Covid e guerra, navi introvabili:
rinviato il “viaggio” delle ecoballe

Covid e guerra, navi introvabili: rinviato il “viaggio” delle ecoballe
di Pino Neri
Sabato 9 Luglio 2022, 23:00 - Ultimo agg. 10 Luglio, 18:13
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Il Covid e la guerra in Ucraina stanno producendo conseguenze nefaste anche sul fronte dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Emblematica è la vicenda della rimozione definitiva delle 98mila tonnellate di ecoballe dai siti di stoccaggio di Acerra e Fragneto Monforte. Qui sarebbero dovute partire domani dopo vent’anni di attesa da parte delle popolazioni locali, le operazioni di eliminazione della valanga di immondizie depositate tra frutteti e campi di ortaggi durante le tremende emergenze risalenti a quasi due decenni fa. E invece i lavori di bonifica slitteranno di circa due mesi. Sono stati prorogati tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Non c’è ancora una nuova data. Motivo del rinvio: non si trovano le navi su cui caricare i rifiuti di Acerra e Fragneto, rifiuti che dovranno partire alla volta degli inceneritori danesi e svedesi. «In questa fase - spiegano dalla Regione - i collegamenti marittimi internazionali sono pesantemente ridotti dai continui lockdown che si stanno registrando in Cina a causa delle nuove ondate pandemiche. La Cina riduce le rotte e questo causa un effetto domino sul sistema». Pandemia ma non solo. La guerra in Ucraina e il conseguente rincaro dei carburanti ha fatto improvvisamente schizzare i costi di smaltimento dei rifiuti. L’azienda che ha vinto l’appalto da 19 milioni di euro per la rimozione delle ecoballe dagli impianti di località Pantano, campagna a nord di Acerra, e di Fragneto, ha già fatto istanza di revisione del prezzo dei lavori. Cosa che non inciderà sui tempi della bonifica ma che ovviamente si ripercuoterà sulla spesa pubblica di smaltimento. «Prevediamo rincari fino al 30 per cento», è l’allarme lanciato dagli uffici di palazzo Santa Lucia. 


Covid e guerra, mix pericoloso in tutti i sensi, dunque, anche sulla strada dell’eliminazione del flagello ecoballe accumulate durante le terribili emergenze tra il 2001 e il 2009. Ecoballe che ammontavano a 5.515.737 tonnellate. Furono stoccate in 33 siti campani. Ma la maggior parte dell’immondizia fu concentrata in alcuni di questi impianti, in piena campagna. A Giugliano furono ammassate, tra Taverna del Re, Ponte Riccio, Cava Giuliani e Area Dell’Aversana, 2.324.466 tonnellate, a Villa Literno 2.102.748 tonnellate e a Caivano, località Pascarola, altre 404.806 tonnellate. Zone divenute tristemente famose, immortalate nelle immagini del film Gomorra: centinaia di piramidi dal vertice piatto, lunghe file di tavolette di “cioccolata” coperte da enormi teli di plastica nera, mostri disseminati per chilometri, tra i campi. Una svolta nel 2016, quando il presidente della Regione Vincenzo De Luca, appena eletto, portò il presidente del Consiglio di allora, Matteo Renzi, tra gli ziggurat di monnezza di Taverna del Re.

Ne scaturì un piano regionale di bonifica, con l’aiuto di una legge governativa. Ma a quasi sei anni dall’avvio delle operazioni di rimozione i ritardi cominciano ad essere evidenti. Tempi di smaltimento resi più lunghi dalla pandemia, dai costi della guerra e dai no delle comunità locali alla realizzazione di impianti di trattamento. Tuttavia il percorso virtuoso è iniziato, tanto da aver portato, ad aprile, alla decisione dell’UE di ridurre di un terzo la multa comminata alla Regione nel 2015 per il mancato adeguamento alla corretta gestione del ciclo dei rifiuti.

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Articolato il programma di smaltimento. Un milione e 300mila tonnellate si calcola siano state smaltite dai terreni su cui poggiano i rifiuti, attraverso la biodegradazione, il processo di essicamento naturale che ha subito l’immondizia durante tutti questi anni di stoccaggio all’aperto. Altre 962.737 tonnellate di ecoballe sono invece state rimosse dal 2016 e portate fuori regione. A queste bisognerà aggiungere le 98mila tonnellate di Acerra e Fragneto, che attendono le navi per il nord Europa. Restano circa 3 milioni e 200mila tonnellate da eliminare con i nuovi impianti fatti realizzare dalla Regione, a Caivano e Giugliano, per il trattamento finalizzato al riuso e alla produzione di combustile per cementifici e termovalorizzatori fuori regione.
 

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