Bimba ferita a Napoli, il miracolo del risveglio: «Mi chiamo Noemi, che ci faccio qui?»

Bimba ferita a Napoli, il miracolo del risveglio: «Mi chiamo Noemi, che ci faccio qui?»
di Ettore Mautone
Venerdì 10 Maggio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 08:20
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Massimo Cardone, primario della rianimazione del Santobono, è il primo medico ad aver visto Noemi sveglia ieri mattina insieme ai suoi diretti collaboratori e ad alcuni infermieri del reparto. 

Qual è stata la prima cosa che ha detto Noemi quando si è svegliata? 
«Ha detto “Come mai mi trovo qui”?» 
 
Voi cosa avete risposto? 
«Le abbiamo accennato vagamente a qualcosa, un incidente di percorso...» 

E poi? 
«Le abbiamo chiesto quale fosse il suo nome. Ha risposto Noemi e aggiunto anche l’età». 

Come è proseguito il vostro dialogo? 
«Sono stato io, per rompere il ghiaccio, a chiedere quali fossero le sue bambole preferite. È una bella bambina, veramente una bella e dolce bambina. Come tutti quelli che assistiamo qui con la stessa dedizione. Ad un certo punto le ho chiesto di tossire per almeno tre volte. Lei lo ha rimarcato subito e al mio insistere si è spazientita e mi ha liquidato come uno scocciatore». 

I genitori? 
«I genitori sono stati per un po’ vicino alla bambina ma non posso dire altro. Ovviamente erano tutti commossi».

Come si procederà? 
«Un passo alla volta, con molta prudenza come fatto finora. L’abbiamo estubata ma continua ad essere assistita da una mascherina di ossigeno ad alto flusso. Dobbiamo aspettare che abbia una respirazione totalmente spontanea valida anche senza ossigeno e che sia capace di tenere l’equilibrio per sciogliere la prognosi. Il trauma toracico subito è stato molto serio». 

Il polmone sinistro come va? 
«Sta andando bene, meglio. Abbiamo fatto una broncoscopia e una pulizia». 

Quando tornerà a mangiare da sola? 
«Bisogna attendere ancora alcuni giorni. È ancora debole e leggermente sedata. Dobbiamo ancora lavorare molto». 

Ricorda qualcosa? 
«No nulla» 

L’evoluzione quale sarà? 
«Io sono fiducioso ma la prognosi resta ancora riservata».
 

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