Nati nel 2023, la prima femminuccia in Campania dopo il record di gemelli al Cardarelli

Fiocco rosa subito dopo la mezzanotte, ma quante difficoltà restano per diventare genitori

I gemelli nati al Cardarelli
I gemelli nati al Cardarelli
Maria Pirrodi Maria Pirro
Domenica 1 Gennaio 2023, 13:56 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 09:09
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Quattro minuti, dopo la mezzanotte di Capodanno, bastano a Giorgia per conquistare un ruolo da protagonista. La bimba pesa due chili e 530 grammi ed è il simbolo della speranza targata 2023: della vita che continua, sfrontata e durissima davanti alla pandemia insistente, alla crisi energetica ed economica, agli orrori della guerra. E alle tante difficoltà, che restano, per diventare genitori e nell'assistenza.

La piccola è venuta alla luce, il primo gennaio, in una notte lunghissima, festeggiata con altri due fiocchi rosa nella clinica Malzoni: «Raquel, nata sempre con parto naturale nella prima ora del 2023, tre chili e venti grammi, e Mariacarmela, taglio cesareo, di urgenza, a 37 settimane, 2 chili e 110 grammi», spiega il ginecologo Gian Marco Miele.

Gaia e Francesca Marie sono invece coccolate al San Pio di Benevento. La prima, di  2,765 chili, vagito subito dopo il brindisi, è la terzogenita. Un'altra femminuccia è al Sacro Cuore di Gesù Fatebenfratelli nel Sannio. Poco dopo le 4 del mattino, ficco rosa per Isabella alla "Vanvitelli". E tre bambini restano nella pancia delle mamme al Cardarelli. «Una paziente che ha la polmonite e un'altra, diabetica, sono sotto monitoraggio costante: da noi convergono emergenze, parti prematuri, a rischio emorragico e con gravi patologie materne», dice il direttore di ginecologia e ostetrica Claudio Santangelo, che sottolinea, a proposito delle gravidanze complesse, dovute anche alla età che avanza, l'importanza di affidarsi a un'équipe in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di complicanze.

Gli imprevisti e, purtroppo, i lutti, hanno segnato il 2022, e anche la sua struttura, che accoglie ogni settimana donne in arrivo da cliniche e centri di tutta la regione.

Questo perché i punti nascita più sicuri sono quelli attrezzati con la rianimazione e la terapia terapia intensiva neontatale. Con un numero alto di parti, meglio se naturali. Mille, secondo le linee guida. Soglia raggiunta da pochissimi in Campania, tra cui i Policlinici, e non nei presidi dell'Asl di Napoli che si fermano a 424 nati (Ospedale del Mare), 305 (ma da maggio, al San Giovanni Bosco, nei mesi precedenti convertito in Covid hospial), 380 (San Paolo); mentre Frattaminore con il responsabile 41enne Pasquale Gallo, di ritorno da esperienze in Australia e Gran Bretagna, ha avuto un drastico calo di tagli cesarei (solo il 16 per cento), e un aumento vertiginoso di parto-analgesie (oltre il 40 per cento nel 2022), a giudicare dalle testimonianze raccolte tra le gestanti, non ovunque garantite (soprattutto se non si opta per l'intramoenia) con la motivazione che gli anestesisti sono insufficienti per fronteggiare le richieste. Ecco che ritornano i problemi nella sanità, in una realtà spesso a pagamento, per necessità e cultura, al momento del parto o già prima, per la fecondazione assistita, trasformando così il fiocco rosa o azzurro in un affare (per il medico) e un salasso (per le famiglie).

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«Qui la peridurale è attiva 24 ore su 24,e si può effettuare anche il parto in acqua e in posizioni libere. E, durante il travaglio, si pratica la cromoterapia, l’aromaterapia, la musicoterapia e, da poco, la tecnica del Rebozo», interviene di nuovo Santangelo, che registra 740 bebè su 716 parti al Cardarelli. Con un aumento del 10 per cento tra il 2021 e il 2022, in controtendenza nazionale, vista la denatalità (ma il dato delle nascite in Campania è pressoché invariato, supera di poco i 43330). «E poi, c'è un piccolo record: nelle ultime due settimane di dicembre si sono avuti sei parti gemellari, tutti da concepimento spontaneo», sorride soddisfatto il ginecologo, mostrando un nido affollatissimo.

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