Nel nome di Romeo: tutto quello che si deve e non deve fare dinanzi a una diagnosi oncologica

Elisabetta Colangelo e la collaborazione con la Fondazione Melanoma guidata da Paolo Ascierto che aveva in cura il fratello

Aveva 47 anni Romeo Colangelo quando un melanoma metastatico se lo è portato via
Aveva 47 anni Romeo Colangelo quando un melanoma metastatico se lo è portato via
Venerdì 11 Novembre 2022, 13:32 - Ultimo agg. 15:13
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Aveva 47 anni Romeo Colangelo quando un melanoma metastatico se lo è portato via, lo ha strappato alla moglie, ai figli. Alla sorella Elisabetta che, proprio dopo quel dolore, ha deciso di avviare una collaborazione con la Fondazione Melanoma, diretta da Paolo Ascierto, l’oncologo che aveva avuto in cura il fratello. Collaborazione che si è concretizzata in un vero e proprio impegno al servizio degli altri malati e delle loro famiglie.

Dieci anni dopo, Elisabetta ha voluto ricordare il fratello e l’impegno dei tanti professionisti, medici e infermieri che con la loro professionalità e profonda umanità si sono presi cura di Romeo e della sua famiglia, con una brochure e delle brevi pillole video che raccontano, con un linguaggio semplice, immediato, anche un po’ leggero, quello che lei e la famiglia del fratello sono stati costretti a imparare nella loro esperienza. Usare la testa, rimanere lucidi di fronte ad una diagnosi che è inevitabilmente spiazzante, affidarsi solo a medici esperti, diffidando di soluzioni a buon mercato e lasciarsi andare, confidare e condividere le proprie paure e fragilità: questi sono i messaggi affidati a una brochure che verrà distribuita in tutti i reparti del Pascale, nelle farmacie e negli studi medici di Napoli.

Un video di trenta secondi da alcune settimane sta, invece, girando nelle stazioni del trasporto in ferro di Napoli e provincia.

«Troppo spesso veniamo subissati da fake news – dice Colangelo – ancora più spesso pensiamo di trovare la soluzione ai nostri problemi di salute aprendo Google o rivolgendoci al solito amico tuttologo. La realtà è un’altra ed è solo affidandosi a professionisti seri che si può fronteggiarla e fare in modo che si possa uscire vincitori da una diagnosi nefasta. Quando ho realizzato questa idea avevo un obiettivo: lanciare messaggi in cui chi legge possa ritrovare le sue sensazioni, che sono state le mie, avere la certezza, comunque vada, di trovarsi nel posto giusto.
La brochure, che non a caso ha il titolo Pillole oncoLOGICHE #usalatesta, contiene piccoli consigli su cosa fare, ma soprattutto non fare, quando si riceve una diagnosi oncologica».

«La prima cosa da non fare – dice Paolo Ascierto, direttore del dipartimento di Melanoma e Terapie innovative dell’Istituto dei tumori di Napoli – è sicuramente di non correre a leggere dottor Internet o di ascoltare il cugino di turno che sa tutto. Come non bisogna farsi prendere dal panico e se proprio la paura prende il sopravvento farsi aiutare da professionisti del settore. Un grazie di cuore a Elisabetta Colangelo che da anni sostiene la Fondazione e che ha voluto donare al Pascale questo prezioso strumento che non ci salva la vita, ma aiuta ad affrontare meglio la malattia».

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