Napoli, la litania dei no-vax pentiti: «Se potessi tornare indietro»

Napoli, la litania dei no-vax pentiti: «Se potessi tornare indietro»
di Ettore Mautone
Lunedì 16 Agosto 2021, 07:41 - Ultimo agg. 18:11
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Negli ospedali, nei Covid center della Campania, la quasi totalità dei pazienti ricoverati, sia in degenza, sia in Rianimazione, è tutta priva di protezione vaccinale. Alcuni sono no-vax convinti altri, addirittura, negazionisti mentre una quota minoritaria, quella coperta con una singola dose in cui lo scudo immunitario è incompleto, è rimasta impigliata nella paura. Molti di questi pazienti non vaccinati sono pentiti: lo dicono ai medici, lo rivelano agli infermieri che se ne prendono cura, ne parlano con amici e familiari.

Quasi si vegognano ad ammetterlo e solo alcuni ci mettono la faccia. Come Giovanni Iavarone, 51 anni, ex cuoco, messo fuori gioco sul lavoro dalla pandemia.

Pensava che il Covid fosse tutta una montatura. Ricoverato nel reparto Covid, unità sub-intensiva, dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, oggi su facebook sprona tutti a vaccinarsi. «Se tornassi indietro mi vaccinerei subito scrive - qui mi hanno salvato la vita. Non respiravo. Pensavo di morire. Non immaginavo cosa fosse essere colpiti da questo virus. Non credevo né al vaccino, né al Covid». «Al momento nella mia unità tutti seriamente ammalati e in trattamento e non brillano» dice il primario Giuseppe Fiorentino.


Marcella è di Ischia, insegnante di liceo, ha fatto una singola dose di Astra Zeneca e dopo lo stop del ministero al vaccino ad adenovirus ai quarantenni (Astra Zeneca e Johnson & Johnson) aveva deciso di non fare il richiamo. Un tampone al Rizzoli di Ischia risultato positivo e da qui trasferita a Pozzuoli. «Se avessi solo immaginato di finire con una maschera a ossigeno avverte - mi sarei vaccinata subito, ora non vedo l'ora di guarire e di poter riabbracciare mia figlia e mio marito. Una singola dose non mi ha protetta. Qui sono tutti senza vaccinazione e qualcuno ha una singola dose». Antonio, di Calvizzano, dove c'è stato un grande focolaio, è affetto da una anomalia del sangue che fa aumentare il suo livello di piastrine. È a rischio per le trombosi e si cura con chemioterapici. La sua è una malattia cronica. Era maniacale nel proteggersi con mascherina e distanziamento ma di vaccinarsi non ne ha mai voluto sapere. «Pensavo che per me la vaccinazione fosse un rischio spiega al telefono dal letto d'ospedale - i medici, familiari e amici mi avevano spinto più volte a vaccinarmi. Mi hanno detto che ci vorrà più tempo per negativizzarmi. Se avessi solo immaginato tutto questa odissea mi sarei vaccinato».

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All'ospedale di Pozzuoli i pazienti transitati per il reparto Covid di Pozzuoli dall'inizio della pandemia sono circa 650. Ora è tornato ad avere una dotazione di 22 posti letto di cui cinque di semintensiva quasi tutti pieni. I pazienti? tutti non vaccinati e alcuni pentiti. Il reparto guidato da Fabio Numis ha fatto 120 trattamenti coi monoclonali. Molti pazienti sono giovani tra i 25 e i 45 anni. Due 42enni sono morti la settimana scorsa. Non vaccinati, senza patologie tranne il sovrappeso che pesa, sulla prognosi, anche nei giovani. Un'altra 37 enne finita intubata, anche lei sovrappeso, è stata presa per i capelli e da no vax è diventata un'accesa sostenitrice dell'utilità del vaccino. Casi di no-vax pentiti si registrano anche al Covid center di Scafati: G. F. 68 anni, varie patologie, ipertensione e problemi cardiocircolatori gravi.

Era convinto che il vaccino poteva ucciderlo aggravando la sua situazione di salute. Ha preferito astenersi dal prenotare nonostante il consiglio dei medico. La situazione è precipitata e il paziente è finito in rianimazione. Al termine di questo calvario il messaggio è uno solo: «Vaccinatevi, perché non importa quanto possiate aver paura, il Covid può in man iera banale veramente stroncarvi la vita». Poi c'è Ivana, 36 anni, addetta ai lavori domestici in un piccolo paese vesuviano. Anche lei una no-vax convinta. Ora ha cambiato idea: «Il Covid è contagiosissimo e non perdona». L'ultimo caso a Scafati: un negazionista che quando a metà luglio ebbe la diagnosi in ospedale voleva chiamare i carabinieri. È tornato sui suoi passi ma non ne vuole parlare.
 

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