Napoli, Noemi porta ancora il busto. La nonna: dimenticati da tutti

Napoli, Noemi porta ancora il busto. La nonna: dimenticati da tutti
di Daniela De Crescenzo
Domenica 24 Novembre 2019, 14:09 - Ultimo agg. 22:59
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«Ci sentiamo abbandonati. Io sono rimasta ferita con mia nipote Noemi nell'agguato di piazza Nazionale, subito dopo abbiamo avuto tanta solidarietà, ma adesso tutto si comincia a dimenticare e, nonostante siamo alla vigilia del processo per il killer, la mia vicenda sembra completamente messa da parte, eppure mi hanno sparato addosso»: Immacolata Molino in quel maledetto 3 maggio è stata ferita mentre era con la nipote, ma per lei non c'è stato ancora un riconoscimento di vittima di camorra. «Quel giorno eravamo andati a prendere un gelato - ricorda Immacolata - ci siamo avvicinati al bar e all'improvviso si è scatenato l'inferno. Ho visto un uomo puntare la pistola contro di noi e, istintivamente, mi sono girata per proteggere Noemi, ma lui continuava a sparare, non si è fermato fino a quando non ha svuotato il caricatore. Il killer era da un lato, l'obiettivo dell'agguato correva dall'altro, e noi ci siamo trovati al centro. Non mi sono accorta subito di essere stata ferita, né ho capito che era stata colpita Noemi, poi sono stata soccorsa e trasportata in ospedale».
 

 


IN OSPEDALE
Arrivata al Loreto Mare, Immacolata e il marito Alessandro hanno saputo dalla figlia, Tania, che Noemi era in viaggio verso il Santobono: «Lo stesso proiettile che mi aveva trapassato il gluteo aveva colpito il polmone della bambina - racconta Immacolata - appena me lo hanno detto mi sono strappata le flebo e sono corsa da lei». Da quel momento, e fino a quando la piccola è tornata a casa, la nonna è rimasta quasi sempre in ospedale. «Ma adesso le conseguenze di quella tragedia continuano a farsi sentire - spiega - Ho continui attacchi di panico, non riesco nemmeno più ad uscire di casa. E anche fisicamente le conseguenze della ferita si fanno sentire, probabilmente dovrò sottopormi a un intervento chirurgico. Sciocchezze rispetto a quello che è successo e poteva succedere a Noemi, ma vorrei che qualcuno considerasse pure la mia situazione». Anche per Noemi, che nei giorni scorsi è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le conseguenza dell'agguato si fanno sentire: la bimba porta ancora un busto ortopedico. «Ovviamente la cosa più importante è la salute di mia nipote - spiega ancora Immacolata Molino - ma credetemi: anche io ho bisogno di aiuto, soprattutto necessito di un sostegno psicologico, visto che continuo a girare tra psicologi e psichiatri. Quando ti sparano addosso non lo dimentichi facilmente, riprendersi è difficile».
 


LA LEGGE
Per fare chiarezza sulla tragedia sfiorata, Immacolata, con il sostegno del legale della famiglia, Angelo Pisani, vuole scrivere un libro e già si sta cimentando con la narrazione. «Ma andare avanti non è facile.
Molti continuano a ignorare quello che mi è successo, perché ovviamente la prima preoccupazione di tutti, e anche la mia, è stata quella per la salute di Noemi, ma io ho difficoltà serie ad andare avanti, spero che con il tempo le cose possano cambiare e che dal processo arrivi finalmente giustizia per tutti».

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