Minori evasi da Nisida, il giallo: la cella non era chiusa di notte

Minori evasi da Nisida, il giallo: la cella non era chiusa di notte
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 5 Giugno 2019, 23:00 - Ultimo agg. 6 Giugno, 15:16
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È un giallo la fuga dei due ragazzi che si sono dileguati dal carcere di Nisida. L’evasione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì presenta molti lati oscuri che le indagini della magistratura stanno cercando di chiarire. Della vicenda si stanno occupando sia la procura ordinaria che il tribunale per i minori. 
Il dipartimento guidato da Gemma Tuccillo ha inviato sul posto i propri ispettori poche ore dopo la scoperta: si stanno verificando tutte le circostanze che potrebbero aver favorito l’allontanamento. Una cosa è certa: i ragazzi, un italiano e un egiziano, sono scappati di notte, quando tutti i detenuti si trovano nelle celle che dovrebbero essere sprangate. Come è stato possibile uscire? È uno degli interrogativi, e forse il più pressante, al quale dovrà dare una risposta l’indagine in corso.
 
A fine maggio c’è stata un altro clamoroso allontanamento dal carcere per maggiorenni di Carinola. In quel caso, però, si era vista una scena da film: per scappare i detenuti avevano segato le sbarre e si erano calati all’esterno con le lenzuola annodate. A Nisida, a quanto pare, non è successo nulla di tutto questo. I ragazzi sono usciti senza forzare nulla né hanno aggredito qualcuno. L’ipotesi più probabile, che serpeggia anche tra i sindacati di settore, è che la porta non fosse stata chiusa bene. Gli evasi, quindi, sarebbero usciti tranquillamente approfittando di una distrazione. E non solo: i finanzieri in servizio all’esterno del carcere avrebbero visto intorno alle 2 di notte una macchina con degli sconosciuti e avrebbero chiesto loro di andare via. Potrebbe essersi trattato dei due ragazzi in fuga. In questo caso è probabile che i due si siano avvalsi di complici. Solo ipotesi, al momento, ma molto inquietanti.

È certo, invece, che l’evasione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì, e di cui gli agenti si sono accorti solo lunedì mattina, al momento della “conta”, è molto diversa dalle precedenti. Da Nisida si sono allontanati in passato diversi ragazzi, ma tutti lo hanno approfittando delle ore in cui si svolgono attività comuni, il teatro per esempio, o non si sono presentati al ritorno da un permesso. Spesso i giovani detenuti si sono riconsegnati dopo aver passato qualche giorno a casa, o sono stati ritrovati prima di riuscire ad allontanarsi di molto. Ma mai era successo che qualcuno scappasse quando le celle dovrebbero essere chiuse.

La vicenda, ovviamente, continua ad allarmare i sindacati di settore. Ieri il Sappe, che ha diffuso la notizia, ha protestato per la carenza di agenti in servizio nella penitenziaria. A Nisida, però, in questo momento ci sono 47 detenuti di cui 8 femmine mentre la capienza complessiva sarebbe di un massimo di 73 carcerati. Gli agenti in servizio, disposti su diversi turni sono anche loro 73: in questo momenti quasi il doppio dei detenuti. Mancano invece, sottolineano il Sappe e l’ Uspp la videosorveglianza e le sentinelle. Ma soprattutto la critica dei sindacati si appunta sulla legge del 2014 che permette ai detenuti fino ai 25 anni di restare negli istituti di pena per i minori. «Da quando nel settore minorile sono arrivati i cosiddetti detenuti maggiorenni, fino a 25 anni, si è creato un vulnus – dice Ciro Auricchio, segretario regionale dell’Uspp - Non a caso uno degli evasi da Nisida ha 22 anni. La presenza di ultraventenni che convivono con ragazzini che possono essere anche molto giovani, rischia di vanificare l’intero percorso riabilitativo».
 
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