«No al biodigestore», i cittadini di Ponticelli insorgono: «non vogliamo rifiuti, vogliamo le bonifiche»

«No al biodigestore», i cittadini di Ponticelli insorgono: «non vogliamo rifiuti, vogliamo le bonifiche»
di Antonio Folle
Sabato 12 Febbraio 2022, 13:28 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 09:07
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La lotta tra i residenti dell'area orientale della città ed il Comune di Napoli sul tema del nuovo biodigestore che dovrebbe nascere tra pochi mesi a via de Roberto comincia a farsi serrata. Questa mattina un gruppo di cittadini è sceso in piazza per ribadire il no dei residenti alla costruzione dell'impianto che, a regime, dovrebbe trattare 30.000 tonnellate di frazione umida per la produzione di biogas. Il nuovo sito di trattamento della frazione organica dovrebbe nascere a poche centinaia di metri dal depuratore gestito dalla Sma, la società in house della regione Campania finita nell'occhio del ciclone pochi mesi fa per alcuni casi di corruzione e gestione illecita dei fanghi provenienti dallo stesso depuratore.

Il Comune ha più volte tentato di rassicurare i cittadini, sottolineando che il nuovo impianto sarà un impianto a impatto ambientale zero, ma le dichiarazioni sia dell'ex assessore Raffaele del Giudice - il progetto risale all'amministrazione de Magistris - che dell'attuale assessore all'Ambiente Paolo Mancuso non hanno convinto gli abitanti della zona che hanno aperto una nuova stagione di lotta. 

«Oggi manifestiamo il nostro disagio per la decisione del Comune di collocare qui il nuovo biodigestore - afferma Salvio di Lauro del Coordinamento Comitati Napoli Est - in un'area già fortemente inquinata, dove diverse decine di famiglie hanno problemi di tumori legati con ogni probabilità all'inquinamento ambientale. La nostra battaglia va in direzione del bene comune e per contrastare ulteriore degrado.

L'area individuata per la costruzione dell'impianto è un'area che dovrebbe essere bonificata, e sono stati stanziati già i fondi necessari. Ma - l'accusa dell'attivista - per volontà politica e per volontà delle multinazionali che qui hanno i loro impianti industriali, le bonifiche di cui pure sentiamo la necessità non sono mai state effettuate. Noi, come comitati, diciamo no al biodigestore e si alla bonifica di tutta l'area orienatale. L'appello che facciamo a tutti i cittadini è quello di mobilitarsi e di scendere in piazza contro Comune, Regione e Governo che vogliono usare i fondi del Pnrr per portare in questo martoriato territorio monnezza su altra monnezza».

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Negli scorsi giorni la VI Municipalità presieduta da Sandro Fucito ha ospitato proprio l'assessore Mancuso, sottoponendogli un documento all'interno del quale sono contenute diverse obiezioni circa il nuovo - anche se in realtà si tratta di un progetto vecchio di alcuni anni - impianto di via de Roberto. Il territorio orientale della città è uno di quelli a più bassa percentuale di raccolta differenziata e nel quale si trovano decine di piccole e grandi discariche abusive alimentare dalle miriadi di fabbriche e fabbrichette che operano nell'hinterland napoletano e che arrivano proprio in questa zona per sversare scarti di lavorazioni industriali e rifiuti tossici. Il primo nodo da sciogliere, secondo la Municipalità e secondo i cittadini, sarà proprio quello di far decollare le percentuali di raccolta differenziate e di risolvere il problema dei rifiuti.

«Qui ci sono discariche in diversi punti - dichiara Ciro Borrelli, altro noto attivista del territorio - e le stiamo segnalando da anni. C'è un ex campo rom che è andato a fuoco spontaneamente per mesi, perchè sotto la montagna di rifiuti c'era un incendio che continuava ad ardere e a provocare fumi tossici che invadevano le nostre case e inquinavano le falde acquifere. Abbiamo lottato e lottiamo da anni per le bonifiche e per tutta risposta il Comune vuole piazzare qui un ecomostro che si presta solo a speculazioni di ogni tipo, anche malavitoso. Senza contare - continua Borrelli - che in questa zona già abbiamo diversi problemi legati al traffico. Lasciamo immaginare all'assessore all'Ambiente del Comune di Napoli e a tutti quelli che hanno detto si a questo progetto, in primis Legambiente, cosa potrebbe diventare questa zona di Napoli con il transito quotidiano di centinaia di camion che arrivano qui per sversare tonnellate di rifiuti maleodoranti». 

 

Molti residenti hanno espresso la loro perplessità proprio a seguito della presa di posizione di Legambiente, del senatore Sandro Ruotolo e di altre storiche associazioni ambientaliste che, a seguito delle proteste dei cittadini, hanno voluto gettare acqua sul fuoco rassicurando tutti circa il basso impatto ambientale del nuovo biodigestore - che dovrebbe essere costruito secondo i più moderni criteri - e, soprattutto, sottolineando la necessità di tali impianti per "chiudere" il ciclo della raccolta differenziata, evitando il trasferimento all'estero tonnellate di rifiuti che rappresentano un costo aggiuntivo per le casse disastrate del Comune di Napoli.

«Come è possibile - ha dichiarato la consigliera regionale Maria Muscarà - che le associazioni ambientaliste vengano qui a protestare contro il gas e non abbiano alzato la voce contro il primo dei tre impianti che nasceranno a Napoli? Voglio ricordare a chi ha detto si troppo frettolosamente a questo progetto che ci troviamo in un'area già fortemente inquinata e che aspetta le bonifiche promesse fin dagli anni '90, quando tutta questa zona di Napoli era individuata come area di depositi e di devastanti lavorazioni industriali. Invece di portare qui altri rifiuti - continua la consigliera regionale - è necessario procedere immediatamente alle bonifiche, restituendo a questi cittadini il diritto a vivere in un ambiente sicuro. Tutto questo accade perchè manca una pianificazione a livello regionale circa la costruzione degli impianti. Solo pochi mesi fa il governatore ha revocato la costruzione di tre impianti già finanziati che dovevano nascere a Salerno e l'impressione che si ha e che tutto, anche la pianificazione di strutture così impattanti per i territori, vengano lasciati al caso». 

La lotta contro il biodigestore di Ponticelli non finisce oggi. Già per i prossimi giorni il coordinamento formato dall'associazione Resistenza, da Stop Biocidio, da Comitato Civico San Giovanni, da Consulta rete Ospedaliera e Territoriale, da Noi contro la Malasanità, da Comitato Case Nuove, da Associazione Terra e da No Biodigestore, organizzerà una nuova manifestazione il giorno 19 febbraio a San Giovanni a Teduccio. 

Mentre, intanto, i cittadini di Napoli Est fanno sentire la loro voce, si pianificano i nuovi impianti che dovrebbero essere costruiti in successione. Secondo alcune voci di corridoio una delle aree individuate sarebbe - il condizionale è d'obbligo - stata individuata sul territorio della IV Municipalità, a ridosso di via del Riposo. Area scelta dopo le barricate erette dai cittadini di Scampia che hanno ribadito il loro no agli impianti di trattamento dei rifiuti. 

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