Nel convento solo due frati carmelitani «Chiudiamo la chiesa», rivolta in Costiera

Nel convento solo due frati carmelitani «Chiudiamo la chiesa», rivolta in Costiera
di Ciriaco M. Viggiano
Domenica 16 Giugno 2019, 13:28
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È una delle chiese più preziose e frequentate della penisola sorrentina. Davanti ai suoi altari, dalla seconda metà del Seicento a oggi, si sono raccolte in preghiera generazioni e generazioni di devoti provenienti dall'intera provincia di Napoli. Ora, però, la chiesa di Santa Teresa, a Piano di Sorrento, rischia la chiusura. Il motivo? Secondo i vertici dei Carmelitani, i due frati che governano la cappella e alloggiano nel vicino convento sono troppo pochi. Di qui l'ipotesi di un clamoroso abbandono del luogo sacro contro la quale si mobilitano i fedeli, che hanno già raccolto centinaia di firme, e la politica locale, col sindaco Vincenzo Iaccarino pronto a portare il caso in Consiglio comunale.

LA CRISI
All'origine della paventata chiusura della chiesa di Santa Teresa c'è la ricognizione recentemente effettuata dal padre visitatore generale dei Carmelitani. Alla luce del vertiginoso calo delle vocazioni e della regola che impone la presenza di almeno tre religiosi in un luogo sacro, i vertici dell'Ordine avrebbero deciso di procedere a un riassetto nell'ambito della circoscrizione che comprende anche Piano di Sorrento in vista di «una migliore vita comunitaria». E, alla fine, avrebbero optato per la soppressione proprio della chiesa e del convento di Santa Teresa. Con buona pace delle centinaia di fedeli che affollano la cappella soprattutto di sabato e di domenica, oltre che in occasione di feste comandate e ricorrenze carmelitane. Il primo a mostrare perplessità verso questa ipotesi è stato padre Vincenzo, uno dei due frati che animano il luogo sacro: «Perché la mannaia deve cadere proprio su Santa Teresa? La nostra chiesa è ben tenuta, assai frequentata, si autofinanzia. Anzi, grazie a Dio e alla generosità dei fedeli è in grado di contribuire in una certa misura anche alle spese dell'Ordine».



LE ADESIONI
Già, i fedeli. Non appena la notizia della possibile chiusura della chiesa e del convento si è diffusa, i devoti di Santa Teresa hanno avviato una raccolta di firme che ha rapidamente fatto segnare centinaia di adesioni. «Non vogliamo che quel luogo sia abbandonato spiega Giovanni, uno dei promotori della petizione Anzi, desideriamo che i padri carmelitani continuino a guidarci con una forte presenza in penisola sorrentina». Oltre che a Piano di Sorrento, infatti, l'Ordine è attivo anche a Vico Equense, nella «chiesa rossa» di Santa Maria delle Grazie e nel vicino convento che si stagliano sulla collina di Montechiaro. Al fianco dei fedeli scende in campo pure la politica. Tra gli habitué della chiesa, d'altra parte, figura persino l'86enne Raffaele Russo, in passato esponente di peso della Democrazia Cristiana e sottosegretario alle Poste nel settimo governo Andreotti. A guidare la mobilitazione è ora il sindaco Vincenzo Iaccarino che a Santa Teresa ha ricevuto, a suo tempo, la prima comunione. Il primo cittadino ha contattato telefonicamente i vertici carmelitani ribadendo un concetto: Santa Teresa è un'istituzione e, di conseguenza, il suo definitivo abbandono è impensabile. Al termine del colloquio, Iaccarino ha ricevuto parziali rassicurazioni: la chiesa, almeno nell'immediato, non dovrebbe essere soppressa. La certezza, però, manca ed è per questo che il sindaco è pronto ad andare a Roma per incontrare personalmente i rappresentanti del Carmelo: «Quattro secoli di storia non possono essere cancellati». La vicenda, infine, è destinata a finire in Consiglio comunale: nei prossimi giorni l'assemblea civica potrebbe essere chiamata ad approvare una delibera per ribadire, a nome dell'intera comunità, il no a quello che dal 1661 resta uno dei luoghi-simbolo del sentimento religioso e un gioiello dell'architettura barocca e neoclassica di Piano di Sorrento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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