È un giallo la fuga dei due ragazzi che si sono dileguati dal carcere di Nisida. L’evasione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì presenta molti lati oscuri che le indagini della magistratura stanno cercando di chiarire. Della vicenda si stanno occupando sia la procura ordinaria che il tribunale per i minori.
Il dipartimento guidato da Gemma Tuccillo ha inviato sul posto i propri ispettori poche ore dopo la scoperta: si stanno verificando tutte le circostanze che potrebbero aver favorito l’allontanamento. Una cosa è certa: i ragazzi, un italiano e un egiziano, sono scappati di notte, quando tutti i detenuti si trovano nelle celle che dovrebbero essere sprangate. Come è stato possibile uscire? È uno degli interrogativi, e forse il più pressante, al quale dovrà dare una risposta l’indagine in corso.
A fine maggio c’è stata un altro clamoroso allontanamento dal carcere per maggiorenni di Carinola. In quel caso, però, si era vista una scena da film: per scappare i detenuti avevano segato le sbarre e si erano calati all’esterno con le lenzuola annodate. A Nisida, a quanto pare, non è successo nulla di tutto questo. I ragazzi sono usciti senza forzare nulla né hanno aggredito qualcuno. L’ipotesi più probabile, che serpeggia anche tra i sindacati di settore, è che la porta non fosse stata chiusa bene. Gli evasi, quindi, sarebbero usciti tranquillamente approfittando di una distrazione. E non solo: i finanzieri in servizio all’esterno del carcere avrebbero visto intorno alle 2 di notte una macchina con degli sconosciuti e avrebbero chiesto loro di andare via. Potrebbe essersi trattato dei due ragazzi in fuga. In questo caso è probabile che i due si siano avvalsi di complici. Solo ipotesi, al momento, ma molto inquietanti.
È certo, invece, che l’evasione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì, e di cui gli agenti si sono accorti solo lunedì mattina, al momento della “conta”, è molto diversa dalle precedenti. Da Nisida si sono allontanati in passato diversi ragazzi, ma tutti lo hanno approfittando delle ore in cui si svolgono attività comuni, il teatro per esempio, o non si sono presentati al ritorno da un permesso. Spesso i giovani detenuti si sono riconsegnati dopo aver passato qualche giorno a casa, o sono stati ritrovati prima di riuscire ad allontanarsi di molto. Ma mai era successo che qualcuno scappasse quando le celle dovrebbero essere chiuse.
La vicenda, ovviamente, continua ad allarmare i sindacati di settore. Ieri il Sappe, che ha diffuso la notizia, ha protestato per la carenza di agenti in servizio nella penitenziaria. A Nisida, però, in questo momento ci sono 47 detenuti di cui 8 femmine mentre la capienza complessiva sarebbe di un massimo di 73 carcerati. Gli agenti in servizio, disposti su diversi turni sono anche loro 73: in questo momenti quasi il doppio dei detenuti. Mancano invece, sottolineano il Sappe e l’ Uspp la videosorveglianza e le sentinelle. Ma soprattutto la critica dei sindacati si appunta sulla legge del 2014 che permette ai detenuti fino ai 25 anni di restare negli istituti di pena per i minori. «Da quando nel settore minorile sono arrivati i cosiddetti detenuti maggiorenni, fino a 25 anni, si è creato un vulnus – dice Ciro Auricchio, segretario regionale dell’Uspp - Non a caso uno degli evasi da Nisida ha 22 anni. La presenza di ultraventenni che convivono con ragazzini che possono essere anche molto giovani, rischia di vanificare l’intero percorso riabilitativo».
Minori evasi da Nisida, il giallo: la cella non era chiusa di notte
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 5 Giugno 2019, 23:00
- Ultimo agg.
6 Giugno, 15:16
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