Neonato ustionato a Portici, la madre accusa: «Il mio compagno mi picchiava»

Neonato ustionato a Portici, la madre accusa: «Il mio compagno mi picchiava»
di Carla Cataldo
Giovedì 25 Marzo 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:04
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Ha scelto a strada del silenzio. Ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Alessandra Terracciano, la trentaseienne madre del neonato di Portici ricoverato dal 16 marzo scorso in prognosi riservata nell'ospedale Santobono di Napoli per ustioni gravissime, è un muro di gomma davanti al gip Maria Rosaria Aufieri.

La donna, assistita dagli avvocati Fabio Martullo e Gianluca Sperandeo, durante l'interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina nel carcere femminile di Pozzuoli, ha scelto di rilasciare soltanto delle dichiarazioni spontanee. Attraverso il suo racconto la Terracciano - recentemente trasferita dall'ospedale al carcere - ha voluto ricostruire alcuni aspetti del travagliato e burrascoso rapporto che aveva con il padre del bambino, Concetto Bocchetti di 46 anni, anche lui indagato per questa vicenda e ora a Poggioreale.

La donna, per dare forza alle sue parole, ha mostrato al giudice dei segni sulle braccia. Segni che sarebbero frutto delle violenze subite dal compagno. 

La donna, come confermano i suoi legali, non è totalmente cosciente. Alessandra Terracciano è convinta che il suo bambino stia bene e che si trovi ora in una incubatrice e non in terapia intensiva. I legali, che hanno apprezzato la sensibilità con cui la Procura ha trattato il caso, sono pronti a chiedere al Riesame una misura cautelare alternativa e anche un perizia psichiatrica. «A breve - fanno sapere gli avvocati - faremo istanza di appello al Riesame. Chiederemo che la signora Terracciano venga trasferita in una struttura idonea». In relazione alla nascita del piccolo, la donna ha riferito al suo avvocato di avere solo memoria di quello che è accaduto prima del parto. Poi il buio.

Ad annunciare il ricorso al Riesame anche l'avvocato Giulia Esposito, che difende Bocchetti. Come spiegato dal suo legale, infatti, l'uomo non potrebbe reiterare il reato e inoltre la misura cautelare metterebbe a rischio il lavoro del suo assistito, con il quale paga il mantenimento ad altri cinque figli avuti da una precedente relazione e ora in affido alla madre. I carabinieri di Portici e Torre del Greco continuano ad indagare per capire cosa sia accaduto nell'appartamento di via Diaz tra il 12 marzo, giorno in cui intervenne la prima ambulanza subito dopo il parto, e il 16 marzo, quando scattò il secondo blitz che portò alla scoperta del bambino coperto di sangue per le lesioni alla pelle. 

 

Il piccolo Vincenzo intanto ha dato primi lievi segni di miglioramento. Apre gli occhi, respira da solo e beve piccole quantità di latte, ma la prognosi resta riservata. Le lesioni sono estese su tutto il corpo. Con la riduzione dei sedativi riesce a compiere anche dei piccoli movimenti. Il bimbo ha subito nei giorni scorsi diversi interventi, tra cui la rimozione dei tessuti morti e il rivestimento di pelle artificiale. Non prima di tre settimane saranno effettuati altri innesti cutanei. Per il momento è tenuto sotto stretta osservazione, anche per l'eventuale insorgere di complicanze o di dolori. 

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