Noemi torna al Santobono un anno dopo, applausi e striscioni per non dimenticare

Noemi torna al Santobono un anno dopo, applausi e striscioni per non dimenticare
di Daniela De Crescenzo
Martedì 5 Maggio 2020, 08:30
4 Minuti di Lettura

Non ha avuto paura Noemi nel varcare ancora una volta il cancello del Santobono: lo scorso anno era arrivata in fin di vita, vittima innocente di un agguato di camorra, ieri ci è tornata da vincitrice nella battaglia per la vita. Papà Fabio e mamma Tania nei giorni scorsi le avevano spiegato che nel cortile dell'ospedale tutti l'aspettavano per farle festa, e lei è stata contenta di incontrare medici e infermieri che da un anno continuano a curarla. E si è emozionata vedendo i tanti bambini, tutti piccoli pazienti, affacciati alle finestre delle loro stanze per farle festa. Per tutti lei è un simbolo di speranza.

Ma Noemi ha cinque anni ed è anche una bimba come tante e quindi è rimasta subito affascinata dai tanti palloncini a forma di cuore preparati per lei. «Le hanno regalato un unicorno e lei si è subito messa a giocare con il pupazzo racconta il papà, Fabio Staiano - Un anno fa eravamo in queste corsie carichi di angoscia, ora siamo tornati per gioire con delle persone che ci sono diventate care. Ma Noemi ha ancora tanta strada da fare: porta il busto notte e giorno a causa della lesione alla colonna vertebrale che le è stata provocata dal proiettile e dovrà sottoporsi a visite specialistiche, a Bologna e a Lione e forse dovrà anche subire nuovi interventi. Fortunatamente, però, il peggio è alle nostre spalle».
 

 

Il personale del Santobono ha preparato una torta per la piccola e negli spazi esterni dell'ospedale pediatrico, i medici, gli infermieri e e tutti quelli che si erano presi cura di lei, in quei giorni maledetti del maggio scorso hanno accolto con gioia la bimba. «Ci tenevamo a incontrarla - spiega Anna Maria Minicucci, direttore generale del Santobono - ed è stato organizzato nel primo giorno utile, dopo il lockdown, con tutte le precauzioni del caso».

Dalle finestre i piccoli degenti della struttura hanno srotolato striscioni colorati per salutare la piccola a distanza, per mostrarle vicinanza. E lei, come racconta Minicucci, «è stata molto contenta». «Anche perché non aveva paura dell'ospedale in sé - afferma - Come ospedale pediatrico, cerchiamo sempre di creare una dimensione umana e spesso, come nel caso di Noemi, si creano relazioni forti con la famiglia e con i bambini».
 

Lo scorso anno, quando la bimba restò per più di un mese in rianimazione dopo essere stata colpita insieme alla nonna in una sparatoria a piazza Nazionale, il muro esterno dell'ospedale fu ricoperto di pupazzi, striscioni, messaggi di affetto e di solidarietà, e la città intera seguì la sua battaglia con il fiato sospeso. «Oggi Noemi sta bene racconta il papà anche se noi prendiamo mille precauzioni per proteggerla. L'anno prossimo dovrebbe andare a scuola, ma abbiamo paura di lasciarla sola: una spinta, una caduta potrebbero farla ancora soffrire. Per noi la strada della normalità è ancora lunga».

Una via accidentata che Fabio e Tania hanno deciso di percorrere affiancati dall'associazione Libera: «Il nostro avvocato, Vincenza Rando, ci è sempre vicina e ci aiuta ogni volta che abbiamo un problema spiega il padre di Noemi e anche don Ciotti è legato alla bambina, le ha telefonato anche ieri.
L'assessore Alessandra Clemente, poi, ha vissuto un dramma simile al nostro e adesso è per noi una di famiglia. È bello condividere le ansie e le preoccupazioni con tante persone che ci mostrano solidarietà». La famiglia di Noemi si è costituita parte civile nel processo contro l fratelli Armando e Antonio Del Re accusati di triplice tentato omicidio: nel tentativo di ammazzare Salvatore Nurcaro ferirono Noemi e la nonna Immacolata Molino (assistita dall'avvocato Angelo Pisani). 

© RIPRODUZIONE RISERVATA