Napoli, l'elemosiniere del Papa in soccorso dei più fragili

Napoli, l'elemosiniere del Papa in soccorso dei più fragili
di Maria Chiara Aulisio
Venerdì 18 Dicembre 2020, 09:21
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Farmaci e mascherine in regalo alle persone più fragili. Papa Francesco non si è limitato a offrire un presepe messicano da mettere all'asta per aiutare la Casa di Tonia ma ha inviato qui a Napoli - come in altre città d'Italia - i doni dell'Elemosineria Apostolica: «Un segno di vicinanza e solidarietà del Santo Padre - spiega Konrad Krajewski, don Corrado come gli piace farsi chiamare, l'elemosiniere di Bergoglio - in questo momento di prova e difficoltà». La settimana scorsa qui a Napoli, mercoledì a Bologna e ieri a Siena. Nei pacchi inviati dal Vaticano farmaci contro il raffreddore e l'influenza, mascherine, guanti, gel disinfettante e prodotti per l'igiene personale. Una bella sorpresa per i poveri di Napoli e per la Caritas diocesana che nei giorni scorsi aveva lanciato l'allarme: «Abbiamo bisogno dei dispositivi di sicurezza quasi più del cibo. Le mense sono piene di gente, gli ospiti continuano ad aumentare e guanti e mascherine non bastano più». Il Covid ha cambiato pure il volto della povertà. O meglio: ha reso fondamentali cose di cui prima non c'era alcun bisogno e che invece, oggi, è assolutamente indispensabile acquistare.


IL MONITO
Anche il cardinale Sepe - durante la presentazione dell'asta di beneficenza in programma il prossimo lunedì - ha nuovamente affrontato il tema dell'indigenza e di quanti vivono condizioni di assoluto disagio.

L'arcivescovo ha parlato di «nuove povertà». Quelle di chi - a causa del Covid - ha perso il lavoro, ha chiuso botteghe e attività grazie alle quali riusciva a mandare avanti la famiglia, si è ritrovato all'improvviso senza più fondi e risorse. Da qui l'appello ad andare avanti: «Non possiamo e non dobbiamo fermarci e arrenderci: la nostra formazione cristiana ci obbliga a non fermarci, a guardare lontano, ad aprire il cuore alla speranza del nuovo giorno facendo prevalere la responsabilità di agire e reagire, guardando ai nostri fratelli che soffrono». Intanto la macchina della solidarietà continua a viaggiare. A Napoli arriva anche Babbo Natale di Emergency con quattrocento pacchi alimentari a settimana e 350 famiglie coinvolte grazie all'impegno di circa quaranta volontari.


LA CONSEGNA
Il progetto - iniziato su scala nazionale lo scorso maggio a Milano, Roma e Piacenza - oltre alla consegna di cibo per le famiglie in difficoltà, prevede anche la distribuzione mensile di un pacco di prodotti per la pulizia della casa e uno per l'igiene personale. «Qui a Napoli siamo partiti il 31 ottobre con circa 100 famiglie nei quartieri di Pianura, Soccavo e Ponticelli e per la fine di dicembre contiamo di arrivare a 600 pacchi a settimana per 550 nuclei familiari che noi accompagneremo in questo percorso fino alla fine di marzo 2021 - dichiara Peppino Fiordelisi, coordinatore dei volontari di Emergency in Campania -. Nelle nostre consegne incontriamo spesso chi lavorava presso una pizzeria o un ristorante, magari in nero e ha visto il proprio impiego sfumare nel nulla, così come chi lavorava nel turismo. Senza contare che sono molte le famiglie in cui entrambi i coniugi hanno perso ogni fonte di reddito e si trovano in condizioni economiche difficili».


LA CARITAS
Da Emergency ai centri di ascolto: «La pandemia - spiega il delegato regionale Carlo Mele - ha fatto emergere anche povertà e sofferenze di natura relazionale e professionale. Ai nostri centri di ascolto, alle mense, ai dormitori si sono rivolte tante persone in più rispetto al passato. Servizi che non possono essere l'unica risposta alla collettività. Commercianti, ristoratori, ambulanti: da otto mesi sono fermi senza che nessuno li aiuti. I bonus del governo sono lenti. L'arrivo dei vaccini è una speranza ma porta anche titubanza su quando, e se, tutto questo finirà. Anche i servizi sociali sono lenti mentre le risposte devono essere immediate. Da soli non possiamo farcela».

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