomino abbiamo avuto anche delle vittime, anziani che ora non ci sono più». Da qui la scelta di dedicare, il grosso delle sue installazioni, proprio a chi lotta per salvare quotidianamente delle vite umane. «Per solidarietà – precisa - abbiamo ringraziato gli infermieri e i dottori per tutto quello che hanno fatto loro e quello che stanno ancora facendo. Oramai svolgono il triplo degli orari, perché mancano e purtroppo non possono assumere altre persone». «Li dobbiamo ringraziare – continua Rosario mentre con gioia mostra i pupazzi a loro dedicati - perciò ho pensato anche a loro per solidarietà: io sono un semplice custode più di questo non posso fare». 

Ma il cuore grande del portiere va ben oltre le peripezie degli ospedali e si estende anche ad altri problemi della sua città come la grave crisi occupazionale che colpisce giovani e non.

Per tale ragione ha dedicato un intero angolo per gli operai della Whirlpool e le loro 317 famiglie. «Cerco sempre di tenermi a tema – precisa -  e per quest’anno sono voluto stare molto vicino ai dipendenti della Whirlpool, e alle loro famiglie, che purtroppo si faranno un Natale senza lavoro. È una cosa che mi ha toccato molto perciò mi sono sentito di dedicargli un angolo tutto per loro, procurandomi anche una lavatrice».

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